La decisione del governo di portare il deficit al 2,4% in rapporto al Pil per i prossimi è destinata a lasciare degli strascichi importanti nei rapporti con l’Europa. Lo si è capito bene già questa mattina, quando il Commissario Ue Pierre Moscovici commentando la nota di aggiornamento al Def ha dichiarato che “il popolo italiano pagherà il conto” di questa Manovra. Intervistato dalla tv francese Bpm, Moscovici ha infatti spiegato:”Rilanciare quando si ha un debito molto elevato, finisce per ritorcersi contro chi lo fa. E, alla fine, è sempre il popolo che paga”. Secondo il commissario europeo, indiziato di candidatura allo Spitzenkandidat (presidente della Commissione) per il Pse (i socialisti europei), ha spiegato perché la situazione dell’Italia non è paragonabile a quella della Francia che ha deciso di portare il deficit addirittura al 2,8% senza scatenare le ire di Bruxelles:”La Francia è un Paese che ha un debito pubblico elevato, ma non è al 132%. Il debito francese è un debito sostenibile, che non mette in pericolo le finanze pubbliche”. Evidentemente lo stesso non vale per l’Italia…(agg. di Dario D’Angelo)



UE ATTENDISTA, MA SARA’ “GUERRA”

Prende tempo l’UE dopo la decisione a sorpresa del governo italiano di impostare la Manovra con un deficit al 2,4% del Pil. Una scelta che non potrà non avere conseguenze, ma che a Bruxelles decidono di commentare con prudenza come si evince dalla dichiarazione del viceportavoce Ue Alexander Winterstein, che spiega come la Commissione si riserva di valutare “i documenti programmatici di bilancio per il 2019 di tutti gli Stati membri dell’Eurozona, inclusa l’Italia, nelle settimane successive alla loro presentazione”, e cioè “entro il 15 ottobre”. Come riportato dall’Huffington Post, però, il monito di Pierre Moscovici, secondo cui “il popolo italiano pagherà il conto” di questa scelta del governo è forse il preludio di una guerra politica ormai prossima tra il governo e l’Europa. Il commissario europeo alla tv francese Bfm ha spiegato:”L’Italia è fuori dalle regole” e “pacta sunt servanda”, aggiungendo che “quando si è indebitati, si è inchiodati e non si può agire, non ci sono più margini per i servizi pubblici”. Secondo Moscovici “è per questo che non è un burocrate di Bruxelles che parla: sono convinto che non sia nell’interesse degli italiani”. Ma basta forse la dichiarazione di Daniel Gros, direttore del think tank ‘Ceps’ (Centre for European Policy Studies) sentito dall’Adnkronos, che ha parlato di “dichiarazione di guerra” dell’Italia a Bruxelles per comprendere al meglio quel che ci attende… (agg. di Dario D’Angelo)



GOVERNO COMPATTO RISPONDE A DUBBI UE

Risponde per una volta compatto, con ovviamente differenti sfumature di toni, il governo gialloblu, in persona dei suoi maggiorenti, alle dure parole pronunciate dal Commissario Europeo Pierre Moscovici in merito ai primi dettagli trapelati ieri notte sulla Legge di Bilancio che prevede, per i prossimi tre anni, di toccare il 2,4% del rapporto deficit/PIL andando anche contro quella che era la linea del Ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Parlando con i cronisti, il premier Giuseppe Conte ha negato che il titolare del Mef sia stato vicino alle dimissioni e ha bacchettato a sua volta l’ex ministro francese, spiegando che non erano le aspettative di Moscovici quelle da assecondare e di non temere la UE, pur non cercando affatto lo scontro con Bruxelles ma puntando a “illustrare la manovra nel dettaglio agli altri leader europei”. Parole che tendono anche la mano, dopo che Matteo Salvini aveva di fatto detto che se Moscovici aveva delle perplessità “se ne farà una ragione” e parlando dell’intesa raggiunta col Movimento 5 Stelle in merito alla nota di aggiornamento del Def ha aggiunto che si tratta di “un passo verso la civiltà”. (agg. di R. G. Flore)



