Mentre si parla di ricostruzione, a Genova tiene banco anche la questione relativa al monitoraggio dei due tronconi del ponte Morandi. È in corso l’analisi per valutare le migliori offerte di società specializzate per poter partire al più presto con la verifica attraverso i sensori di rischio. La struttura commissariale, subito dopo aver ricevuto la relazione della commissione tecnica, e averla inviata al ministro Toninelli, si è attivata per velocizzare tutti i passaggi fondamentali. L’obiettivo, come riportato dal Secolo XIX, è partire con le operazioni. Inoltre, è stata depositata in Procura la richiesta di autorizzazione per accedere alla zona posta sotto sequestro. Nelle prossime ore verrà individuata l’azienda fornitrice dei sensori, che potranno essere acquistati solo dopo aver ottenuto i permessi di accesso dalla Procura, poi comincerà il monitoraggio dei due tronconi del ponte Morandi. La durata dipenderà dai primi risultati che si otterranno dagli accertamenti preliminari. Ma i tempi per l’installazione dei sensori saranno comunque più lunghi rispetto a quanto annunciato nei giorni scorsi. (agg. di Silvana Palazzo)



NUMERO INDAGATI POTREBBE SALIRE

Il numero degli indagati per il crollo del ponte Morandi potrebbe salire dopo l’analisi di tutta la documentazione cartacea in mano agli investigatori. Lo riporta l’Ansa, aggiungendo che saranno due gli incidenti probatori. Il primo è quello che ha chiesto la procura per garantire la rimozione delle macerie e la catalogazione dei reperti. L’altro, che però verrà chiesto in una fase successiva, servirà invece a capire le cause del crollo, avvenuto lo scorso 14 agosto causando la morte di 43 persone. Il secondo incidente probatorio potrebbe arrivare in autunno inoltrato, visto che il primo potrebbe invece essere fissato a fine settembre. Tra i testimoni che verranno sentiti nei prossimi giorni dagli investigatori che stanno indagando sulla tragedia, potrebbero esserci anche membri del consiglio di amministrazione di Autostrade che parteciparono alla riunione del 12 ottobre 2017 in cui si discusse del progetto di retrofitting. (agg. di Silvana Palazzo)



COSÌ I SUPER-CONSULENTI HANNO CAMBIATO VERSIONE

Proseguono le indagini da parte della procura di Genova per accertare le responsabilità in merito al crollo del ponte Morandi. I fari degli inquirenti si sono accesi nelle ultime ore in particolare sul cambio di rotta di alcuni superconsulenti di Autostrade, che nel giro di pochi mesi, in particolare subito dopo il collasso, hanno cambiato posizione in merito alla “tenuta” dello stesso viadotto. Come pubblicato da diversi organi di informazione online, a cominciare da Il Secolo XIX, nella notte fra il 14 e il 15 agosto, quella immediatamente successiva il disastro, Ismes, centro di consulenze ingegneristiche, spedisce via email il report sugli stralli del 2016, su richiesta del direttore generale traffico e informazioni Enrico Valeri di Aspi, con un accompagnamento anomalo «l’interlocutrice di Autostrade – si legge sul quotidiano genovese – ribadisce che quelle asimmetrie ai tiranti (problema evidenziato da diverse consulenze negli anni addiettro) potrebbero non essere la causa specifica, da ricondursi semmai a fatti collegati al progetto originario». In poche parole, nel giro di due anni i vari consulenti di Aspi che prima chiedevano con urgenza interventi per salvaguardare il ponte, dopo il disastro descrivono la questione in maniera molto generica, facendo riferimento a problematiche nel progetto originario. In tale modo, si potrebbe pensare, si metterebbe in discussione per intero la linea dell’accusa circa il crollo, ovvero, che tutti sapevano ma che nessuno è intervenuto. Insomma, nelle ultime ore sono emersi nuovi lati oscuri nella vicenda: si scoprirà mai la verità? (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



“MASSIMA FIDUCIA NELL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA”

