Manca ancora una data per l’inizio dei lavori di installazione dei sensori di monitoraggio che dovrebbero registrare le vibrazioni ed eventuali movimenti dei tronconi superstiti del ponte Morandi. Doveva essere questione di giorni, ma l’attesa continua. La procura ha dato il via libera per partire con le operazioni attraverso un documento che rappresenta un passaggio indispensabile per la partenza dei lavori nell’area sotto sequestro. Come riportato da Genova Today, è stata già individuata la ditta che potrà eseguire questo lavoro. Si tratta della stessa azienda che fornisce i sensori per il torrente Bisagno. Comincerà a lavorare sulla base di un investimento di circa 300mila euro. Lunedì mattina in Comune si terrà una riunione con i tecnici di Regione e Comune, e con l’azienda, per stabilire tempi e modi di installazione dei sensori. «Non c’è stato nessuno ritardo. Stiamo solo seguendo le procedure previste dalla legge», garantisce il governatore ligure Toti. (agg. di Silvana Palazzo)



COZZI, “ABBIAMO A CUORE GLI SFOLLATI”

Il via libera della procura per l’installazione dei sensori per il monitoraggio dei monconi del ponte Morandi è una notizia particolarmente attesa dai 566 sfollati che hanno le case sotto i resti del ponte. Una volta avviato il monitoraggio, se non dovessero emergere segnalazioni di criticità per la stabilità dei monconi, gli sfollati potranno rientrare per alcune ore, e a piccoli gruppi, nelle loro abitazioni per ritirare effetti personali e ricordi. «Abbiamo a cuore i problemi degli sfollati e con il nulla osta all’installazione dei sensori speriamo che gli sfollati possano quanto prima tornare per alcune ore nelle loro case», ha dichiarato all’Ansa il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi. A proposito delle necessità investigative, Cozzi ha spiegato che «per la rimozione e lo smaltimento delle macerie servirà ancora un pò di tempo perché dobbiamo raccogliere tutti gli elementi possibili utili a condurre l’indagine». (agg. di Silvana Palazzo)



DA PROCURA OK A SENSORI

Il clima politico si infiamma sulla ricostruzione del ponte Morandi. Il vicepremier Luigi Di Maio ha dichiarato questa mattina da Bari: «Autostrade avrà un’altra brutta sorpresa nei prossimi giorni». E poi ha aggiunto: «Io non faccio ricostruire il ponte a chi lo ha fatto crollare. Per quanto ci riguarda, lo deve fare un’azienda di Stato come Fincantieri». Le dichiarazioni del capo politico M5s non sono piaciute al governatore della Liguria Giovanni Toti: «Più che brutte sorprese per Autostrade, Di Maio dia buone notizie ai genovesi. Credo che farebbe meglio il suo lavoro». Intanto la procura di Genova ha dato il nulla osta per le operazioni di installazione dei sensori utili per il monitoraggio dei monconi del ponte Morandi. Lo ha comunicato il sostituto procuratore Stefano Terrile al presidente della Regione e commissario per l’emergenza. La Commissione tecnica ha già individuato la ditta che, per competenze e miglior offerta sul mercato, potrà occuparsi del lavoro di monitoraggio con i sensori sui monconi di ponte Morandi. «Noi siamo pronti a partire», ha detto il governatore e commissario Toti. (agg. di Silvana Palazzo)



TOTI: “TONINELLI UN COLABRODO, RITARDI DA MIT”