CONTE, “DIMISSIONI DI TRIA MAI SUL TAVOLO”

Dopo la tensione delle ultime ore e l’annuncio dei paletti, oltre che del perimetro, entro cui si muoverà la prima Legge di Bilancio firmata da Lega e Movimento 5 Stelle, oggi sono arrivate le parole del premier Giuseppe Conte, sulla scia di quanto detto da Luigi Di Maio, a gettare acqua sul fuoco dopo che Matteo Salvini aveva dato vita all’ennesimo botta e risposta con l’Unione Europea: “Le dimissioni di Giovanni Tria non sono mai state sul tavolo” ha detto poco fa il Presidente del Consiglio ai giornalisti che l’attendevano fuori Palazzo Chigi, smentendo i rumors che volevano il titolare del Mef pronto a lasciare dopo aver ceduto sula fatidica soglia del 2,4% del rapporto deficit/PIL. “Non abbiamo mai pensato di fare una manovra sulla base delle aspettative di un Commissario UE” ha poi aggiunto Conte, lanciando anche lui una piccola stoccata a Pierre Moscovici che aveva detto in mattinata che il popolo italiano pagherà il conto salato di un Def così oneroso. “Sono fiero del lavoro fatto e sono sicuro che l’Italia non rappresenta un problema per l’Europa, ma una risorsa” ha concluso il premier. (agg. di R. G. Flore)

SALVINI, “LA UE SE NE FARA’ UNA RAGIONE”

Se il vicepremier Luigi Di Maio, a differenza del suo omologo Matteo Salvini, prova a gettare acqua sul fuoco e spiega che il Governo italiano, in merito a una eventuale bocciatura del Def da parte dell’Unione Europea, non ha intenzione di andare al muro contro muro con Bruxelles, la giornata dal punto di vista dei mercati preoccupa tanto che non solo lo spread tocca quota 280 punti ma anche la Borsa di Milano sprofonda a -4%, trascinando con sé anche le altre principali piazze europee. A pesare in parte, ovviamente, è l’annuncio dell’esecutivo gialloblu, al termine dell’acceso Consiglio dei Ministri di ieri notte, di fissare il rapporto deficit/PIL alla soglia del 2,4% per i prossimi tre anni e che ha sollevato un coro di critiche anche da parte delle altre forze di opposizione che nelle ultime ore parlano di una Legge di Bilancio pericolosa per i conti del Paese. (agg. di R. G. Flore)

DI MAIO, “UE? NESSUNO SCONTRO”

Se Luigi Di Maio ha frenato su un possibile scontro con l’Unione Europea legato alla manovra, Matteo Salvini ha le idee chiare: “Noi tiriamo avanti anche se l’Unione Europea boccia la manovra”. Il ministro dell’Interno ha poi sottolineato: “Pensiamo di lavorare bene per la crescita del Paese, per ridare fiducia, speranza, energia e lavoro. Quindi sono felice di ciò che abbiamo fatto in questi quattro mesi e di ciò che realizzeremo nei prossimi quattro anni”. Esulta il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture: Danilo Toninelli: “È un momento storico. Reddito e pensione di cittadinanza, superamento della Fornero, risarcimenti a truffati banche. Con il M5S al Governo finalmente una manovra per i cittadini e non per le lobby”. Infine, segnaliamo la gioia della pentastellata Carla Ruocco: “Oggi è cambiata l’Italia! Abbiamo portato a casa la Manovra del Popolo che per la prima volta nella storia di questo Paese cancella la povertà grazie al Reddito di Cittadinanza” (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

DI MAIO: “NO SCONTRO CON UE”

