Nuovo interessante video scovato dalla redazione di Quarto Grado. Il noto programma in onda su Rete 4 ha mostrato un filmato realizzato da un camionista, il giorno del crollo del viadotto Morandi di Genova. Si tratta di una testimonianza preziosa visto che il video in questione è stato girato alle 11:29 dello scorso 14 agosto, esattamente 7 minuti prima che il ponte collassasse su se stesso. Nelle immagini si può notare uno enorme pilastro sulla destra, con una profonda e vistosa crepa orizzontale: che sia stato quello uno dei motivi che abbia fatto crollare il ponte? Il filmato potrebbe senza dubbio servire agli inquirenti per proseguire le indagini e accertare eventuali responsabilità nella tragedia avvenuta meno di un mese fa. Di seguito potete trovare il video in questione, pubblicato dalla pagina Facebook ufficiale di Quarto Grado. (aggiornamento di Davide Giancristofaro) QUI LE ULTIME NOTIZIE LIVE SUGLI INDAGATI DEL PONTE MORANDI



IL COMMENTO DEL PREMIER CONTE

Conte ha aggiunto, dopo la notizia dei primi indagati con anche persone di Autostrade, che «non faremo sconti ad un concessionario»: la Procura di Genova, invece, ha fatto sapere che è stata tolta l’accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti dal “mazzo” delle ipotesi di reato mosse contro i primi 20 indagati sul crollo del Ponte Morandi. Secondo quanto riportato dall’Ansa, pochi giorni prima del crollo i tecnici di Autostrade pare che in alcuni sms e chat parlavano delle «criticità della struttura, in particolare della preoccupazione per la tenuta degli stralli». Emerge questo da alcune conversioni salvate nei cellulari sequestrati settimana fa dalle incursioni della Guardia di Finanza: «I messaggi risalgono a prima del 14 agosto, giorno della tragedia, e sono parte di conversazioni tra ingegneri che i pm stanno cercando di contestualizzare per capire se si riferiscono ai tiranti poi coinvolti nel crollo» e dunque se Autostrade possa essere realmente responsabile di aver saputo ma di non essere intervenuta in tempo. 



TOTI: “PRESTO DECRETO GENOVA”

Hanno due distinti indirizzi le accuse formulate dalla Procura di Genova: contro le persone “fisiche”, le ipotesi di reato sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e omicidio colposo stradale plurimo; le società invece rispondono di omicidio colposo plurimo aggravato dal mancato rispetto della normativa anti infortunistica. Il primissimo commento dopo la notizia degli indagati sul crollo di Genova è del Premier Conte che da Ischia rilancia, «Non posso dire oggi che si va verso la nazionalizzazione. A noi interessa tutelare a pieno il patrimonio dello Stato e avere massime garanzie di tutela dell’incolumità dei cittadini. Se questo avverrà attraverso la nazionalizzazione o una nuova gara con condizioni contrattuali diverse lo vedremo». Per il Governatore Toti invece, c’è speranza perché in tempi brevi arrivi il Decreto Genova che possa far finalmente cominciare un lungo e dettagliato piano di opere su Genova e i diversi quartieri colpiti dal crollo del Morandi: «Ho sentito autorevoli esponenti di governo parlare di giorni e non di settimane, mi auguro che sia così» ha spiegato il Governatore poco fa da Genova. 



I PRIMI 20 INDAGATI: ANCHE MIT E AUTOSTRADE

La prima vera svolta nelle indagini della Procura di Genova: da qualche minuto i pm hanno iscritti 20 indagati e due società nel registro degli inquirenti per il crollo del ponte Morandi. I reati ascritti sono molto gravi e vanno dall’ipotesi di omicidio colposo plurimo al disastro colposo fino all’attentato alla sicurezza di trasporti. Secondo le primissime informazioni filtrate da Genova, tra i 20 indagati ci sono nomi di Autostrade per l’Italia, Spea Engineering (la controllata di Aspi), ma anche alcuni del Ministero dei Trasporti e del Provveditorato alle opere pubbliche di Liguria, Piemonte e Val d’Aosta. La svolta nelle indagini è giunta dopo che sono state individuati 30 nominativi e le loro presunte responsabilità nella vicenda. «L’iscrizione nel registro degli indagati è fondamentale per chiedere al giudice la fissazione dell’incidente probatorio che dovrebbe accertare le cause del crollo», riporta il Secolo XIX. 

