Il crollo del Ponte Morandi a Genova non ha lasciato indifferenti quasi nessuno: le storie di chi non ce l’ha fatta e quelle invece di chi, miracolosamente, sono rimaste in vita in modi assurdi anche solo da immaginarsi, figuriamoci da vivere in prima persona. È ad esempio il caso di Gianluca Ardini, 29enne camionista rimasto appeso per diverse ore ad un cavo della suo mezzo dopo il crollo terribile del viadotto quel tragico 14 agosto scorso: intervistato oggi per la prima puntata di Pomeriggio 5, il ragazzo ha raccontato tutto il suo dolore per quanto successo (il suo collega accanto a lui, purtroppo, non ce l’ha fatta ed è morto sommerso dalle macerie del Morandi, ndr) ma anche la gioia di poter raccontare una esperienza difficilmente “commentabile”. «Sono un miracolato, non mi viene da dire altro: ora sto bene, ma mi è passata tutta la vita davanti». Quel camioncino bianco è stato inghiottito dal ponte crollato attorno a mezzogiorno, ma Gianluca in qualche modo è rimasto “intrappolato” nei cavi, dopo un volo di 45 metri: è rimasto in vita e di fatto quasi senza graffi dopo il recupero di diverse ore messo in atto dalla Protezione Civile e dai Vigili del Fuoco.
LA COMPAGNA: “SALVO, VOLEVA CONOSCERE IL NOSTRO BIMBO”
«Gianluca è rimasto aggrappato – ha raccontato Giulia, la compagna incinta anche lei presente oggi in tv a Mediaset – anche per la volontà di vedere nascere suo figlio, e mentre si trovava appeso sono arrivati i pompieri, gli hanno detto di restare immobile, perché qualsiasi movimento avrebbe potuto scatenare un nuovo crollo, e poi lo hanno tirato giù». Il salvataggio dei Vigili è stato incredibile e da allora Gianluca oltre al misterioso destino, deve la vita anche a quegli uomini: «non riusciamo a capire come sia rimasto lì. Con il suo furgone è caduto giù per una quarantina di metri e forse è rimasto incastrato tra le macerie, neppure lui riesce a ricordare perfettamente. E’ un miracolo», ha spiegato la compagna, innamorata e sempre a fianco del suo Gianluca.