Dopo le parole di Moscovici, è giunta l’immediata replica di Luigi Di Maio. Ecco le parole del vice premier: “L’intervento di Moscovici lo ritengo interlocutorio: sono legittime le preoccupazioni, ma questo governo si è impegnato a tenere il 2,4 per cento per tre anni. Abbiamo intenzione di ripagare il debito, di fare gli investimenti che servono per favorire la crescita e ripagare il debito. Vi posso assicurare che il debito scenderà perché gli investimenti, uniti alle misure sociali, creeranno una crescita economica inaspettata. Questo è il momento di investire in Italia”. Prosegue il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico: “Dovremo andare a discutere le nostre ragioni: nella riunione di ieri non ho visto un dibattito tra forze politiche, abbiamo parlato della carne viva di questo paese. Abbiamo tante occasioni per raccontare all’Ue che questa è una misura volta alla crescita. Non voglio sfidare Moscovici, crediamo nel fatto che questo Def può cambiare l’Italia”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

L’AVVISO DI MOSCOVICI

Arrivano le prime reazioni dal mondo politico e europeo sull’accordo raggiunto sul 2,4 per cento di deficit-pil. Ecco l’analisi del commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici: “Non abbiamo alcun interesse ad aprire una crisi tra l’Italia e la Commissione Ue, ma non abbiamo neanche interesse a che l’Italia non riduca il suo debito pubblico, che rimane esplosivo”. Prosegue Moscovici, come riporta TG Com 24: “gli italiani non devono sbagliarsi: ogni euro in più per il debito è un euro in meno per le autostrade, per la scuola, per la giustizia sociale”. All’attacco le opposizioni, queste le parole del segretario nazionale del Partito Democratico Maurizio Martina: “Fare deficit per ridurre le tasse ai ricchi e fare un condono fiscale togliendo soldi alle periferie e tagliando le detrazioni per mutui e spese sanitarie non è cambiamento. È ingiustizia #manovra”. Queste, infine, le parole della forzista Mariastella Gelmini: “Portando rapporto deficit-Pil al 2,4% il governo M5S-Lega sequestra il Paese e gioca con il futuro dei nostri figli. Indebitamento, reddito di cittadinanza e decrescita: ecco eredità di questo accordo. Altro che #manovra del cambiamento, questa sarà manovra dell’irresponsabilità”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

MANOVRA, DEF: OK DEFICIT 2,4%

C’è l’accordo, il rapporto fra il deficit e il prodotto interno lordo italiano sarà fissato al 2.4%. Nelle scorse ore è arrivato l’annuncio da parte del ministro del lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio, che è così riuscito a convincere il ministro dell’economia, Giovanni Tria, fino a ieri scettico nello sfondare il tetto del 2%, per paura di ritorsioni a livello europeo. Ma alla fine il titolare del dicastero economico è stato messo con le spalle al muro, ed ha deciso di cedere al volere del resto dell’esecutivo. Di Maio è apparso raggiante ai microfoni della stampa subito dopo il traguardo raggiunto

LE PAROLE DI DI MAIO

«Il Def prevederà dei fondamentali – afferma – il deficit sarà del 2.4% e si faranno tanti investimenti, si finanzierà il reddito di cittadinanza, il superamento della legge Fornero, grazie anche alla riorganizzazione della spesa pubblica improduttiva e soprattutto non aumenteremo l’iva come promesso. Ci sarà un inizio di flat tax, per centinaia di migliaia di italiani sarà al 15%, e un fondo per risarcire i risparmiatori truffati. Terremo in equilibrio il 2.4 – assicura Di Maio – e daremo garanzie precise». I mercati internazionali non hanno reagito in maniera positiva all’annuncio del 2.4, con lo spread che è salito fino a 258 punti, rispetto alla chiusura di ieri a 237. Il Wall Street Journal invece apre: «Il governo italiano sta andando in rotta di collisione con la Commissione europea. Il governo anti-establishment italiano ha ampliato il target sul deficit per il prossimo anno per finanziare le sue promesse elettorali».