Un medico di Messina è finito nella bufera nelle ultime settimane per aver affisso un cartello con il quale invitava i pazienti a lavarsi prima di presentarsi alle visite. È stata anche aperta una procedura disciplinare a suo carico, ora ha deciso di rompere il silenzio. Il primario di Nefrologia ha inviato una lettera agli specializzandi che gli chiedevano spiegazioni e alla signora che aveva denunciato il caso al Policlinico. «Ho scritto alla signora che ha chiesto spiegazioni al Policlinico e ai tanti specializzandi che me lo chiedevano. Ma non posso dire altro, cerchi di capire», si è invece limitato a dire ai microfoni di MeridioNews il medico, preferendo non commentare i venti di bufera da cui è stato travolto. Dopo il polverone però tanti sono stati anche gli attestati di stima nei confronti del professore, che rappresenta un punto fermo per pazienti e medici dell’ospedale di Messina.
IL PRIMARIO SI DIFENDE: “DEVO TUTELARE LA LORO SALUTE”
«Il mio annuncio aveva, seppur forse in maniera poco convenzionale, lo scopo di sensibilizzare i pazienti su un punto assai delicato, quello dell’igiene personale». Questa la spiegazione fornita dal primario di Nefrologia dell’ospedale di Messina. L’unico obiettivo, spiega il medico, è proteggere la salute dei pazienti. «Hanno patologie renali e spesso sono anziani fragili, pazienti complessi la cui gestione necessita particolare attenzione anche da un punto di vista igienico». Ci sono diverse patologie che motivano per il primario il ricorso a quel cartello dai toni duri. Al termine della lettera, come riportato da MeridioNews, ha affrontato anche l’aspetto della vicenda legato al procedimento disciplinare nei suoi confronti. E lo fa con amarezza: «Prima che potessi conoscere i termini della questione e senza riferirsi alla mia versione dei fatti, i rappresentanti dell’amministrazione aziendale e universitaria sono intervenuti sui media per predisporre, con forza, procedimenti punitivi nei miei confronti e tutto ciò contro il normale iter amministrativo di cui il sottoscritto doveva, a mio parere, essere il primo informato».