Lega a rischio default dopo la sentenza del Tribunale del Riesame sul blocco dei 49 milioni di euro, Matteo Salvini si difende con le unghie e con i denti ma l’opposizione non molla di un centimetro. E Matteo Renzi è tra questi. Dopo aver chiesto la restituzione della cifra sopra citata, l’ex presidente del Consiglio ha messo nel mirino anche la stampa e sul presunto trattamento di riguardo nei confronti dell’esecutivo giallo-verde. E cita anche il caso Carroccio tra le cose assenti dalle prime pagine: “Un ministro della legalità che annuncia di non rispettare le sentenze perché i sondaggi gli sono favorevoli. Hanno rubato 49 milioni agli italiani ma fanno finta di nulla”. E lancia una frecciatina: “Oggi invece non trovo niente di tutto questo. Le notizie vengono date in cronaca, ma nessun commento. E nessun editoriale scandalizzato. Quando ero premier hanno fatto polemica anche sulla lunghezza dei miei pantaloni e sulla tonalità dei calzini abbinati”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SALVINI VS GIUDICI: “GOVERNIAMO NOI”

«Qualcuno», cioè i giudici, «non si rassegna al fatto che Salvini sia al Governo»: così il Ministro alla Stampa dopo la sentenza del Riesame, dove addirittura evoca un paragone piuttosto “grave” con il sistema giudiziario presente in Turchia. «Quello che sta subendo la Lega  è un processo politico senza precedenti. Anzi, sì, uno c’è: è successo qualcosa del genere in Turchia, quando a un partito fu sequestrato tutto il patrimonio prima ancora della condanna e poi la stessa magistratura fu costretta a restituirglielo. Ricordo – aggiunge un durissimo Salvini – che c’è un garante della Costituzione che deve far rispettare i diritti politici di 60 milioni di italiani». Quando però gli viene fatto notare che quello è un attacco abbastanza netto contro Mattarella, Salvini fa dietrofront e afferma «no, non mi riferisco a lui perché in realtà non chiedo niente a nessuno. Sono sereno. Mi piacerebbe soltanto che la magistratura di Genova, invece di correre dietro a soldi che non ci sono e a conti correnti italiani o esteri che pure non esistono, lavorasse più rapidamente, per esempio sulla strage del Ponte Morandi». 



BOSSI, “CON ME I SOLDI C’ERANO”

Conte e Di Maio hanno ribadito in tutti i modi che la sentenza del Riesame non inciderà sulle sorti del Governo, ma è inevitabile che per Salvini ora la strada si fa quantomeno “complicata”. Il Ministro ancora ieri sera ha sfidato i giudici e oggi a La Stampa racconta «È chiaro che cercano di metterci i bastoni fra le ruote. E l’accusa di sequestro di persona, e l’abuso d’ufficio, e il sequestro dei conti… mi sembra che si stia esagerando. È evidente che qualcuno non si rassegna al fatto che Salvini sia al governo. Perché quello che sta subendo la Lega è un processo politico senza precedenti». Intanto torna a parlare Umberto Bossi, l’ex segretario e fondatore che per la sua gestione con Belsito ha di fatto inguaiato la Lega di oggi: «Colpa mia? Non è vero, quando ero io alla guida della Lega i soldi c’erano», spiega a Repubblica il Senatur, precisando che lo “scaricabarile” su di lui contrasterebbe con i fatti e i bilanci. Come sottolineando i collaboratori di Bossi a Repubblica, «Umberto si dimette da segretario della Lega il 5 aprile del 2012 alla vigilia del coinvolgimento del figlio Renzo nell’inchiesta sui rimborsi, e lascia al successore Roberto Maroni alla guida della Lega un tesoretto che a fine 2012 è di 40.025.226,74.  Sono i soldi che erano nelle casse del partito. Quasi a dire che da Maroni a Salvini le casse della Lega si sono sempre più svuotate (anche per le ingenti campagne in giro per l’Italia che hanno permesso la forte risalita del Carroccio) e che dunque non è “colpa” di Bossi tutto quanto sta avvenendo oggi. Certo però che la sentenza grava sulla sua gestione e su quello i giudici si sono espressi molto chiaramente ieri. 



