E’ stata importante la memoria difensiva degli avvocati della Lega, Roberto Zingari e Giovanni Ponti, che davanti al tribunale del Riesame chiamato a decidere sui sequestri che potrebbero causare la bancarotta del Carroccio, e ci sono molti passaggi inattesi, che probabilmente hanno contribuito al rinvio della decisione, anche se i legali della Lega sembrano avere una visione meno pessimista di Salvini. Nonostante la filosofia “antieuropeista” della Lega, nella memoria difensiva viene citata la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che nello scorso mese di giugno ha condannato l’Italia per violazione della proprietà privata relativamente all’abbattimento degli “ecomostri” di Punta Perotti. Scrivono gli avvocati Zingari e Ponti: “Sul punto è notorio che i principi affermati da una sentenza Cedu (nello specifico Giem contro Italia) sono direttamente applicabili al caso…“. La citazione della Corte Europea è stata sicuramente una carta a sorpresa, considerando che Salvini il 28 giugno parlava di “istituzione da chiudere” proprio relativamente a questa sentenza. (agg. di Fabio Belli) QUI LE ULTIME NOTIZIE LIVE SULLA SENTENZA DEL RIESAME



SALVINI RISCHIA

Secondo la Procura di Genova, nel momento in cui dovesse arrivare il via libera dal Tribunale del Riesame, immediato scatterebbe il sequestro dei fondi della Lega come previsto dalla Costituzione: così ha parlato il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi (lo stesso che indaga sul crollo del ponte Morandi, ndr) in attesa che domani la sentenza dei giudici arrivi sul tavolo del Palazzo di Giustizia. «La procura, nel caso in cui il tribunale del Riesame dovesse accogliere la decisione della Cassazione chiederà l’immediato sequestro dei fondi», spiega Cozzi in merito alla condanna inflitta al Carroccio per la “gestione” Bossi-Belsito del passato. Secondo la difesa invece, continuare a dire che i soldi attuali nelle casse della Lega siano un profitto del reato, «è un non senso giuridico, anche se ci rimettiamo alla decisione del Tribunale», chiosa l’avvocato Ponti. (agg. di Niccolò Magnani)



DATI PWC E LE SPERANZE DI SALVINI

Salvini spera nella multinazionale Pwc: se volessimo “tradurre” quanto successo stamattina nella presentazione della memoria difensiva in Tribunale del Riesame, potremmo effettivamente affidare le speranze della Lega e del suo segretario nei dati della PriceWaterhouseCooper consegnati ai giudici genovesi. Nello specifico, «Agli atti vi e’ la prova documentale della provenienza lecita delle somme oggi presenti sui conti della Lega Nord. Infatti, dalla relazione redatta da PricewaterhouseCoopers del 27 luglio 2018 e dalla relativa documentazione allegata emerge che, dopo l’esecuzione dei sequestri, sui conti intestati alla Lega Nord sono confluiti circa 5.618.000 euro», si legge nella nota presentata dai legali Giovanni Ponti e Roberto Zingari. I conti fatti sono i medesimi che trovate qui sotto, con la conclusione redatta divenuta ormai di dominio pubblico dopo le varie agenzie relative all’attesa per la sentenza sui 49 milioni “da sequestrare”: «se le somme sono di accertata provenienza lecita e non si sono mai confuse con il profitto avendo una propria identificabilita’ fisica, le stesse non possono essere sequestrate quale profitto del reato». (agg. di Niccolò Magnani)



IL NODO DEI SOLDI

Sebbene Matteo Salvini ha promesso in più occasioni – anche questa mattina prima dello slittamento della sentenza sui fondi Lega – che il Carroccio non cambierà mai nome, è un’opzione che rimane invece sul tavolo qualora arrivasse la paletta rossa dal Tribunale del Riesame. Anche fosse solo per un mero calcolo economico: stando ai documenti presentati in Palazzo di Giustizia dai legali della Lega, al momento sui conti correnti del partito vi sono 5milioni e 618mila euro. Come spiega il Sole 24 ore, «Di questi 4 milioni 788mila euro sono costituiti da erogazioni liberali, donazioni, finanziamenti, sovvenzioni effettuate da cittadini (persone fisiche o, in minima parte, per 42mila euro, da società), da candidati alle elezioni, da parlamentari e da somme derivanti dal tesseramento». Non solo, circa 730mila euro sono semplici donazioni dei cittadini tramite il 2X1.000 e proprio per questa provenienza lecita e pubblica non si possono per nessun motivo sequestrare. Resta evidente però che se la sentenza sui 49milioni fosse approvata, allora la Lega non solo oggi non avrebbe i soldi per pagare ma dovrebbe rimanere ferma e bloccata per chissà quanto tempo prima di raggiungere quella cifra “monstre”. (agg. di Niccolò Magnani)

“SOLDI IN CASSA? DONAZIONI DEI CITTADINI”

