Giacomo Poretti del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, è noto per le sue “fughe soliste”: libri, spettacoli e articoli. Come quello pubblicato oggi sulla Corriere della sera. L’attore si cala nella psicanalisi per trattare un tema comune a tutti e alla fine anche molto semplice da capire: la fiducia nel prossimo. Che, dice il comico, in natura non esiste: “Gli Altri, chiunque essi siano, di destra o di sinistra, europei o asiatici, carnivori o vegani, juventini o milanisti, ci stanno sulle balle. L’Io non molla nemmeno se va in cura dagli specialisti”. Il problema, dice Poretti, è che nasciamo inc…ti e il motivo, calandosi un po’ in Freud un po’ in Lacan, è perché l’Io non sopporta gli Altri, “gli Altri ancor meno sopportano l’Io”.



Rivoltando in chiave umoristica i complessi passaggi della psicologia, per Poretti la questione è questa: l’Io, il primo pronome personale, si comporta un po’ come il figlio primogenito il quale è convinto di essere il principe regnante ed ereditario ma non appena arriva il primo fratello, il Tu, sta sveglio di notte nel tentativo di strangolarlo; l’arrivo di Egli è un colpo quasi mortale all’autostima di Io; poi addirittura ci sono genitori prodighi e sconsiderati che arrivano a concepire anche Noi, Voi, ed Essi”.



L’Io vuole sopravvivere (Poretti, volutamente o no, dimentica che in realtà la colpa di tutto è del Super-Io, quella parte della nostra coscienza che in seguito a determinati traumi, per evitare che si ripetano, soffoca l’Io, oscurandolo e obbligando l’essere umano a vivere nel disagio) e per fare questo continua a procurare scissioni. Il problema, dice, che creando scissioni non c’è più fiducia nelle relazioni con gli altri. Tutto, scrive, diventa guerra e litigio: “si comincia con il compagno di banco alle elementari, poi con il professore di matematica alle medie, con i suoi compagni di squadra a calcetto, poi quando diventa più grande l’uomo ama litigare in particolare con la suocera e con la moglie.

In realtà con la moglie non converrebbe mai litigare, perché quando sembra che la stai spuntando lei ti rimonta all’ultimo e affibbia un 6 a 1 di torti; allora l’uomo oltre che incazzato è anche frustrato dalla sconfitta e si sfoga litigando quando è incolonnato in auto, quando è in coda per prendere lo sky-lift, litiga al ristorante e con il parcheggiatore.” Ha ragione Giacomino, è proprio così, in questi tempi poi sempre di più. La gente è sempre inc…ta, basta scontrarsi su un marciapiede per scambiarsi sguardi pieni di odio.

E poi, anche se lui si tiene su un piano più basso, non ci sono mai state tante guerre al mondo come succede oggi. Poretti a questo punto rilascia una lunga serie di esempi spassosi nel suo stile per concludere in due righe, con saggezza: “Tutto funziona, perché tutto sta insieme, l’ossigeno con l’idrogeno, i tendini con i muscoli, il femore con il bacino, lo spaghetto con l’olio e l’aglio, l’inchiostro con la carta, l’azzurro con il cielo, il suono con la parola, tutto funziona tutto sta insieme, perché la materia è fatta di legami. Prendere esempio da loro?”. Anche qui molto psicologicamente, diremmo in modo lacaniano, Poretti ci dice che solo se l’uomo è capace di chudere la ferita della scissione del nostro Io possiamo vivere serenamente. In fondo non docieva anche Gesù che “siamo una cosa sola?”.