Con una nuova nota pubblica il consiglio di Amministrazione di Autostrade per l’Italia fa sapere – nel giorno dei nominativi usciti per gli indagati sul ponte Morandi – di avere «massimo fiducia nel lavoro dell’autorità giudiziaria». Dopo le iniziative della Procura di Genova, Autostrade «prende atto della notifica degli avvisi di garanzia, oltre che agli altri soggetti coinvolti – ai dirigenti di Autostrade per l’Italia a vario titolo interessati dalla vicenda del tragico crollo del ponte Morandi», prosegue ancora la nota di Aspi, non prima di concludere con la promessa rinnovata dall’intero board «la società è impegnata a collaborare attivamente per accertare le cause e le dinamiche di quanto accaduto e le responsabilità, qualora esistenti, dei singoli». Intanto sempre a Genova, oggi Renzo Piano ha presentato il nuovo progetto del ponte per i prossimi anni: qui tutti i dettagli e l’approfondimento. 

MAXI PERIZIA PRIMA DELLA DEMOLIZIONE

La Procura di Genova, dopo aver inviato le lettere di notifica indagini, ha richiesto al gip l’incidente probatorio per il ponte Morandi aggiungendo una particolare disposizione: «chiediamo si svolga al più presto la maxi perizia sia per esigenza probatoria di procedere prima di un’imminente e non evitabile modificazione delle cose e dei luoghi visto che le operazioni di rimozioni dei detriti sono indispensabili e urgenti per motivi di incolumità pubblica in particolare per quanto attiene alla sicurezza idraulica del torrente Polcevera». Il secondo motivo riguarda l’esigenza di incolumità pubblica per consentire al Commissario Toti di procedere alla reale demolizione dei due monconi del pone. Come spiega Genova24, «Se la richiesta verrà accolta l’indicente probatorio si svolgerà in contraddittorio tra le parti, alla presenza cioè di legali e consulenti tecnici degli imputati e delle parti offese». Con l’incidente probatorio, tra l’altro, l’elenco degli indagati potrebbe anche allungarsi.. 

FERRAZZA, BRENCICH E CASTELLUCCI: TUTTI INDAGATI

Erano tre dei nomi più rilevanti saltati fuori nei giorni post-crollo a Genova: i primi due come immediati analisti che spiegavano nel dettaglio tutti i problemi di quel ponte, il terzo che invece veniva accusato subito dal Governo Lega-M5s di avere pesanti responsabilità per la mancata manutenzione. Sono Ferrazza, Brencich e Castellucci, tutti e tre indagati (secondo le carte della Procura di Genova) nella larga inchiesta sul crollo del Ponte: si dichiarano ovviamente tutti innocenti e saranno le prossime indagini, con quasi certo processo, che dovranno stabilirlo. Come visto più volte in passato, i processi sommari e il “circo mediatico” non serve a nulla, anzi esacerba ancora di più gli animi e non aiuta nella completa ricerca della verità. Tra i più duri con Castellucci, ad di Autostrade, è stato certamente il Ministro Toninelli che oggi torna ancora su quelle “pressioni ricevute da Aiscat” che tanto hanno fatto discutere nei giorni scorsi: «Le pressioni ci sono state e non ce ne è importato nulla. Andremo dritto per la nostra strada, ancora più veloci perché convinti della nostra trasparenza e della nostra onestà intellettuale. Non c’è più trippa per gatti per i privati che dai vecchi politici come D’Alema, Prodi, Berlusconi, Renzi e Gentiloni hanno avuto in regalo il suolo pubblico», ha rilanciato su Facebook il Ministro dei Trasporti. 

CASTELLUCCI (AD AUTOSTRADE): “RESPONSABILI, MA COLPA È UN’ALTRA COSA”

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, tra gli indagati del Ponte Morandi figurano anche il professor Antonio Brencich – ex membro Commissione Mit, dimissionario a fine agosto – e Mario Servetto, anche lui nello stesso comitato tecnico del Provveditorato delle opere pubbliche che secondo le tesi della Procura di Genova, nello scorso febbraio diede parere “positivo” al progetto di «retrofitting del viadotto presentato da Autostrade». Intervistato da La Stampa e il Secolo XIX, parla anche l’ad di Autostrade Giovanni Castellucci, indagato anche lui nella strage del Morandi: «Il ponte era affidato a noi ed è crollato. Ma la colpa presuppone comprensione delle cause, che dovranno essere accertate al meglio», un po’ come disse ieri proprio il pm Cozzi che riteneva Autostrade per ora “responsabile” ma non ancora “colpevole”, prima degli opportuni accertamenti. 

