Diverse categorie di precari esclusi devono essere ammessi con riserva al concorso per abilitati: lo ha deciso il Consiglio di Stato che ha inviato gli atti alla Corte Costituzionale per la decisione finale. Proprio nell’allargare la possibilità di partecipazione ai cosiddetti “non abilitati” – dottori universitari, insegnanti tecnico pratici, docenti dell’alta formazione musicale, gli Isef dell’educazione fisica, gli insegnanti di Italiano per stranieri, gli abilitati all’estero – il Consiglio di Stato ha sollevato la questione di legittimità costituzionale proprio per questo concorso. La magistratura amministrativa ipotizza che l’indizione di un concorso riservato ad abilitati sia discriminatoria verso altri precari della scuola. Come riportato da Repubblica, se questa interpretazione fosse fatta propria dalla Consulta, ma serve almeno un anno per la pronuncia, il ministero dell’Istruzione dovrebbe mettere la parola fine ai concorsi facilitati che hanno provato a mettere ordine nella galassia precaria della scuola italiana. (agg. di Silvana Palazzo)
“DOTTORATO È ABILITANTE”
La bocciatura del concorso docenti riservato ai precari abilitati, da parte del Consiglio di Stato, apre nuovi scenari nel mondo della scuola e passa, di fatto, quella che è una vera e propria “patata bollente” nelle mani della Corte Costituzionale. Dopo la decisione a sorpresa dei giudici di Palazzo Spada, infatti, adesso toccherà alla Consulta esprimersi mentre, per adesso, tutte le categorie di precari sono state ammesse facendo tornare all’attenzione generale una questione da troppi anni dibattuta, ovvero quella relativa ai titoli di studio e ai dottorati di ricerca. Nelle motivazioni infatti si legge che il suddetto dottorato “è un titolo abilitante” e dunque l’esclusione di alcune intere categorie di insegnanti sia stata frutto solo di scelte arbitrarie e che i dottori di ricerca dovevano essere ammessi alla prova dal momento che il loro titolo di studio è uno dei più alti previsti dal nostro ordinamento. Che in futuro si vada verso una sorta di “automatica” abilitazione a insegnare nelle scuole secondarie di chi possiede questo requisito? (agg. di R. G. Flore)
LE MOTIVAZIONI DEL CONSIGLIO
La decisione sull’ammissibilità del concorso straordinario riservato agli abilitati spetterà alla Corte Costituzionale. Ma la procedura concorsuale non è stata bloccata in attesa della decisione: il concorso va avanti secondo il suo iter. Quindi i ricorrenti sono ammessi alla prova orale non selettiva del concorso con riserva. Al momento non ci sono dichiarazioni del ministro Bussetti sull’argomento. Nelle scorse settimane però aveva annunciato nuovi concorsi. E infattil’avvio dei concorsi e il futuro reclutamento sono due temi all’ordine del giorno della riunione calendarizzata al Miur per il prossimo 6 settembre. «Certo che ci saranno concorsi nella scuola: saranno utilizzati per il nuovo reclutamento sia per il personale docente che per quello non docente. Abbiamo intenzione di attivarli già da settembre. Dobbiamo rivedere tutto un sistema che in questo momento ha tante posizioni da chiarire. Ci vuole calma, ordine, attenzione e grande riflessione. Noi ce la stiamo mettendo tutta», le parole di Bossetti nelle scorse settimane. (agg. di Silvana Palazzo)
CONSIGLIO DI STATO, “DISPARITÀ DI TRATTAMENTO”
Sarà la Consulta ora a decidere sulla costituzionalità o meno del concorso straordinario riservato agli abilitati per i precari delle scuole medie e superiori. Sono in migliaia, ora i candidati in attesa della decisione della Corte Costituzionale in merito alla questione della legittimità della norma attuativa della Buona Scuola. Il concorso intanto non viene sospeso ma sono stati ammessi con riserva i candidati appartenenti alle categorie escluse. Il percorso delle prove già partito molti mesi fa, dunque, va avanti su decisione dei giudici amministrativi che hanno optato per la non sospensione del concorso. Nell’ordinanza del Consiglio di Stato con cui si rimette alla Consulta la questione di legittimità costituzionale gli stessi giudici ribadiscono come mantenere la riserva ai soli abilitati rappresenterebbe una irragionevole disparità di trattamento rispetto ai laureati. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
AMMESSI CON RISERVA CANDIDATI ESCLUSI
La Consulta si occuperà del concorso straordinario per docenti precari delle scuole medie e superiori, riservato ai soli “abilitati”. La norma attuativa in materia della legge sulla Buona Scuola è stato rinviato dal Consiglio di Stato alla Corte Costituzionale. In attesa della decisione, il concorso – che interessa migliaia di candidati – non è stato sospeso, ma sono stati ammessi con riserva i candidati appartenenti alle categorie escluse. La sesta sezione del Consiglio di Stato ha rimesso alla Consulta la questione di legittimità costituzionale che verte nello specifico sull’art. 17 comma 2 lett. b) e comma 3 del decreto legislativo 59/2017, quello che ha attuato la Buona Scuola, norma che puntava al riordino del sistema di reclutamento degli insegnanti delle scuole secondarie. Questi commi dispongono un concorso straordinario riservato a chi possiede, oltre alla laurea, anche il titolo necessario nel sistema previgente. Ma il Consiglio di Stato osserva che ciò costituirebbe una irragionevole disparità di trattamento rispetto ai laureati.
SCUOLA, CONCORSO PRECARI “ABILITATI”: ATTI A CONSULTA
«Nel periodo dal 1990 al 2017, quando l’abilitazione era titolo necessario per accedere ai concorso averla conseguita o meno è dipeso da un complesso di circostanze casuali, non dipendenti dalla diligenza o dal merito dell’interessato, cosicché, il mantenere la riserva agli abilitati costituirebbe un’irragionevole disparità di trattamento rispetto ai laureati». A scriverlo sono i giudici della Consulta, che non hanno sospeso il concorso, essendo già partito da mesi il percorso delle prove, ma hanno rinviato alla Corte Costituzionale la questione. Ma il Consiglio di Stato ha sollevato un’altra questione di legittimità costituzionale delle stesse norme. Anche ammessa la validità della riserva, non vengono considerati tra i titoli abilitativi anche i dottorati di ricerca. Il Consiglio di Stato in una nota ha precisato anche che l’ordinanza riguarda il solo insegnamento nella scuola secondaria, quindi è del tutto estranea alla questione dei “diplomati magistrali” che riguarda invece la scuola primaria.