Nabil Benhamir, marocchino 29enne arrestato lo scorso anno dagli agenti della Digos con l’accusa di appartenere all’Isis, rischia ora otto anni e otto mesi di carcere. E’ questa la condanna chiesta dal pm di Genova Federico Manotti. Secondo l’accusa, Benhamir avrebbe “istruito” gli altri ‘fratelli’ su come costruire una bomba usando un vecchio telefonino come detonatore ma anche come fare un attentato o usare tir e auto rubate. In modo particolare, come spiega Genova24.it, si stava organizzando per immolarsi per l’Isis. La nuova udienza del processo con rito abbreviato si svolgerà il prossimo 27 novembre quando nella medesima data arriverà anche la sentenza. Nell’appuntamento con la giustizia di oggi, si sono costituite parti civili Presidenza del consiglio dei ministri e il ministero dell’Interno. Si tratta di un processo molto importante dal momento che ad assistere alla prima parte del procedimento c’era anche il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi. A segnalare l’uomo erano state diverse forze di polizia: a segnalare la sua presenza in Italia, a Genova o a Venezia, erano stati gli uomini dell’Fbi, Europol e Aisi, segnalato come “esponente di rilievo” dell’Isis che aveva fatto ritorno in Europa dopo aver già combattuto per il Califfato nei territori della jihad.



TERRORISMO, PRONTO A IMMOLARSI PER L’ISIS: FU ARRESTATO UN ANNO FA

Il ritorno in Europa del 29emme arrestato a Genova, era avvenuto secondo gli inquirenti “con l’obiettivo di addestrare altri membri dello Stato Islamico alla fabbricazione e all’utilizzo di esplosivi”. Benhamir fu fermato a Genova nell’agosto 2017 mentre la sua compagna riuscì a darsi alla fuga denunciandolo alla polizia. A quest’ultima raccontò di essere stata segregata e picchiata dall’uomo. A carico del marocchino scattarono le manette ma proseguì l’indagine dell’antiterrorismo. Grazie al lavoro degli investigatori fu possibile ricostruire tutte le attività dell’uomo in Spagna, Norvegia, Germania, Belgio e Olanda, ma anche Siria e Iraq, dove aveva vissuti prima di giungere in Italia. Lo stesso faceva parte su Telegram di un ristretto gruppo denominato “Lupi solitari” con cui condivideva video su come costruire una bomba e un detonatore con vecchi modelli di telefonini.

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