SCONTRO TONINELLI-AISCAT

Delle due l’una: o mente un Ministro della Repubblica, Danilo Toninelli, o una concessionaria italiana di lunga tradizione, l’Aiscat (Associazione italiana Società concessionari autostrade e trafori, riunisce di fatto tutti coloro che hanno a che fare con la costruzione e manutenzione della Rete Autostradale). Quanto avvenuto in audizione alla Camera giorni fa ha sollevato diverse polemiche, visto che il Ministro dei Trasporti aveva assicurato che sul crollo del Ponte Morandi aveva avuto «pressioni interne ed esterne per non pubblicare le concessioni sull’A10 e su tutte le reti gestite da Aspi. Parlando a “In Onda” ieri sera Toninelli ha detto che «alcuni dirigenti del ministero, che come voi hanno famiglia, temevano di finire in mezzo a una strada», ma soprattutto ha lanciato la bomba: «Da Aiscat, l’Associazione delle Società Concessionarie Autostradali, arrivò una diffida in cui si spiegava che una pubblicazione degli atti delle concessioni poteva configurare il reato di aggiotaggio». Ecco che però, arrivano stamattina le repliche durissime della stessa Aiscat che di fatto smentisce tutto sulla tragedia di Genova: «smentiamo categoricamente le affermazioni del ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli in merito alle presunte pressioni che, secondo il ministro sarebbero state effettuate dall’associazione stessa a non pubblicare gli atti delle concessioni. Unico contatto con il ministro – termina l’Aiscat nella nota pubblica – è stata la richiesta di disponibilità di date per l’annuale assemblea dell’associazione». Chi mente, allora? 

TONINELLI: “SFOLLATI A CASA PER QUALCHE ORA”

Il Ministro Toninelli ha comunicato una buona notizie per gli sfollati che dopo il crollo del Ponte Morandi non hanno potuto ancora fare ritorno nelle loro abitazioni, travolte dalla tragedia o comunque nella zona ancora a rischio di ulteriori crolli. Interpellato da “In Onda”, Toninelli ha sottolineato come: “Ci sono buone possibilità che entro pochi giorni gli sfollati possano far rientro per qualche ora nelle loro abitazioni. Entro novembre avranno tutti un’abitazione. Abbiamo smosso tutti i livelli istituzionali.” Il Ministro ha spiegato come saranno installati dei sensori sul ponte, che consentiranno, durante le operazioni di recupero di oggetti ed effetti personali importanti nelle loro case, di monitorare il Ponte tenendo d’occhio la situazione e preservando da ulteriori crolli improvvisi. (agg. di Fabio Belli)

QUANDO VERRA’ DEMOLITO?

Mentre ancora mancano conferme “nette” sul piano di ricostruzione del ponte Morandi, oltre che ovviamente la demolizione dello stesso viadotto crollato a Genova il 14 agosto scorso, Autostrade per l’Italia ha dato pubblicamente avviso di aver versato i primi contributi per l’acquisto dei libri di scuola a favore di 38 studenti che abitano all’interno della Zona Rossa. «Questo tipo di supporto da parte della società si aggiunge agli altri contributi già erogati alle famiglie che abitano nella Zona Rossa», si legge nella nota, dove poi si aggiungono anche le coperture per «le spese di primissima necessità versato a 253 famiglie della Zona Rossa, pari alla quasi totalità delle richieste ricevute e delle stesse famiglie che abitano nell’area, e il rimborso delle rate dei mutui e degli affitti di cui hanno beneficiato fino ad oggi 20 famiglie. A questi contributi si aggiunge il supporto economico fornito a 9 commercianti e artigiani che operano all’interno della Zona Rossa». Nel giorno in cui si è finalmente “esaurito” lo scontro tra il Commissario Toti e il Ministro Di Maio sul fronte “demolizione”, Aspi prova a rientrare nelle fortissime critica e polemiche con le prime “promesse” che iniziano ad essere mantenute, anche se siamo solo all’inizio. Intanto tra 5 giorni sarà presentato il piano ufficiale di demolizione, ha detto ieri Toti: tassello ineludibile prima di poter sapere quali effettivamente saranno i tempi per la ricostruzione dello stesso viadotto Morandi.

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ZONA ROSSA LIBERA A NATALE?

Tra le fonti di stampa riportate da Repubblica, spunta una previsione non proprio “positiva” sulla liberazione totale dei detriti nella zona rossa sotto il Ponte Morandi: si tratterebbe di avere le aree piene di detriti sotto il viadotto libere attorno a Natale. C’è, in effetti, una posizione più ottimistica che prevede una scadenza attorno a metà novembre ma i dati non sono certi anche se il sindaco Bucci sta cercando di accelerare il più possibile i tempi con gli uffici della Regione e le indagini della Procura che parallelamente prosegue con “delicato” controllo di tutte le prove presenti tra gli stessi detriti. Il rischio forte si chiama maltempo: con l’ingrossamento del Polcevera si potrebbero verificare disagi non da poco che il sindaco come il Commissario Toti vorrebbero ovviamente evitare alla città di Genova. Intanto è esplosa oggi in giornata un’altra piccola tegola in commissione Mit: «la Procura di Genova ha segnalato al ministero delle Infrastrutture la possibile incompatibilità di altri due membri», spiega il Secolo XIX. Si tratterebbero degli ingegneri Michele Franzese e Bruno Santoro, appartenenti alla Direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali (Roma). Pare che il ‘presunto’ conflitto d’interessi deriva «dall’aver fatto parte di un organismo coinvolto nel processo di controllo della concessionaria. E, in particolare, di una struttura che ha partecipato all’iter di approvazione del progetto di ristrutturazione dei tiranti, al quale erano allegati alcuni report preoccupanti sullo stato del ponte».