Duro sfogo della mamma di Valentina Trinca a Pomeriggio 5: «Voglio giustizia per mia figlia, me l’hanno ammazzata». In collegamento con lo studio di Barbara d’Urso, la madre della 35enne morto dopo un intervento chirurgico per dimagrire ha raccontato quanto accaduto: «Ha subito tre interventi, uno dopo l’altro. Dopo l’ultimo non si è ripresa più. Mia figlia mi manca, manca a me e alle sue figlie». Poi l’attacco al medico che ha operato sua figlia: «Il dottore le ha perforato l’intestino e se ne è accorto dopo quattro giorni. Lui diceva che era esagerata… Per operarla per la perforazione hanno dovuto aspettare l’attrezzatura da un altro ospedale». Pomeriggio 5 ha interpellato anche la direzione ospedaliera che si difende: «Il decesso non è correlabile all’intervento. C’è stata una complicazione polmonare che ha portato ad un arresto cardiaco e quindi al decesso. Il dottore è in attesa di aspettativa per svolgere attività presso altra sede». (agg. di Silvana Palazzo)



PALERMO, OPERATA PER DIMAGRIRE: MORTA DOPO 45 GIORNI

Si era sottoposta ad un intervento per ridurre l’obesità ma il decorso si è concluso tragicamente. Valentina Trinca è morta il 30 maggio scorso a Palermo e il marito continua a chiedere giustizia. Oggi Stefano Enea sarà ospite a Pomeriggio 5 per raccontare quanto successo alla moglie. La 35enne, madre di tre figli, è deceduta al termine di un vero e proprio calvario, un mese e mezzo dopo il primo intervento. Nella denuncia presentata per presunto omicidio colposo è scritto che «Valentina aveva dei dolori addominali al basso ventre» dopo la prima operazione. L’uomo si è accorto che le sacche di drenaggio erano sporche e le urine torbide. «Il medico ha detto a mia suocera che i dolori erano dovuti al fatto che mia moglie era fumatrice», ha raccontato il marito di Valentina. Alle insistenze dei familiari il medico avrebbe risposo che la donna era «esagerata», ma due giorni dopo l’intervento è stata sottoposta a tac. Sui risultati degli esami però, come riportato da Palermo Today, non c’è chiarezza. E dopo 45 giorni Valentina è morta.



“IL MEDICO CI DICEVA CHE ERA ESAGERATA”

In un primo tempo i medici avrebbero riferito alla famiglia di Valentina Trinca che i dolori erano dovuti a una fistola, poi sarebbe stata data una versione diversa. Nella denuncia di Stefano Enea è scritto che «il medico ha detto ai familiari presenti che non era una fistola, ma che nelle manovre ha toccato l’intestino. Non so come è successo perché era più a valle. Aggiungendo che c’era un perforamento all’intestino in peritonite, che aveva cercato di risolvere durante l’intervento». Le cure successive non hanno dato i risultati sperati. E quindi Valentina è stata sottoposta ad un terzo intervento, eseguito da un altro medico. Un calvario aggravato dalla febbre persistente e da due crisi respiratorie. «Negli ultimi giorni di vita mia moglie non riusciva più a bisbigliare, muovendo le labbra ci ha fatto capire che le faceva male il petto». L’ospedale Villa Sofia si è difeso dalle accuse spiegando che «questo tipo di intervento (per ridurre obesità, ndr), per le sue specifiche modalità, comporta sempre un elevato rischio, in merito al quale ovviamente la paziente stessa e i familiari sono stati pienamente messi al corrente».

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