Il Comune di Milano non indietreggia rispetto alla documentazione vaccinale: “Niente nido né asilo per chi non ha i documenti in regola”. E così è stato ieri per una bimba di due anni che si è vista bloccata l’ingresso del nido nel quartiere Barona. La madre ha chiamato la polizia ma poi si è arresa al suo destino senza poter far altro; gli agenti si sono limitati a spiegarle che la scuola ha semplicemente applicato la legge. Nel frattempo gli altri irregolari non si sarebbero ancora presentati o stanno cercando di mettersi in regola. Come spiega Repubblica.it nell’edizione online, il termine ultimo per consegnare i documenti nell’ufficio che il Comune ha aperto in Alzaia del naviglio grande è lunedì. Al momento però il sindaco Beppe Sala si dice soddisfatto rispetto ai problemi limitati: “Mi sembra che il tema sia troppo enfatizzato, i numeri a Milano ci dicono che i problemi sono molto limitati, li gestiamo con il buon senso, mi pare una strumentalizzazione su un problema che davvero limitato”, ha detto alle telecamere della Rai. A sua detta, la comunicazione sarebbe la chiave: “Mi pare che attraverso il dialogo e parlando con le famiglie tutto si risolva. Noi continueremo a fare come l’anno scorso, non è cambiato nulla. La linea del Comune continuerà: certamente ascolto, ma con il punto fermo che i vaccini vanno fatti”, ha concluso. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
SCUOLA IRREMOVIBILE
Il caso della bimba non vaccinata alla quale non è stato permesso l’ingresso in un asilo di via Barona a Milano ha scatenato di nuovo le proteste degli istituti scolastici, irremovibili nel tutelare le condizioni di altri studenti, soprattutto nei casi in cui all’interno delle classi possono esserci bimbi immunodepressi. In questo senso, capita come a mettere un punto definitivo sulla questione il dietrofront del Governo che, dopo mesi di ripensamenti, ha deciso di mantenere a tutti gli effetti il decreto Lorenzin, che obbliga alla certificazione delle vaccinazioni per ottenere l’iscrizione a scuola. Una legge chiara come richiesta dalle scuole, evitando i dubbi delle autocertificazioni e riuscendo quantomeno a sgombrare il campo sulle “iscriziioni fai da te”: senza vaccinazioni, si continuerà a non entrare a scuola. (agg. di Fabio Belli)
“SCUOLA HA APPLICATO LEGGE”
Questa mattina ad una bambina non vaccinata è stato impedito l’accesso all’asilo nido in quanto ritenuta non in regola con la documentazione relativa alle vaccinazioni obbligatorie per legge. E’ accaduto a Milano, davanti ad un istituto di via Barona dove la madre della piccola, dopo aver appreso che la sua bambina non sarebbe entrata all’asilo, ha deciso di chiamare la polizia dopo che una maestra le aveva detto di riportare la sua bambina di due anni a casa. Fortunatamente, come spiega Corriere.it nell’edizione milanese online, l’episodio non ha scatenato reazioni violente. La madre si è giustificata asserendo di aver effettuato la prenotazione alla Asl e di essere convinta che sarebbe bastato questo a far entrare tranquillamente la piccola in classe insieme ai suoi compagni. Pur senza sollevare discussioni, ha però deciso di segnalare l’accaduto alla polizia. Di contro però, gli stessi agenti le hanno spiegato di non poter fare nulla in quanto la scuola stava solo applicando la legge.
UNICO CASO SEGNALATO A MILANO
Quello accaduto questa mattina davanti ai portoni di un asilo nido di Milano, sarebbe stato il solo caso segnalato dal Comune del Capoluogo lombardo in merito ai nidi ed alle materne frequentate da circa 33 mila bambini. Il Comune aveva inviato un avviso via mail alle 600 famiglie con bambini fino a 6 anni non ancora in regola con la documentazione vaccinale e pare che circa due terzi si sarebbe messo in regola. Il Governo ha scelto di permettere l’iscrizione a scuola tramite autocertificazione e per questo sono stati avviati in tutta Italia da parte dei Nas nelle scuole per verificare la veridicità della documentazione. Stando a quanto emerso, i controlli sarebbero partiti già da ieri in nidi e materne ma andranno avanti anche nei prossimi giorni in altre scuole selezionate a campione allo scopo di individuare eventuali casi di falsificazione della documentazione non solo autoprodotta ma anche in merito ai certificati delle Asl, come già accaduto in passato.