I genitori di Matteo Renzi e l’imprenditore Luigi Dagostino sono stati rinviati a giudizio per il reato di emissioni di fatture false da 140mila e 20mila euro. Secondo la procura di Firenze le fatture sarebbero state emesse per una prestazione inesistente, un progetto per l’ampliamento di The Mall, outlet nei pressi di Rignano sull’Arno. Inoltre, secondo l’accusa le somme versate a due società – Party ed Eventi 6 – controllate dai Renzi sarebbero state sproporzionate al progetto presentato. A sborsare i soldi Dagostino, il “re degli outlet”, all’epoca dei fatti amministratore di Tramor srl. E l’imprenditore era consapevole di pagare ai Renzi più del dovuto. Lo conferma un’intercettazione: «Lo so benissimo che questo è un lavoro che valeva al massimo 50-60-70 mila euro. Ma se tu me ne chiedi 130 e sei il padre del presidente del Consiglio mi posso mettere a discutere con te e chiederti di farmi lo sconto?». Intanto Alessandro Traversi, legale di Dagostino, è pronto a dimostrare «l’assoluta insussistenza della tesi accusatoria» perché «ci sono solo incongruità delle fatture che in quanto tali, se la prestazione è stata pagata, non sono false come ha stabilito la Cassazione». (agg. di Silvana Palazzo)
A GIUDIZIO EX SOCIO LUIGI DAGOSTINO
La prima udienza del processo che a Firenze li vede imputati per l’oramai nota storia della fatture false andrà in scena il 4 marzo 2019, accontentando in un certo senso Tiziano Renzi e sua moglie Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo, col primo dei quali che a suo tempo aveva chiesto di “essere processato in qualunque momento” per dimostrare la sua innocenza. Sotto la lente di ingrandimento dei giudici infatti ci sono due fatture, una da 20mila e l’altra da 140mila euro ed entrambe risalenti al 2015, quando furono pagate a favore della società Party srl (nella quale era socio anche Luigi Dagostino, imprenditore pugliese originario di Barletta) e ad Eventi 6: infatti pare che sarebbero state dovute a degli studi mai effettuati e per questo motivo a finire sotto inchiesta è stato anche lo stesso Dagostino che, rispetto ai genitori di Renzi, dovrà rispondere in aggiunta pure dell’accusa di truffa. “Le fatture ci sono e sono state regolarmente pagate mentre il progetto a cui ha lavorato Tiziano Renzi è in corso di realizzazione” ha detto il legale dei due coniugi, spiegando di avere fiducia nel buon esito del procedimento. (agg. R. G. Flore)
A PROCESSO I GENITORI DELL’EX PREMIER
Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo, sono stati rinviati a giudizio per false fatture. A processo anche l’imprenditore Luigi Dagostino, a cui viene contestato anche il reato di truffa. La richiesta di rinvio a giudizio era arrivata lo scorso 11 maggio, mentre l’avviso di conclusione delle indagini era stato notificato lo scorso 18 aprile. Lo scorso 22 marzo, dopo aver deciso di non presentarsi all’interrogatorio di fronte ai pm, il padre di Tiziano Renzi dichiarò: «Voglio che mi processino, d’ora in poi mi avvarrò della facoltà di non rispondere». Tiziano Renzi in una lunga lettera espresse il suo malessere: «All’improvviso e del tutto casualmente dal 2014 la nostra vita è stata totalmente rivoluzionata: da cittadino modello a pluri-indagato cui dedicare pagine e pagine sui giornali. Alla veneranda età di 67 anni confesso la mia stanchezza». Il padre dell’ex segretario del Pd raccontò della sua vita professionale e personale stravolta: «Dopo anni di onorata carriera, senza alcun procedimento penale mai aperto in tutta la mia vita nei miei confronti, mi sono trovato improvvisamente sotto indagine in più procure d’Italia per svariati motivi». (agg. di Silvana Palazzo)
