Tra i retroscena inquietanti della tragedia che ha portato alla morte di Maurizio Cammillini c’è anche la piaga del lavoro in nero. In prova come pony-express e incitato a sbrigarsi non aveva contratto regolare come riportato da La Nazione sul suo portale online. Arrivano le prime risposte dall’inchiesta fatta dall’Inail con il Sindacato che attacca: “Partiti e istituzioni devono aprire gli occhi”. Il datore di lavoro ora rischia una sanzione che va da un minimo di 1500 euro fino a un massimo di 9000. Questa morte tragica ha riacceso l’attenzione sui lavoratori precari e una crisi del lavoro che in Italia va avanti da fin troppo tempo. I sindacati stanno lavorando per cercare di far valere i diritti di chi si troverà nelle stesse condizioni di un ragazzo di 29 anni senza lavoro da tempo e costretto anche a rischiare per poi perdere la vita. Una storia assura che purtroppo fa parte della realtà e sulla quale i sindacati reclamano l’intervento delle istituzioni. (agg. di Matteo Fantozzi)
COSTRETTO A CORRERE PER ESSERE “ASSUNTO”
«Occorre una grande mobilitazione generale del mondo del lavoro – spiegano i sindacati dell’Usb – che imponga alle aziende al rispetto delle norme di sicurezza, bloccare la scientifica riduzione dei servizi ispettivi attraverso un suo forte potenziamento, l’internalizzazione dei servizi ceduti in appalto, il divieto del subappalto, la cancellazione della precarietà, la riduzione dei ritmi e dei carichi di lavoro». La morte di Cammillini è tragica, lo è ancor di più nel pensare cosa stava facendo: nulla di più normale di tantissimi altri lavoratori come lui sulle strade delle nostre principali città. Non che allora la soluzione sia la “decrescita felice” e il ritorno all’antico, ma di sicuro va trovato un modo per regolamentare meglio le varie condizioni di sicurezza, oltre che magari diminuire la “frenesia” dietro ai tanti piccoli lavoretti per pochi spiccioli. «occorre portare questa mobilitazione sui nostri territori, individuando in ogni posto di lavoro le macroscopiche criticità causate dall’incuria dei minimi requisiti di sicurezza, al fine del massimo profitto a favore di aziende, grandi e piccole. Usb esprime vicinanza alla famiglia e condanna duramente una situazione che vede la morte dei lavoratori come uno degli effetti drammatici di queste nuove forme di sfruttamento intensivo. Nei prossimi giorni ci mobiliteremo perché questo ennesimo omicidio non venga archiviato come tanti altri avvenuti recentemente anche sui nostri territori», conclude durissimo il sindaco nella sua sede pisana. (agg. di Niccolò Magnani)
LA DENUNCIA DEI FAMILIARI
Nell’Italia del 2018 si può morire per 3 euro: a testimoniarlo c’è la storia di Maurizio Cammillini, 29enne in prova da due giorni come pony-express per l’Underground Pub di lungarno Mediceo, deceduto dopo essere finito contro un lampione di via Pietrasantina a Pisa. A raccontare il suo dramma è stata la sorella, Stefania Pellegrini, sentita da Il Tirreno:”Mio fratello la prima sera era stato pagato 17 euro anziché 20. Il motivo? Ha fatto qualche consegna in ritardo. Lo ha confidato ai suoi amici”. Un ragazzo, Maurizio, che aveva cercato a lungo un’occupazione e adesso che l’aveva trovata non aveva alcuna intenzione di perderla:”Quanto stava guadagnando in quei giorni? Dipende. Orientativamente dai 15 ai 20 euro. Quello che mi fa rabbia è che a Maurizio le persone hanno sempre chiuso le porte in faccia, anche il parroco che lui stimava tanto. Speriamo di poter far luce sulla vicenda e dare un po’ di pace a mio fratello”. (agg. di Dario D’Angelo)
MAURIZIO CAMMILLINI, PONY-EXPRESS MORTO A PISA
La morte del ventinovenne Maurizio Cammillini oltre ad essere tragica ha dei risvolti che non potevano che destare l’interesse dell’Ispettorato del lavoro. Il ragazzo è finito contro un paolo in via Pietrasantina a Pisa quando stava portando due panini per conto di un noto pub della zona. Il Tirreno sottolinea che il ragazzo era in prova da due giorni e sarebbe stato poi assunto. La sorella del ragazzo avrebbe denunciato che il giovane veniva pagato 20 euro per turno e che la sera precedente aveva visto decurtati 3 euro dalla paga per ritardi nelle consegne. Proprio dietro questo dettaglio ci sarebbe il presunto motivo dell’incidente, perché pare che il ragazzo avesse patito molto la cosa, angosciato da poter perdere un lavoro neanche iniziato e che aveva accettato dopo anni difficile. Va sottolineato inoltre che lo scooter utilizzato da Maurizio Cammillini è di proprietà dello stesso locale per il quale effettuava le consegne.
INTERVENGONO I SINDACATI
La tragica morte di Maurizio Cammillini ha aperto un nuovo capitolo sul diritto dei lavoratori in Italia. I Sindacati, come riporta Il Messaggero nella sua versione online, hanno deciso di scendere in campo sul mondo dei fattorini. Va evidenziato infatti come questo mondo viva di impiegati sottopagati, esposti a rischi pericolosi e senza nessuna garanzia di continuità. Di certo la tragedia che ha colpito il ragazzo ventinovenne di Pisa non può rimanere sottotraccia anche perché è un episodio che non rimane purtroppo isolato nella storia del nostro paese. Un mondo del lavoro che continua a presentare troppi punti interrogativi soprattutto nel diritto di lavorare con tranquillità per chi ve ne fa parte. Le parole non ci ridaranno questo giovane ragazzo, però l’intervento dei sindacati potrebbe salvare altre vite in pericolo.