Dopo la lite “sedata” tra Toti e Di Maio, rischia di esplodere altro attrito sull’asse Governo-Comune di Genova, mentre ancora si attendono i primi avvisi di garanzia degli indagati per il crollo del ponte. A rinfocolare la polemica è Pietro Piciocchi, Assessore al Bilancio nella giunta Bucci, che in una intervista a Telenor striglia l’esecutivo gialloverde in merito alle ultime critiche fatte da Toninelli e Di Maio: «L’uscita di Toninelli? Parli con cognizione di causa. Ancora non sappiamo chi costruirà il ponte, a noi interessa solo che si faccia presto». Non solo, Piciocchi sottolinea e inquadra i tre temi fondamentali che dovranno essere la vera agenda per il prossimo futuro di Genova: «Il primo riguarda il debito dell’ente perché il comune di Genova è tra i più indebitati d’Italia, 1 miliardo 140 milioni. Stiamo facendo azioni importanti di rivisitazione. Il secondo è il tema della Fiera di Genova. Come sapete abbiamo fatto partire un bando importantissimo, c’è un buco di bilancio che la Corte dei Conti ha stigmatizzato e che noi abbiamo ereditato, quindi è fondamentale che parta il prima possibile il progetto di riqualificazione e di rilancio. Il terzo tema è l’Amiu su cui abbiamo fatto un lavoro enorme, la partenza di Scarpino è un fatto fondamentale, abbiamo messo a posto i conti. Il rilancio industriale è cruciale perché i nostri cittadini non siano gravati dalla Tari per i prossimi anni». (agg. di Niccolò Magnani)
DI MAIO: “NESSUNO SCONTRO CON TOTI”
Secondo la Uil Liguria, la ricostruzione del Ponte Morandi deve essere il vero perno prioritario di tutta la vicenda genovese: «Riteniamo indispensabile procedere celermente alla ricostruzione del ponte Morandi, compatibilmente alla realizzazione di un’opera fatta a regola d’arte e compiuta nel perimetro della sicurezza e della legalità. Cogliendo l’occasione della ricostruzione, dobbiamo pensare in prospettiva e in termini di sviluppo alla nuova viabilità, gronda compresa, facendo diventare strutturali alcuni provvedimenti di emergenza», ha spiegato Mario Ghini, segretario generale della Uil ligure. Così come tutti gli altri sindacati e le associazioni in difesa dei cittadini consumatori, il rapporto tra l’amministrazione e la cittadinanza nei prossimi mesi sarà decisivo e importantissimo per poter realmente ripartire dopo il tremendo “caos” nato il 14 agosto. Sul fronte politico invece, arriva la “replica” di Luigi Di Maio alle parole di Toti, che a sua volta aveva commentato alcune uscite del Ministro M5s non propriamente piaciute al Commissario genovese: «Sono stato messo in contrapposizione con Toti. È sbagliato parlare di scontro politico. Riconosco tutto il lavoro che stanno facendo Comune e Regione nell’aiutare gli sfollati e dal mio punto di vista, ma l’ho detto a noi stessi, serve un decreto Genova il primo possibile perché ci sono una serie di interventi urgenti che deve fare lo Stato», ha spiegato stamane il vicepremier grillino. (agg. di Niccolò Magnani)
PM: “2 COMMISSARI MIT INCOMPATIBILI”
I pm di Genova – come anticipato qui sotto – hanno avvertito il Mit della possibile incompatibilità di altri due commissari, dopo quelli già dimessi/fatti dimettere due settimane fa, Antonio Brencich e Roberto Ferrazza. Santoro e Franzese, invece, sono contenuti nella prima lista di nomi trasmessa dalla Guardia di Finanza alla Procura di Genova (ci sarebbero in tutto 26 persone iscritte in quel fascicolo) e rischiano perciò di essere indagati nelle prossime settimane. Per questo motivo, il pm Cozzi ha avvertito del forte rischio con il contemporaneo ruolo di ispettori ministeriali sul ponte Morandi: inoltre, Santoro ha un passato di incarichi nominati da Autostrade il che non lo mette in “buona posizione” rispetto ai possibili conflitti di interesse che potrebbe nutrire nell’indagare sul disastro del viadotto Morandi. Va ricordato che sia Brencich quanto Ferrazza furono allontanati perché avevano sottoscritto il via libera al restyling del ponte genovese in alcuni documenti nel febbraio 2018. (agg. di Niccolò Magnani)
DECRETO LEGGE PER GENOVA
Dopo circa tre settimane dal crollo del ponte Morandi, il governo vara le misure per gestire la crisi genovese, a cominciare dall’introduzione di un decreto legge per la città, e arrivando fino alla revoca delle convenzioni autostradali. Di mezzo, la ricostruzione del viadotto affidata ad un’azienda controllata dallo stato, e il potenziamento delle attività ispettive del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ovviamente, quella di ieri, non è stata giornata semplice e senza tensioni. Diversi infatti i momenti di protesta da parte degli sfollati di Genova, durante in consiglio comunale e regionale congiunto, a cui ha replicato il ministro Toninelli, con un alloggio previsto per ognuna delle persone senza casa entro il mese di novembre. Infine, uno scontro a parole fra il governatore Toti e il ministro del lavoro Di Maio, un botta e risposta a distanza senza esclusione di colpi. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
AUTOSTRADE SAPEVA?