OGGI VERTICE PIANO-TOTI-AUTOSTRADE

Altra giornata cruciale quella di oggi per il futuro del viadotto Morandi di Genova. Nella sede della regione Liguria, come riferito da Primocanale.it, si terrà un importante vertice a cui presenzieranno il governatore e commissario per l’emergenza Giovanni Toti, il sindaco Marco Bucci, l’amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci, l’architetto Renzo Piano, e infine, l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono. Al centro degli argomenti di discussione, i tempi che serviranno per abbattere il noto ponte, e nel contempo, i progetti e le tempistiche in vista della realizzazione del nuovo viadotto, disegnato dall’archistar Renzo Piano. Ieri, quest’ultimo si è espresso nuovamente sulla vicenda, dicendo: «Genova è una città portuale, dinamica. Mi piacerebbe che a costruire il nuovo ponte fosse chi costruisce navi». Fincantieri ha ovviamente accolto con piacere tali dichiarazioni: «Il riferimento a Fincantieri fatto dall’architetto Renzo Piano – le parole dell’ad Bono – che presentando la sua idea di ponte aveva detto che per la costruzione avrebbe voluto un cantiere che costruiva navi, è stato un onore. Lo consideriamo come un riconoscimento che non sempre ci viene dato». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ECCO I PRIMI 20 INDAGATI

Ieri la Procura di Genova ha emesso le prime 20 notifiche per indagini a carico di diversi tecnici, ingegneri e responsabili delle società che avevano a che fare con il Ponte Morandi prima del tragico crollo del 14 agosto scorso. Oggi, grazie alle fonti riportate da Repubblica, sono usciti anche i primi nomi di quelle persone che sono ritenute coinvolte con diverse ipotesi di reato, appartenenti a società come Autostrade per l’Italia, Spea, il Provveditorato e l’Unità di vigilanza del Mit. Per Aspi, riportano i colleghi di Repubblica, ci sono ben 8 dirigenti: l’ad Giovanni Castellucci,  il direttore del Primo Tronco di Genova Stefano Marigliani e i suoi sottoposti Paolo Strazzullo e Riccardo Rigacci. Non solo, appaiono anche il direttore centrale Operation Paolo Berti, «Michele Donferri (direttore delle Manutenzioni), Mario Bergamo (l’ex direttore delle manutenzioni di Autostrade che per primo nel 2015 ritenne necessario l’intervento sul Morandi) e Massimo Meliani (responsabili ponti e gallerie)». Coinvolti anche tre ingegneri del Provveditorato e uno dell’Ufficio Ispettivo, tra cui il provveditore Roberto Ferrazza (ex presidente della Commissione Mit, allontanato proprio perché in “odore” di indagine) e i collaboratori Salvatore Bonaccorso e Giuseppe Sisca, oltre a Carmine Testa, capo dell’Ufficio ispettivo.

PM, “AUTOSTRADE RESPONSABILI, NON COLPEVOLI”

Come ha spiegato ieri il procuratore di Genova, Francesco Cozzi, l’inserimento dei nominativi nel registro degli indagati «è un atto dovuto per consentire alle persone indagate di potersi difendere ma anche per organizzare al più presto un incidente probatorio che consentirà una accelerazione delle indagini e forse un “allungamento” dell’elenco delle persone coinvolte». Questo significa che al momento, come ovvio che sia in tutti i processi e le indagini che si rispettino, non vi sono già dei “colpevoli” bensì dei responsabili in ruoli chiave che vengono per questo motivo considerati in “ipotesi di reato” per quanto avvenuto di tragico sotto quel ponte ormai diverse settimane fa. «A breve chiederemo anche l’incidente probatorio – ha dichiarato ancora Cozzi – l’iscrizione viene fatta proprio contestualmente per la necessità di effettuare un atto garantito».