In occasione dell’80esimo anniversario dell’entrata in vigore delle leggi razziali durante il fascismo, si è espresso anche il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, sottolineando come anche in tempi moderni si possano trovare inquietanti analogie col periodo dei regimi totalitari antecedenti allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale: “Oggi viviamo tempi che per certi aspetti hanno analogia con quei periodi che dettero vita a questo mostro che stato il nazionalsocialismo in Germania e il fascismo in Italia. Ricordare la storia, non si significa che la storia si ripeta in modo identico che non accade mai. Ma significa prendere le lezioni dalla storia“. Un monito per evitare tragici errori che scrissero alcune delle pagine più nere della storia d’Italia. (agg. di Fabio Belli)
BOLDRINI: “MAI ESISTITO FASCISMO BUONO”
Nel giorno dell’80esimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali da parte dell’allora regime fascista italiano, sono numerose oggi le reazioni e le iniziative in tutta Italia per ricordare e condannare un momento storico vergognoso per il nostro Paese. Ad esprimersi, come spiega Il Giornale nella sua edizione online è stata anche Laura Boldrini, esponente di Liberi e Uguali, che ha ovviamente condannato i provvedimenti contro la razza ebraica. Su Twitter la Boldrini ha commentato: “Le leggi razziali hanno avuto conseguenze terribili per il nostro Paese e sono una vergogna che ci porteremo sempre dietro”. Nell’ottantesimo anniversario della promulgazione dei provvedimenti firmati da Benito Mussolini e avallati ufficialmente dall’allora re Vittorio Emanuele III, la Boldrini sempre sul social ha proseguito: “è necessario ricordarle e non dimenticare che non è mai esistito un fascismo buono”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
FASCISMO, LILIANA SEGRE “NON SIATE INDIFFERENTI”
Ottanta anni fa venne promulgata la prima delle leggi razziali in Italia, una ricorrenza che oggi viene celebrata per ricordare uno dei capitoli più bui della storia del nostro Paese. Intervenuta ai microfoni di Radio 1, la senatrice a vita reduce dall’Olocausto Liliana Segre ha voluto sottolineare: “Non siate indifferenti: ascoltate la vostra coscienza. Anche adesso c’è indifferenza, che è la mia nemica personale. Io avevo otto anni, avrei dovuto fare la terza elementare: sentirsi dire che si era stati espulsi è una cosa molto grave”. Liliana Segre ha poi evidenziato a tal proposito: “Chiesi subito: perché? Cosa ho fatto? Quando ho capito che ero stata espulsa perché di una religione diversa da quella delle mie compagne, quel sentimento mi è rimasto dentro per sempre e non lo dimenticherò mai più”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LA CONDANNA DI PIO XI
Ricorre oggi, 5 settembre 2018, l’ottantesimo anniversario dell’emanazione della prima delle leggi razziali in Italia, frutto del Regio Decreto Legge 1340 firmato dal re Vittorio Emanuele III e voluta da Benito Mussolini. In seguito a questa svolta razzista da parte del governo italiano arrivò la prima vera condanna da parte della Chiesa. Come riportato da Il Post, fu Papa Pio XI, lo stesso che pochi anni prima disse di Mussolini: “Forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare”, a schierarsi in opposizione alle leggi razziali. Il Pontefice, appena un giorno dopo l’emanazione del “Provvedimento per la difesa della razza nella scuola italiana”, disse:”Non è lecito per i cristiani prendere parte all’antisemitismo. (…) L’antisemitismo è inammissibile. Noi siamo spiritualmente semiti”. (agg. di Dario D’Angelo)
LA PRIMA LEGGE RAZZIALE IN ITALIA
Era il 5 settembre del 1938, esattamente 80 anni fa, quando veniva pubblicata la prima legge razziale in Italia. Con il Regio Decreto Legge 1340, il re Vittorio Emanuele III, su volontà del leader del partito fascista, Benito Mussolini, ordinava l’esclusione degli ebrei dalle scuole. Obiettivo di questa promulgazione, difendere la razza nelle scuola fascista, escludendo quindi coloro che erano nati da genitori entrambi di razza ebraica, anche se di religione diversa. A seguito di quella prima legge, vennero firmati, sempre nello stesso giorno, altri due decreti per l’istituzione della Direzione generale per la demografia e la razza, e del Consiglio superiore per la demografia e la razza.
VENNERO ABOLITE FRA IL ’44 E IL ‘47
Le leggi razziali vennero anticipate a luglio dello stesso anno, con la pubblicazione sul Giornale d’Italia del manifesto della razza dal titolo “Il Fascismo e i problemi della razza”, un elenco in dieci punti introdotto da un breve sommario, in cui si spiegava con chiarezza la posizione del fascismo nei confronti della questione razziale, con l’aiuto di scienziati, professori e intellettuali fascisti. Al punto 9, ad esempio, si leggeva che “Gli ebrei non appartengono alla razza italiana”. Le leggi razziali vennero abrogate nel 1943, dopo l’annuncio dell’armistizio, anche se effettivamente furono eliminate solo fra il ’44 e il ’47.