I problemi al ponte Morandi di Genova erano noti ai tecnici di Autostrade dal 2015. E’ questa l’ultima grave accusa nei confronti delle persone preposte alla sicurezza del viadotto ligure, da parte de La Repubblica. Il quotidiano svela oggi un retroscena risalente al giugno di 3 anni fa, quando Aspi commissionò alla Ismes uno studio sulle procedure di sorveglianza e il monitoraggio statico. Secondo il giornale, tale decisione derivava dal fatto che qualcuno all’interno di Autostrade aveva dei dubbi sulla tenuta del viadotto poi crollato. Lo studio di Ismes fu realizzato nei primi tre mesi del 2016, con l’azienda che suggerì di implementare le ispezioni e nel contempo di installare dei sensori per monitorare continuamente il viadotto. Si arrivò così all’ottobre del 2017 quando Autostrade diede il via libera ai lavori, chiedendo 20 milioni di euro al ministero: l’opera di messa in sicurezza sarebbe dovuta iniziare nel 2019. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TOTI VS DI MAIO
La tensione sul crollo del Ponte Morandi resta alta tra le istituzioni. Oltre alle dichiarazioni del Ministro Toninelli, c’è da registrare l’attacco del Governatore della Regione Liguria, Toti, al vicepremier Di Maio, accusato di aver prodotto più parole che fatti a quasi un mese dalla tragedia. Sono state le parole di Di Maio sugli sfollati “lasciati in balia della società Autostrade” a scatenare l’ira di Toti: “Caro Luigi Di Maio, ma a Genova ci sei pure venuto, come fai a dire queste cose? Le famiglie che hanno dovuto abbandonare le loro case stanno tutte avendo un alloggio pubblico. E a tempo di record, grazie a Comune e Regione. I soldi che ricevono sono quelli decisi dal Governo, quindi da Di Maio stesso. Se pensa che siano pochi, li aumenti subito, noi siamo più che d’accordo. Per aiutare Genova servono meno polemiche e più fatti concreti. Noi aspettiamo le leggi che ci consentano di aprire e accelerare cantieri, risarcire cittadini e imprese, e ricostruire il ponte.” (agg. di Fabio Belli)
PD A MINISTRO: “FACCIA NOMI”
Si sono vissuti attimi di grande tensione alla Camera durante l’intervento di Danilo Toninelli, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che parlando del crollo del ponte Morandi di Genova ha rivendicato il merito di aver ottenuto la pubblicazione integrale delle convenzioni con le concessionarie autostradali. Un risultato che l’esponente grillino ha sostenuto di aver raggiunto “nonostante le pressioni, interne ed esterne, che abbiamo subito”. Ma è stato a questo punto che dalle opposizioni, in particolare dal Pd, si è scatenata la bagarre con l’invito rivolto a Toninelli di fare “nomi e cognomi” di coloro che hanno esercitato queste presunte “pressioni”. Il titolare del Mit si è espresso anche sul tema della vigilanza, come riporta l’Huffington Post, annunciando “il potenziamento del servizio ispettivo che opera presso il Ministero, partendo dall’assunzione di tanti giovani ingegneri che potranno restituire a questa struttura il suo ruolo fondamentale di controllo e vigilanza”. (agg. di Dario D’Angelo)
TONINELLI, “AUTOSTRADE PAGHERA’ MA NON RICOSTRUIRA’ PONTE”
Comunicazioni alla Camera sul crollo del ponte Morandi infuocate quelle che hanno visto protagonista oggi il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che in Aula ha parlato di “pressioni, interne ed esterne, che abbiamo subito”, ma che a suo dire non avrebbero impedito al governo di mettere “a disposizione della collettività atti che tanti cittadini nel corso degli anni hanno richiesto all’Amministrazione, vedendosi sempre sbattere portoni in faccia“. Al di là della bagarre in Aula (clicca qui per l’approfondimento), la dichiarazione probabilmente più importante è stata quella in cui il titolare del Mit ha annunciato:”Non sarà Autostrade per l’Italia a ricostruire il ponte“. Come riportato da La Repubblica, l’esponente M5s ha dichiarato:”La ricostruzione sarà affidata a un soggetto pubblico, ma a pagare i costi sarà la società concessionaria Aspi. Il governo è compatto nel ritenere che i lavori di ricostruzione del ponte non possano essere affidati ed eseguiti da chi giuridicamente aveva la responsabilità di non farlo crollare“. Secondo Toninelli, “lasciare ad Autostrade per l’Italia la ricostruzione del viadotto sarebbe una follia e irrispettoso nei confronti dei familiari delle vittime. La ricostruzione va affidata a un soggetto a prevalente o totale partecipazione pubblica dotato di adeguate capacità tecniche, mantenendo in capo al concessionario l’ovvio onere dei costi (…) Sulla ricostruzione del ponte dovrà esserci il sigillo dello Stato“.
TONINELLI SU CONCESSIONI E SFOLLATI
Nel corso del suo intervento alla Camera, il ministro Toninelli si è soffermato anche sul tema delle concessioni:”D’ora in avanti, tutti i concessionari, pubblici o privati che siano, saranno vincolati a reinvestire gran parte degli utili nell’ammodernamento delle infrastrutture che hanno ricevuto in concessione e dovranno comprendere che l’infrastruttura non è una rendita finanziaria, ma un bene pubblico del Paese”. Toninelli si è scagliato anche contro gli esecutivi del passato:”Saranno cancellate le convenzioni nelle quali i costi sono pubblici e i profitti privati come quelle stipulate sotto di Governi di Prodi e Berlusconi. Questo Governo farà di tutto per rivedere integralmente il sistema delle concessioni autostradali e degli obblighi convenzionali, per impostare questi rapporti sulla base di nuovi princìpi e di più soddisfacenti equilibri giuridico-economici”. Promesse importanti anche sul fronte degli sfollati:”Tutte le persone sfollate riceveranno una sistemazione entro 3 mesi“, ha detto nel giorno in cui è andata in scena la loro protesta nel Consiglio Regionale ligure.