E’ malato uno dei cinque giudici che compongono il Tribunale internazionale dell’Aja, e la prevista udienza sul caso dei due marò italiani arrestati in India, che doveva tenersi il 22 ottobre prossimo, è stata annullata e rinviata a data da destinarsi. Certamente una grave malattia se un mese prima della data annunciata, il giudice annuncia di non potersi presentare in tribunale. L’udienza doveva, dopo anni di immobilità e tre anni di carcere, decidere finalmente chi fra i due paesi avesse diritto di processare i due militari. Il rinvio sembrerebbe essere l’ennesima scusa dell’India per allungare i tempi di un caso su cui ormai è stata fatta pienamente luce: i due marò non hanno mai ucciso alcun pescatore indiano, e inoltre, trovandosi in acque internazionali, non potevano essere arrestati.
LA VICENDA DEI DUE MARO’
Fu un tragico errore delle nostre autorità permettere ai due soldati di consegnarsi spontaneamente agli indiani. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono potuti rientrare in Italia da tempo, e nel contempo fonti indiane hanno iniziato ad ammettere che non furono le armi dei due soldati a sparare durante quel 15 febbraio 2012. La durata prevista delle udienze è di una settimana, ma per la sentenza i due marò – rientrati in Italia rispettivamente nel 2014 e nel 2016 dopo essere stati confinati nell’ambasciata italiana di New Delhi – devono attendere la primavera 2019. Un vero e proprio calvario quello che stanno vivendo i due soldati, uno dei quali, Latorre, fu colpito nel 2014 da un ictus e gli venne concesso di tornare in Italia a curarsi. Girone aveva invece ottenuto nel 2016 dalla Corte suprema indiana di trascorrere in Italia il periodo prima della sentenza per ragioni umanitarie. Ovviamente, comunque si chiuda il caos, i due non torneranno mai più in India.