Ha confessato la strage, la figlia 28enne della coppia macedone residente da anni in Friuli. Blerta ha ammesso di aver ucciso la madre, il padre e la sorella di 14 anni, ma non è stata in grado di dire perché lo abbia fatto. Si conclude così il mistero della famiglia che era tornata al paese di origine in Macedonia per il matrimonio di un parente e che è stata trovata massacrata a colpi di pistola. Blerta, secondo le prime ricostruzioni, era rimasta a casa in Friuli, invece adesso emerge che c’era anche lei a Debar, cittadina al confine tra macedonia e Albania. E’ stato arrestato anche un uomo di 61 anni che le avrebbe procurato la pistola e aiutata a spostarsi. Secondo le ricostruzioni, la 28enne è partita in aereo da venezia la mattina stessa della strage, poi, accompagnata dall’uomo, ha ripreso un volo a Belgrado per tornare a casa in modo da non destare sospetti. Tra le ipotesi del triplice omicidio, una relazione amorosa che i genitori non avrebbero approvato e anche rapporti con la criminalità, ma al momento non c’è alcuna prova. E’ sopravvissuta la terza sorella, che adesso rimane sola al mondo (Agg. Paolo Vites)



LE IPOTESI

Prende forma la più tragica delle soluzioni del caso che ha scosso le comunità di Sacile e Cordignano, il massacro della famiglia Pocesta. La coppia era rientrata con le figlie in Macedonia per trascorrere le vacanze e partecipare al matrimonio di un congiunto. Lì sono stati uccisi nel sonno. La 14enne Anila era rimasta vittima dell’agguato con il padre e la mamma, quindi erano rimaste solo le altre due figlie, e già tutti piangevano per loro. Ma una di loro, la 28enne Blerta, sarebbe direttamente coinvolta nel triplice omicidio. Il ministero dell’Interno macedone ha confermato che c’è il «ragionevole sospetto» che sia stata la figlia maggiore a compiere il massacro. Ci sono però altre due persone fermate: una gli avrebbe venduto la pistola con cui ha compiuto la strage, l’altra le avrebbe dato supporto logistico. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire esattamente il triplice omicidio, per il quale era stato sospettato inizialmente anche Rasim Findo, cognato di Amit Pocesta. «Non ho fatto niente, è tutta una bugia. Non sono fuggito né ricercato, sono a casa mia. E non avevo problemi con mio cognato. Dovevamo dividere un terreno, ma non c’erano contrasti», aveva dichiarato. La pista economica non prende piede perché i Pocesta avevano usato quasi tutti i risparmi per acquistare la casa in Italia. I parenti intanto sono increduli: «Blerta è sempre stata una figlia modello. Studiosa e rispettosa. Viaggiava spesso per lavoro, anche all’estero. Se ha fatto le cose di cui l’accusano si è però trasformata in un mostro», ha detto il cugino Amir al Messaggero. (agg. di Silvana Palazzo)



“HA CONFESSATO IL TRIPLICE OMICIDIO”

Sarebbe stata Blerta Pocesta a uccidere i genitori e la sorella. Lei sarebbe l’autrice materiale dell’omicidio della coppia friulana di origine macedone, trucidata insieme alla figlia 14enne lo scorso 27 agosto a Debar, in Macedonia. La note del ministero dell’Interno macedone conferma che ci sono altre due persone fermate, una di 31 anni e l’altra di 61 anni, che avrebbero procurato l’arma usata nel delitto e facilitato la rapida partenza della 28enne verso l’Italia. Un giudice per le indagini preliminari ha ordinato il fermo di 48 ore per tutti e tre i sospettati. Amir Findo, nipote della coppia residente a Sacile, in provincia di Pordenone, ha dichiarato che la ragazza avrebbe confessato il triplice omicidio. Secondo il parente, come riportato da Repubblica, ci sarebbero numerose prove a carico della cugina. La notizia dell’arresto è stata lanciata anche su alcuni siti macedoni, secondo cui sarebbe stata Blerta Pocesta a ideare e compiere il triplice delitto.



FAMIGLIA MASSACRATA: ARRESTATA LA FIGLIA MAGGIORE

Amid Pocesta, la moglie Nazmije e la figlia 14enne Anila erano stati trovati morti in un lago di sangue alla vigilia del matrimonio di una parente. «Da quello che risulta alla nostra famiglia, la figlia maggiore, Blerta, ha confessato e si trova in galera», ha raccontato Amir Findo, come riportato da Repubblica. Le persone arrestate sarebbero state identificate grazie all’esame del Dna effettuato sui campioni prelevati nei giorni scorsi. Tra le prove raccolte dagli inquirenti ci sarebbero alcune foto che la ritrarrebbero in Macedonia nelle stesse ore della tragedia. Un elemento che contraddirebbe quanto sostenuto in precedenza, cioè che la giovane si trovasse in Italia in quei giorni. Mukades, la secondogenita dei Pocesta, è l’unica sopravvissuta al massacro. Secondo il cugino non c’entra nulla col triplice omicidio: «Era rientrata in Italia per lavoro qualche giorno prima dell’esecuzione notturna degli zii e di Anila. Quando ha saputo della tragedia è ripartita subito».