L’ATTACCO PD, LA DIFESA DI FORZA ITALIA

Il Tribunale del Riesame, con la sentenza passata oggi, dà sostanzialmente delega ufficiale al pm incaricato di Genova di disporre il sequestro di tutti i beni della Lega per raggiungere la cifra monstre di 49 milioni di euro. Dalle opposizioni, intanto, giungono nuovi attacchi al leader leghista: dopo Renzi, è il turno di Franco Mirabelli, vicepresidente dei senatori Pd «Ieri i capi di imputazione per Salvini erano medaglie. Oggi dopo la sentenza del tribunale del riesame di Genova il vicepremier scrive che il mondo deve ‘temere l’ira dei giusti’ e che non si fermeranno. Io penso che sarebbe ora che Salvini facesse il ministro degli Interni e la smettesse con i selfie e con le dichiarazioni ad effetto. Pensi a rispettare le leggi del nostro Paese, le rispetti lui per primo e la smetta di minacciare la magistratura. Sarebbe un bene per la politica e per l’Italia». Dall’ex alleato di Forza Italia, invece, arrivano parole confortanti e che danno l’idea di un’asse ancora non del tutto distrutta fra Lega e partito di Berlusconi: «Sono vicino agli amici ed alleati della Lega. È inammissibile che il partito politico subisca un danno così grave quando ciò che gli viene imputato è stato compiuto da ex dirigenti», ha spiegato Alessandro Battiliocchio, deputato FI. 

MELONI, “SENTENZA INGIUSTA”

Alleati di Centrodestra, Fratelli d’Italia ha testimoniato la propria solidarietà alla Lega dopo il blocco dei 49 milioni di euro di fondi confermato dal Tribunale del Riesame. Ecco il tweet di Giorgia Meloni: “Non sarà una sentenza ingiusta a fermare l’azione politica di un partito. Se c’è qualcuno che in passato ha sbagliato e ha commesso reati ai danni di tutta la collettività deve pagare severamente, ma questo non può in alcun modo tramutarsi nell’atto di impedire ad un partito che rappresenta milioni di italiani di continuare ad operare. Da Fratelli d’Italia piena solidarietà ai militanti della Lega e al segretario Salvini”. Queste, invece, le parole di Daniela Santanchè: “Non si sequestra un partito, non si sequestrano gli elettori, non si sequestra la democrazia. Un brutto déjà vu, la magistratura che torna a far politica. Solidarietà piena agli amici della #Lega #49milioni #Riesame”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

SALVINI: “TEMETE L’IRA DEI GIUSTI”

«”Temete l’ira dei giusti”: Lavoro per la sicurezza degli Italiani e mi indagano per sequestro di persona (30 anni di carcere), lavoro per cambiare l’Italia e l’Europa e mi bloccano tutti i conti correnti, per presunti errori di dieci anni fa», attacca ancora il Ministro degli Interni dopo il caos generato dalla sentenza del Riesame. Un secondo commento, ancora più “appuntito” del primo immediato post decisione del Tribunale genovese, dove il vicepremier rilancia «”Se qualcuno pensa di fermarmi o spaventarmi ha capito male, io non mollo e lavoro con ancora più voglia. Sorridente e incazzato». Continua a dividersi il variopinto fronte politico in Parlamento, con da un lato Pd e LeU che chiede mano ferma e intima Salvini a restituire i soldi sequestrati, dall’altro Forza Italia e altri partiti dei centrodestra che invece reputano la sentenza “politica” con l’ennesima ingerenza della magistratura. Maurizio Lupi, coordinatore nazionale di Noi con l’Italia, ha spiegato «Non s’è mai visto un tribunale che cancella di fatto un partito politico. Tutta la mia solidarietà alla Lega e a Matteo Salvini. Quello che sta succedendo in Italia è un vulnus alla vita democratica. Anche i più acerrimi nemici della Lega dovrebbero insorgere contro questa palese ingiustizia, anche se sancita da un tribunale». Di contro, Marcucci su Twitter rilancia «Parla bene e razzola molto male. Ora non ha più giustificazioni. La Lega restituisca allo Stato 49 milioni», chiosa il senatore Pd. 

RENZI VS SALVINI: “NON RISPETTA LE SENTENZE”

Gli attacchi delle opposizioni, ora, fioccano come neve d’inverno: «Ufficiale: la #LegaLadrona ha fatto sparire #49milioni. Salvini dice: “mi spiace, non li ho più, ma tanto gli italiani sono con noi”.  Ma come? Qui si parla di SENTENZE, non di sondaggi. Un Ministro non rispetta una sentenza? E i cinque stelle? Tutti zitti per tenersi la poltrona?», ha scritto poco fa l’ex premier Matteo Renzi contestando tanto Salvini quanto l’intero governo gialloverde che sulla vicenda dei fondi del Carroccio rischia qualcosina. Secondo i giudici del Riesame, «Siccome la Lega Nord ha direttamente percepito le somme, in quanto oggettivamente confluite sui conti correnti, non può ora invocarsi l’estraneità del soggetto politico rispetto alla percezione delle somme di cui ha direttamente tratto un concreto e consistente vantaggio patrimoniale» si legge nelle motivazioni della sentenza riportate dall’Ansa. Ricordiamo, infatti, che il procuratore Cozzi aveva annunciato che nel caso in cui il Riesame avesse accolto la decisione della Cassazione allora «chiederò immediato sequestro dei fondi». 

