Non è ancora stato risolto l’omicidio di Antonello Bessi, ucciso a Vercelli con dodici coltellate in un garage. Molti i lati oscuri da chiarire, con le forze dell’ordine che stanno lavorando ormai da giorni per provare a sbrogliare la matassa. Ieri ha parlato Paola, l’amica di Antonello che si mormorava avesse una relazione con la vittima: «Eravamo solo amici – ha spiegato alla trasmissione Pomeriggio 5 – mi aveva detto che aveva una fidanzata a Torino, ma io non l’ho mai vista. Lei forse aveva una mamma malata e ultimamente si vedevano poco. E per quanto riguarda la comunità Damanhur, Antonello non era assolutamente ricattabile. La comunità che frequentava è pulita, su internet c’è tutto e nessuno ti ruba niente. Chi non conosce, critica». Una versione confermata poi dalla madre di Antonello, Ester: «L’ho incontrata e mi ha detto che erano solo amici, come fratello e sorella». Secondo l’amica Paola, ad uccidere il meccanico di biciclette sarebbe stato una persona che non aveva un vero movente: «Secondo me lo ha ucciso un balordo». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
UN OMICIDIO MISTERIOSO
Ancora oggi Pomeriggio 5 apre il suo spazio dedicato alla cronaca nera sul caso di Antonello Bessi, il povero meccanico di Vercelli accoltellato nel suo garage negli scorsi giorni. Dodici in tutto i colpi di coltello sferrati contro l’uomo colto dal suo killer mentre lavorava nel garage-laboratorio in una villetta in via Walter Manzone (qui tutti i dettagli del caso, ndr). Mentre gli inquirenti stanno cercando di capire chi e perché possa aver fatto un gesto così grave e tremendo, spuntano alcune piste tutte con diversi lati oscuri e spiegazioni ancora “zoppicanti”: «Il padre ha raccontato che Antonello Bessi frequentava da molto tempo la comunità etica e spirituale di Damanhur in Valchiusella vicino a Torino», ha riportato La Provincia di Biella, avanzando l’ipotesi che proprio in quella comunità-setta potrebbe celarsi l’assassino della vittima.
IL RICORDO DELLA COMUNITÀ DAMANHUR
Mentre gli investigati stanno compiendo le prime domande e interrogatori ai possibili testimoni e conoscenti della vittima, giunge anche il messaggio sconvolto di quella stessa comunità ora al centro delle indagini: Antonello lo ricordano tutti con affetto e all’interno della scuola spirituale che segue la “filosofia” Damanhur era da molto tempo ben voluto, «Siamo basiti, il modo in cui è stato ucciso Antonello ha lasciato tutti senza parole era una persona mite e pacifica, non lo abbiamo mai visto litigare o discutere con nessuno, era sempre gentile con tutti. L’efferatezza del suo assassinio è ancor più sconvolgente considerando appunto la persona pacata che era», leggiamo le prime testimonianze della setta-comunità riportate dalla Nuova Periferia.