Lo scontro tra il Commissario per il Ponte Morandi, Giovanni Toti, e il Ministero Toninelli non si placa ancora: in principio, ieri, le parole del Governatore che spiegavano tutto l’allarme per un processo di demolizione che ancora tarda ad avvenire, «Io non voglio fare polemiche, la mia unica richiesta al governo è facciamo in fretta». Poi però la replica del Ministro – «Il presidente Toti si preoccupi di far rientrare in casa gli sfollati per riprendersi gli effetti personali e di dar loro un nuovo alloggio. Non faccia politica su #Genova. Autostrade sborserà il danaro, come suo dovere, ma non ricostruirà il ponte che ha fatto crollare» – ha fatto scattare Toti che questa mattina, dopo le ennesime dimissioni all’interno della Commissione Mit, sbotta «Mi sembra che Toninelli dovrebbe preoccuparsi di altro da quello che fa Toti, si occupi del suo ministero, visto che la composizione della commissione del Mit è piuttosto complicata e i commissari ruotano più rapidamente che giocatori in una partita di calcio». Poi ancora più duro, sempre il Governatore ligure attacca «il ministero dei Trasporti si sta mostrando come un colabrodo ed è uno degli anelli deboli di questa vicenda». (agg. di Niccolò Magnani)

SI DIMETTE IL COMMISSARIO SANTORO

Era nell’aria ma ora è arrivata la conferma ufficiale dal Ministero dei Trasporti: l’ingegnere Bruno Santoro si è dimesso dalla Commissione Ispettiva del Mit dopo essere stato indagato per il crollo del ponte Morandi. Nello specifico, l’ispettore risulta iscritto nel registro degli indagati con le accuse di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e omicidio stradale: come ha tenuto a specificare lo stesso Mit, «Santoro non ebbe competenza alcuna sul progetto di manutenzione straordinaria presentato da Autostrade per il viadotto di Genova». Di fatto, l’ingegnere era l’uomo scelto direttamente da Toninelli per provare a far luce sul disastro del 14 agosto, ma ora deve rimanere fermo proprio per l’indagine riferita alle consulenze che Santoro ha tenuto negli scorsi anni per Autostrade: «i collaudi delle opere in concessione vengono regolarmente effettuati dalle strutture del concedente a spese del concessionario. E si conferma che gli incarichi dell’ingegner Santoro sono stati debitamente autorizzati anni fa dall’amministrazione, all’epoca in cui Santoro era in servizio presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici», precisa il Ministero di Porta Pia. Dopo gli addii di Brenchich e Ferrazza, altra tegola sugli uomini scelti dal Mit per indagare sul ponte Morandi: ora sono tutti e tre indagati a loro volta. (agg. di Niccolò Magnani)

DUE GLI INCIDENTI PROBATORI

Saranno due gli incidenti probatori a cui sarà sottoposto il ponte Morandi di Genova: il primo è quello chiesto dalla procura per garantire la rimozione delle macerie createsi dopo il crollo e la catalogazione dei vari reperti rinvenuti dagli addetti ai lavori; il secondo, per capire invece quali sono state le cause che hanno portato al collasso del viadotto, provocando la morte di 43 persone. I due incidenti probatori dovrebbero essere eseguiti in periodi differenti, visto che il primo è atteso per la fine di questo mese, mentre il secondo potrebbe arrivare attorno al mese di novembre, comunque, ad autunno inoltrato. Secondo quanto scrive l’agenzia Ansa, non è da escludere che il numero degli indagati (attualmente sono 20 le persone sul registro), possa aumentare. QUI LE ULTIME NOTIZIE SUGLI INCIDENTI PROBATORI A GENOVA

SENSORI IN RITARDO

Nel frattempo si lavora per l’installazione dei sensori e dei vari strumenti per verificare la tenuta strutturale dei monconi di Morandi rimasti, e lanciare un allarme in caso di crolli improvvisi. Di conseguenza, le famiglie della zona rossa, sfollate dopo la caduta del ponte, dovranno rimanere ancora lontane dalle loro ormai ex abitazioni, senza possibilità di rientrare per qualche ora per recuperare vestiti e oggetti vari. Nonostante le proteste degli scorsi giorni, i genovesi rimasti senza casa dovranno pazientare ancora un bel po’, con i tempi che appaiono ancora indefiniti. Stando a quanto riportato da Il Secolo XIX, i famosi sensori non sarebbero stati nemmeno acquistati, e di conseguenza è probabile che per la loro installazione bisognerà aspettare ancora qualche settimana.