Giuseppa Fattori, la nonnina 96enne meglio nota come Peppina, è stata in parte il simbolo del terremoto che colpì Macerata. La donna è finalmente potuta tornare in quella casetta in legno che aveva dovuto lasciare in seguito allo sfratto in quanto ritenuta abusiva. La sua abitazione di San Martino di Fiastra era stata ritenuta inagibile per il terremoto e dopo la paura del sisma aveva considerato “casa” quella dimora in legno, al centro di un vero e proprio caso legato alle procedure per l’impatto paesaggistico. Dopo la legge cosiddetta “Salva Peppina” però, la casetta era stata dissequestrata ed ora la 96enne ha lasciato la residenza assistenziale di Castelfidardo, in provincia di Ancona, dove si trovava ricoverata in seguito ad un periodo di riabilitazione dopo alcuni malanni fisici, per fare ritorno nella sua casetta. Per lei, dunque, si tratta di una giornata di festa ed emozioni, così come per i suoi familiari che l’hanno accompagnata nel suo atteso ritorno nella dimora in legno.
EMOZIONE PER NONNA PEPPINA: TORNA A CASA
Solo nelle passate settimane era giunta la notizia del dissequestro della casetta da parte della magistratura. Quella dimora in legno, costruita proprio accanto alla vera abitazione di nonna Peppina ma inagibile a causa del sisma, era stata definita abusiva e per questo posta sotto sequestro. Ciò aveva provocato lo sfratto dell’anziana donna, divenuta simbolo degli sfollati del terremoto. Ad accompagnarla nel suo rientro a casa, in queste ore, sono state le figlie Agata e Gabriella che non hanno mai lasciato sola l’anziana madre in questa sua battaglia affinché potesse fare presto ritorno alla sua montagna. “Sono tanto emozionata ma anche contenta, avevo perso tutto…”, sono state le prime parole della nonnina, come riporta l’agenzia di stampa Ansa. Dopo essere entrata nuovamente nella sua casetta, visibilmente commossa la donna ha aggiunto: “Ringrazio tutti quelli che mi hanno voluto bene ma anche quelli che mi hanno voluto male”. Da domani, dunque, potrà effettivamente tornare alla vita di tutti i giorni, prendendosi cura dell’orto e delle galline che fino ad oggi ha trascurato in seguito al suo sfratto forzato.