La proposta che ferma le diesel euro 3 al nord è sicuramente importante per limitare lo smog, si tratta di una scelta che però ha fatto discutere. Basti pensare che sono oltre un milione le automobili che sono state fermate con relativi problemi per i loro proprietari. I livelli di polveri sottoli nell’aria ha però obbligato prendere delle contromisure. Le misure anti-smog scattano in base al “nuovo accordo per la qualità dell’area nel bacino padano” e sono tutelate dall’accordo tra il Ministero dell’Ambiente e le regioni Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Il provvedimento in questione dovrebbe rimanere in vigore almeno fino al 31 marzo prossimo per un ampio spettro di tempo che potrebbe portare a complicazioni da chiarire. Rimane una grande confusione rispetto alle regole che sembrano essere disomogenee e che si presentano poco coerenti. Nelle prossime ore però tutto potrebbe diventare più chiaro. (agg. di Matteo Fantozzi)



MILANO RIAPRE L’AREA C

Come annunciato, da oggi 1 ottobre è partito il piano anti smog concordato fra le regioni della Pianura Padana, e cioè Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, destinato a rimanere in vigore fino al 31 marzo 2019. Un piano massiccio che fermerà ben tre milioni di vetture diesel Euro 3. In realtà in Piemonte il divieto è stato posticipato di una settimana. A Torino invece, unica città, divieto totale per le auto non catalizzate tutti i giorni dell’anno 24 ore su 24. A Milano da oggi il divieto di accesso in Area C riguarda i veicoli merci alimentati a gasolio Euro 4 e ai veicoli destinati all’autonoleggio con conducente (Ncc) maggiori di 9 posti senza fap classificati come diesel pesanti. Il piano prevede lo stop dal lunedì al venerdì dalle 8 e 30 alle 18 e 30 per auto e veicoli commerciali disse fino a Euro 3, in Emilia Romagna fino a Euro 4. come si vede il piano è diverso per regione: comunità locali con più di 30 mila abitanti che dovrebbero essere integrate nel piano invece, come denuncia oggi il TgCom, molti comuni non hanno neppure deciso né tantomeno pubblicato modalità e orari. Gli assessori regionali predisposti al caso assicurano che regole comuni ci saranno entro il 2020. Nel piano, viene sottolineato anche “un’intesa al rialzo con norme condivise, sfidanti e ambiziose, abbinata a un pacchetto di 16 milioni di euro per ridurre le emissioni delle attività agricole, zootecniche e favorire la rottamazione dei mezzi più inquinanti”, con bonus regionali ad hoc. Già fissate poi le prime due domeniche ecologiche, cioè con divieto per tutti i veicoli, il 7 ottobre e il 4 novembre (Agg. Paolo Vites)



DIVIETO DIESEL EURO 3

Sarà un lunedì di passione quello che domani saranno costretti ad affrontare milioni di automobilisti italiani. Dal primo ottobre 2018 scattano infatti le nuove misure anti-inquinamento nelle aree urbane, con conseguente blocco dei diesel Euro 3, quelli indicativamente immatricolati fra l’anno 2001 e il 2005. Le regioni che aderiranno, salvo deroghe delle ultime ore, saranno Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Il blocco sarà attivo fino al 31 marzo del 2019, dal lunedì al venerdì, e in determinate fasce orarie. Stando a quanto sostiene l’Aci, 2.2 milioni di automobili e 790mila furgoni non potranno circolare nelle aree interessate dai blocchi.



AUTMOBILISTI NEL CAOS

Il problema principale, é che per ogni comune ci sono direttive differenti, e ciò rischia di creare il caso fra gli automobilisti. In Lombardia i mezzi si fermeranno da lunedì a venerdì dalle 7:30 alle 19:30 nei 209 comuni di Fascia 1 e in quelli con popolazione superiore ai 30.000 abitanti, appartenenti alla fascia 2, leggasi Varese, Lecco, Vigevano, Abbiategrasso e San Giuliano Milanese. Non rientrano nel blocco ambulanti, medici, veterinari in visita urgente, lavoratori che non possono usare mezzi di trasporto a causa degli orari dei turni, parroci e veicoli con a bordo almeno tre persone. In Veneto il blocco sarà leggermente più blando, dalle 8:30 alle 18:30, nelle aree urbane dei comuni superiori ai 30mila abitanti: esclusi chi ha un reddito basso e gli over 70. In Piemonte, infine, quasi tutti i comuni hanno posticipato l’entrata in vigore dei blocchi: in settimana riunione decisiva a riguardo.