Come abbiamo spiegato anche nei precedenti aggiornamenti, le condizioni sanitarie in quel palazzo da anni abbandonato in via Costi era vicino al degrado e anche per questo motivo è stato disposto uno sgombero pronunciato da tempo ma adottato solo ora dopo la circolare del Viminale. In un post su Facebook, il sindaco di Roma spiega il perché di questa azione: «L’immobile occupato ha rappresentato per anni una autentica minaccia alla salute di tante persone, un pericolo enorme in termini di impatto ambientale e igienico-sanitario, una complessa emergenza sociale soprattutto per le persone più vulnerabili. E un problema sotto il profilo della sicurezza: alcuni occupanti hanno opposto resistenza al censimento e sono fuggiti negli ultimi giorni, lasciando evidenti tracce di attività di spaccio. Oggi si chiude, finalmente, questo triste capitolo», scrive Virginia Raggi. Nel frattempo, un nutrito gruppo di ex occupanti della palazzina a Tor Cervara si è ritrovato sotto il Campidoglio con diverse proteste e richieste da rimandare alla stessa sindaca: «ora dateci una casa popolare». Alcuni immigrati ex occupanti hanno intanto deciso di affidarsi al cento Baobab che negli scorsi giorni ha ospitato anche alcuni migranti fuggiti da Rocca di Papa (qui tutti i dettagli). (agg. di Niccolò Magnani)



NIENTE SERVIZI IGIENICI E ACQUA CORRENTE

Niente bagni, niente acqua corrente e corrente elettrica solo grazie a dei gruppi elettrogeni. E’ così che circa 120 persone vivevano da anni nello stabile di via Corsi a Roma, fatto sgomberare in seguito alle nuove disposizioni del governo. Secondo Salvini, la gente non deve e non può occupare proprietà private a danni di chi è in lista per abitazioni, secondo la procura di Roma l’intervento è stato dettato soprattutto per via delle pessime condizioni igienico sanitarie in cui vivevano le persone, che utilizzavano il terrazzo superiore del palazzo come latrina, oltre alla presenza di topi e rifiuti ovunque. Ma le persone sgomberate tra cui iracheni e africani, si lamentano comunque: “Dove andrò stasera? Metto un materasso sul prato e dormirò davanti al palazzo dove ho vissuto per tre anni” ha commentato un rifugiato politico proveniente dal Ghana (Agg. Paolo Vites)



SGOMBERO VIA COSTI

Lo scontro con il Comune di Roma, dopo la circolare Salvini, è evidente e si avverte nei tanti sgomberati dal palazzo di via Costi questa mattina nella Capitale: operazioni, va detto, si sono svolte senza tensioni particolari ma le polemiche sono comunque altissime, «Sono entrati alle 8 del mattino spaccando le porte e non dandoci neanche il tempo di prendere le nostre cose. Non hanno pietà per nessuno, neanche per i nostri bambini. Come faranno ora ad andare a scuola?» attacca uno degli occupanti dello stabile. «Hanno offerto una sistemazione solo a donne e minori – aggiunge un altro ex occupante di via Costi – ma non vogliamo separarci. Preferiamo vivere in strada ma insieme. Ci trattano come cani, ma noi siamo persone non animali». Alcuni hanno giurato che non se ne andranno mai da lì, tipo il ghanese che ha spiegato al collega di Repubblica Roma «Dove andrò stasera? Metto un materasso sul prato e dormirò davanti al palazzo dove ho vissuto per tre anni». 



“SITUAZIONE NON PIÙ SOSTENIBILE”

La nuova direttiva del Viminale sugli sgomberi trova applicazione a Roma, dove è cominciato lo sgombero in un palazzo di via Raffaele Costi, a Tor Cervara. Da questa mattina le forze dell’ordine e la polizia locale del Campidoglio stanno notificando il provvedimento ai residenti. All’interno dello stabile abitavano circa 120 persone, 30 rom e le restanti per lo più provenienti da Paesi africani, ma una buona parte di loro ha già lasciato spontaneamente la struttura. I servizi sociali del Campidoglio stanno offrendo soluzioni abitative alternative alle persone con fragilità. «La situazione non era più sostenibile ed era diventata intollerabile a livello sanitario. I servizi sociali si sono già presi in carico le persone con fragilità e i bambini e sono stati predisposti alloggi per queste persone», ha dichiarato Mario De Sclavis, dirigente di Roma Capitale, ai microfoni di RaiNews24. (agg. di Silvana Palazzo)

ROMA, SGOMBERO DEL PALAZZO OCCUPATO DI VIA COSTI

Sgomberi, primo intervento in palazzo occupato a Roma: è il primo episodio nella Capitale dopo la circolare del Viminale ai prefetti. Come riportato dai colleghi dell’Ansa, lo sgombero è in corso in questi minuti: si tratta di uno stabile occupato in via Raffaele Costi, zona Tor Cervara. Presenti un centinaio di persone, in particolare nordafricani: molti di loro hanno lasciato la palazzina prima dell’arrivo della Polizia Locale, accompagnati da mezzi blindati e da agenti in tenuta antisommossa. Quello di via Costi rientra nell’elenco dei quindici stabili individuati come più urgenti da liberare a Roma. Matteo Salvini è passato all’azione, il ministro dell’Interno ha condotto in prima persona questa battaglia e non sono mancati i momenti di tensione con il Comune e la Regione: “Linea soft per evitare guerra civile”, le parole di Virginia Raggi.

TENSIONE TRA SALVINI E COMUNE

E il segretario federale della Lega ha tenuto a rimarcare che, secondo lui, “la maggioranza degli occupanti non sono bisognosi, ma furbi o violenti e sono irrispettosi di chi è in fila da anni in attesa di una casa popolare”. Uno degli occupanti del palazzo di via Costi a Roma ha sottolineato, intervistato dall’Ansa: “Se ci cacciano siamo pronti a fare resistenza, a rimanere qui fuori e a rioccupare”. Continua Abbas, spiegando: “Abito qui da quasi tre anni e ho quattro figlie. Lo sgombero era previsto il 15 poi hanno anticipato a oggi, ma non ci hanno dato il tempo di organizzarci né un’alternativa. Hanno trovato una casa popolare solo a due famiglie di italiani. Come faccio con le bambine a dormire in strada? fa freddo. Qui vivevano oltre 270 persone dormendo in 7/8 nelle camere. Ci sono baracche anche su terrazzi. Il Comune non ci ha trovato nulla, ci ha preso in giro”.