Slitta la sentenza in merito al sequestro dei fondi della Lega, i famosi 49 milioni di euro confiscati al partito di Matteo Salvini. Come riferito dall’edizione online de La Repubblica, i giudici del Riesame di Genova hanno deciso di riservarsi la decisione, che potrebbe arrivare in serata o tutt’al più domani o nei prossimi giorni. Attualmente sono sotto sequestro circa 3 milioni di euro, a cui però potrebbero aggiungersene altri se i giudici lo decideranno. Nel frattempo sono usciti allo scoperto gli avvocati della Lega, a cominciare da Giovanni Ponti, che puntano a dimostrare che i soldi attualmente in cassa non arrivano dal vecchio finanziamento pubblico, ma dal nuovo corso del partito, frutto di donazioni di privati: «Abbiamo depositato una consulenza per dimostrare che i soldi che la Lega ha in cassa ora sono contributi di eletti – le parole del legale – donazioni di elettori e del 2 per mille della dichiarazione dei redditi. Sono somme non solo lecite ma che hanno anche un fine costituzionale: consentono al partito di perseguire le finalità democratiche del Paese. Affermare che sono profitto del reato – ha aggiunto e concluso – è un non senso giuridico, ma ci rimettiamo alla decisione del tribunale». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

“CONFISCA ILLEGITTIMA”

Secondo la linea della Lega, annunciata in aula anche questa mattina a Genova, è quella della confisca “illegittima”, qualora i giudici blocchino i conti del Carroccio per quei 49 milioni di euro “famosi” che rischiano di bloccare l’azione operativa politica della Lega. «vevamo chiesto alla corte d’appello di entrare nel processo come soggetto terzo destinatario di un provvedimento di confisca. Ma i giudici non hanno accolto la nostra richiesta», ha spiegato ancora l’avvocato Ponti, incaricato da Salvini e dal board di Via Bellerio di proteggere il partito dalla possibile sentenza di sequestro sui fondi “sotto indagine” di Bossi e Belsito. A sostegno dell’illegittimità della confisca dei fondi della Lega, Ponti ha fatto sapere di aver depositato al Riesame la sentenza Cedu su punta Perotti: la speranza di ottenere un via libera dai giudici è concreta, vista anche la “riserva” presa dal tribunale che indica una ulteriore discussione in più in camera di consiglio. (agg. di Niccolò Magnani)

RISERVA GIUDICI, SENTENZA SLITTA A DOMANI?

Potrebbe slittare fino a domani la sentenza sul sequestro dei fondi della Lega, ancora sull’annoso caso Bossi-Belsito e i “noti” 49 milioni: i giudici del Riesame si sono riservati la decisione sul sequestro ancora per qualche ora, come ha spiegato il legale del Carroccio – Giovani Ponti – uscendo dal Palazzo di Giustizia a Genova alle 10.30. «Abbiamo depositato una consulenza tecnica con la quale viene dimostrato che i soldi che la Lega ha in cassa in questo momento sono tutti contributi degli eletti, donazioni degli elettori e del due per mille della dichiarazione dei redditi. Quindi sono somme non solo lecite, ma che hanno anche una finalità costituzionale perché consentono al partito di perseguire le finalità democratiche del Paese», ha spiegato l’avvocato di Salvini e del partito, illustrando quanto riferito davanti ai giudici del Riesame che ora dovranno decidere in merito al sequestro preventivo o meno, con inevitabili conseguenze politiche di quello definito il “giorno X” per l’ex Lega Nord. Non vi sono certezze in merito, ma la data di domani 6 settembre 2018 potrebbe essere quella decisiva per un pronunciamento ufficiale dopo le indagini della Procura di Genova. (agg. di Niccolò Magnani)

ATTESA PER OGGI LA SENTENZA SUI FONDI DELLA LEGA

Fondi Lega, oggi la decisione dei giudici del Tribunale del Riesame di Genova sulla possibile estensione del blocco dei conti anche sulle somme che entreranno in futuro nelle casse del Carroccio, fino a raggiungere i 49 milioni di euro. Una ipotesi che potrebbe addirittura “fare chiudere” il partito, aveva sottolineato Giancarlo Giorgetti, e Matteo Salvini ha sottolineato ai microfoni de Il Sole 24 Ore: “Non saranno i giudici a decidere per quello che oggi è il primo partito in Italia. Sono fiducioso nella magistratura e nei successivi gradi di giudizio. In ogni caso non ci saranno congressi o cambiamenti di nome ma non rimarremo con le mani in mano”. Una decisione molto importante, dunque, che potrebbe arrivare già nelle prossime ore.

MATTEO SALVINI: “NON CI DISTRUGGERRANNO”

Il ministro dell’Interno ha poi evidenziato: “La Lega c’è e ci sarà, con i soldi o senza, con condanne o senza. Perché la Lega è il popolo e il popolo non lo ferma nessuno. Preferisco avere cervello pieno e le tasche vuote e non come il Pd che ha le tasche pieno e il cervello vuoto. Noi non facciamo politica in base ai soldi e alle sentenze di questo o di quel magistrato. Abbiamo un programma di governo e quello rispettiamo. A tasche piene o a tasche vuote, colpevoli o innocenti”. Il capo del Viminale è dunque ottimista, ma in caso di decisione avversa alla Lega il partito rischierebbe seriamente di non poter esistere più. Molto dipenderà dalle valutazioni dei giudici, con la magistratura che dovrà valutare l’effettiva continuità tra la Lega di Umberto Bossi e l’ex tesoriere Francesco Belsito e la Lega di oggi guidata da Matteo Salvini.