MAMMA LAURA E PAPÀ TIZIANO, “TRITACARNE MEDIATICO”
Dopo la difesa dei legali dei coniugi Renzi, occorre forse fare un passo indietro e addentrarci nella vicenda che ha portato ancora una volta la famiglia dell’ex premier “travolta” nel gran circo mediatico-giudiziario. Secondo i pm che hanno indagato nei mesi scorsi, quelle famose fatture sarebbero state pagate dopo operazioni inesistenti tramite consulenze mai fatte: la grave accusa, risalente come tempistica dei fatti, al 2015, vedrebbe la Tramor srl (che gestisce l’outlet di Reggello) aver pagato le società Party ed Eventi 6, controllate dai genitori di Renzi. In queste indagini, va detto, i pm e gli investigatori non hanno finora trovato riscontri convincenti relativamente al prezzo. Secondo i legali della famiglia Renzi, la vicenda è del tutto pretestuosa e si offre al consueto «tritacarne mediatico»: ora si vedrà nel processo, visto che finora gli unici dati forniti sono stati quelli “filtrati” dalle fonti del Fatto Quotidiano e poi diffusi ad altri media nazionali, ma occorre attendere ora la replica della difesa di Tiziano Renzi e Laura Bovoli.
FIRENZE, RINVIATI A GIUDIZIO TIZIANO RENZI E LAURA BOVOLI
Come ampiamente preventivato anche dagli stessi protagonisti della vicenda legata alle fatture false, Tiziano Renzi e Laura Bovoli – i genitori dell’ex premier Matteo Renzi – sono stati rinviati a giudizio dal Gip di Firenze Silvia Romeo con l’accusa di emissione di fatture false da parte di alcune loro società. La notizia rilancia anche il rinvio a giudizio dell’imprenditore Luigi Dagostino, che oltre alle stesse accuse dei Renzi ha in più a carico il reato di truffa. Il processo, spiega l’Ansa, comincerà il 4 marzo 2019 con l prima udienza a Firenze davanti alla giudice Lisa Gatto: secondo quanto emerso dallo sviluppo delle indagini, le fatture finite sotto controllo dagli inquirenti sarebbero due da 20mila e 140mila euro più Iva proprio nell’ambito di alcune loro società e tramite gli affari con l’imprenditore indagato. «Stop allo stillicidio, chiedo di essere processato ovunque», aveva richiesto Tiziano Renzi tempo fa con un’annuncio a mezzo stampa, dopo i casi Consip e fatture false che emergevano. Oggi però la giustizia non si ferma e porta a processo i genitori dell’ex segretario del Partito Democratico: «Secondo i pm Luca Turco e Christine von Borries, e dopo le indagini della Guardia di finanza, furono pagate fatture per operazioni inesistenti, ovvero consulenze mai fatte».
IL PRIMO COMMENTO DEI CONIUGI RENZI
Nello specifico, si parla di questioni risalenti alla gestione dell’outlet The Mall di Reggello (Firenze) e la Tramor Srl, come spiega il Fatto Quotidiano: «L’outlet è molto frequentato dai compratori e gravita nell’orbita della holding globale del lusso Kering. Le fatture a cui non credono gli inquirenti sono due, da 20.000 e 140.000 euro, più l’Iva, e risalgono al 2015», riportano i colleghi del quotidiano di Marco Travaglio, utilizzando fonti investigative. Immediato il primo commento della difesa, con l’avvocato dei Renzi che spiega «Era una decisione scontata da quando abbiamo scelto di chiedere il processo nel marzo 2018. Vogliamo infatti difenderci in un processo vero e non nel tritacarne mediatico», rilancia il legale Federico Bagattini, difensore dei coniugi Renzi, prima di concludere «Anche perché le fatture ci sono, sono state regolarmente pagate e il progetto per il quale Renzi ha lavorato è in corso di realizzazione: siamo dunque molto fiduciosi sul merito del procedimento».