Il governo è al lavoro sulla riforma fiscale con l’obiettivo di introdurre la famosa Flat tax nel giro di tre anni, e trasformare il sistema dei tributi in Italia. Il primo passo sarà il taglio dell’Irpef, con un punto in meno dall’aliquota più bassa, e via-via quelle più alte. Come riferito dai colleghi del quotidiano Il Mattino, la “manovra” è stata discussa durante una riunione economica fra i sottosegretari della lega Massimo Bitonci, Armando Siri e Massimo Garavaglia: dopo l’incontro sono state elaborate varie proposte che ora dovranno trovare il vaglio di Giovanni Tria, il ministro dell’economia, nonché degli alleati del Movimento 5 Stelle.
SI PARTIRA’ DALLE IMPRESE
Stando ai piani del carroccio, bisognerà partire dalle imprese, alleggerendo la pressione fiscale sulle stesse di modo che il lavoro possa riprendere, e di conseguenza i consumi e la crescita del paese. Sarà quindi necessario ridurre le imposte sulle persone fisiche a partire già dal 2019, con l’ultima aliquota (quella del 23%), che scenderà al 22; così facendo, i contribuenti con un reddito superiore ai 15 mila euro pagheranno tasse in meno per 150 euro all’anno. Non una cifra esagerata, ma saranno comunque soldi che rimarranno in tasca agli italiani e che non andranno in tasse. Per coloro che invece percepiscono meno di 15 mila euro, il beneficio sarà di circa 100 euro, che si annulla per i redditi sotto i 7.500 euro, dove scatta la “no tax”. Tale manovra costerà 2 miliardi di euro.