CONTE, “NON PESERÀ SUL GOVERNO”

Non può certo essere da poco la notizia del ricorso vinto dalla Procura di Genova al Riesame sulla vicenda dei Fondi Lega: dopo Salvini, è infatti il premier Conte ad essere interpellato sul caso politico del giorno (e forse non solo), ma lascia trasparire anche lui “serenità” in merito all’immediato futuro del Governo. «Non commento un provvedimento giudiziario ma mi limito a prendere atto che un provvedimento così creerà difficoltà alla Lega. Non ritengo che avrà ripercussioni sul governo», ha dichiarato ad Ischia il Presidente del Consiglio. Il Carroccio è però in subbuglio e in tanti sui social riversano le proprie ire contro i magistrati, «stanno distruggendo e infamando la politica e la democrazia», ha detto Alessandra Mussolini, ma sono tantissimi i messaggi che sono spuntati dopo la decisione del Riesame. Intanto emergono i primi commenti anche dalle opposizioni: «Le sentenze per me non si commentano ma si rispettano sempre. Nessuno può sentirsi al di sopra della legge per le funzioni che ricopre o il consenso che ha», ha dichiarato il coordinatore nazionale di Mdp, deputato di Liberi e uguali, Roberto Speranza. 

SALVINI, “ITALIANI CON NOI”

Il primo commento dopo la storica sentenza che blocca tutti i fondi attuali e futuri della Lega, non poteva che essere di Matteo Salvini: «Sono tranquillissimo. E’ una vicenda del passato, ci levino tutto, gli italiani sono con noi». Per il Ministro degli Interni e Segretario federale della Lega, «Si tratta di una vicenda del passato e spero che la Procura di Genova si impegni su temi come il drammatico incidente del ponte». Da parte personale, Salvini ha evidenziato di essere tranquillo e che continua a lavorare ai temi del Viminale, ma è evidente che all’interno del Carroccio la preoccupazione per l’immediato futuro non può che rimanere stante il blocco totale di tutti i fondi presenti (e futuri, lo ripetiamo) per le normali attività politiche. «Gli avvocati fanno il loro lavoro. Io non sono turbato perche’ si tratta di fatti di dieci anni fa. I processi alla storia non mi affascinano. Se ci tolgono tutto lo facciano pure, gli italiani sono con noi». 

SENTENZA FONDI LEGA: RIESAME DISPONE SEQUESTRO

Le notizie che giungono da Genova potrebbero essere il primo vero ostacolo di forte portata al Governo gialloverde: il Tribunale del Riesame ha infatti emesso sentenza questa mattina (dopo lo slittamento di ieri, qui tutti i dettagli) accogliendo il ricorso della Procura di Genova sul sequestro dei fondi della Lega in relazione alla truffa ai danni dello stato per la precedente gestione del partito, Umberto Bossi ed ex tesoriere Francesco Belsito. Ebbene, la stima di 49 milioni di euro provenienti dai rimborsi elettorali non dovuti dal 2008 al 2010 proprio dai condannati in primo grado Bossi e Belsito (oltre a tre revisori dei conti) ora viene di fatto bloccata e sequestrata all’attuale Lega gestione Salvini: al momento i fondi sequestrati ammontano a circa 3 milioni e ora nelle casse del partito ci sono poco più di 5 milioni, spiega Repubblica.  Conti correnti bancari, libretti e depositi: «per i giudici era necessario un sequestro per equivalente ovunque e presso chiunque custodito». A questo punto, la Corte di Cassazione e il Riesame danno ai pm di Genova la possibilità di porre i sigilli su tutti i capitali presenti e futuri della Lega, di fatto condannando ad una sorta di default il Carroccio.

E ORA COSA SUCCEDERÀ ALLA LEGA?

Ora che fare per Salvini e soci? Il timore che «si possa chiudere i battenti», come aveva allarmato giorni fa il sottosegretario Presidenza del Consiglio, nonché n.2 della Lega Giancarlo Giorgetti potrebbe essere un serio rischio per le prossime settimane. Dal cambio nome al nuovo partito unico del centrodestra fino ad un ennesimo ricorso in altri organi di giudizio: i temi e le possibilità sul tavolo sono molteplici ma nessuna, al momento, rappresenta una via “semplice” per la Lega e Salvini per poter uscire dal tunnel nero in cui sono stati inseriti da questa sentenza. Giusto ieri il tesoriere attuale, Giulio Centemero, aveva spiegato che tramite la memoria difensiva dei legali del Carroccio «Abbiamo dimostrato che le somme ora sui conti sono lecite. Assurdo voler sequestrare soldi provenienti dai cittadini». Così però non lo hanno ritenuto i giudici del Riesame e ora si apre una delicata e soprattutto indecifrabile fase politica.