Cosa c’entra il caso di Yara Gambirasio con Pasquale Locatelli, superboss del narcotraffico? All’indomani dalla notizia dell’annullata condanna definitiva a 26 anni al re dei narcos Locatelli, Ezio Denti, consulente di Massimo Bossetti, l’uomo all’ergastolo poichè ritenuto l’assassino della 13enne di Brembate in tre differenti gradi di giudizio, apre ad una interessante riflessione. In un lungo post pubblicato su Instagram, Denti avanza quella che solo alla fine della sua riflessione definisce “casualità” ma che apre la strada ad alcune considerazioni già affrontate in passato. Il caso di Yara Gambirasio continua ad essere uno dei più controversi degli ultimi anni, in quanto vede l’opinione pubblica nettamente divisa tra chi ritiene che Bossetti sia colpevole “al di là di ogni ragionevole dubbio” e chi invece continua a considerarlo del tutto estraneo ai fatti avvenuti oltre 10 anni fa a Brembate di Sopra. Ma torniamo a Locatelli: cosa legherebbe un narcotrafficante ad uno dei casi di cronaca, come lo definisce lo stesso Denti, “più celebre e feroce”? “Forse nulla. O forse tutto”, commenta il consulente di Bossetti, prima di addentrarsi nella sua spiegazione. “Le valli bergamasche conoscono bene il cognome Locatelli, come appartenente ad un impero criminale il quale fondatore gioca con sostanze stupefacenti, furti e periodi di latitanza all’estero per sfuggire alle autorità. Oggi, il cosiddetto Diabolik della droga, può sentirsi tranquillo, perchè “la corte d’Appello di Milano ha annullato la sentenza a 26 anni di carcere”. Patrizio Locatelli è suo figlio. E’ titolare di una società edile chiamata Lopav che risulta di fondamentale importanza all’interno delle attività investigative del caso di omicidio di Yara Gambirasio”, ha scritto sul social Denti. Tale società, infatti, aveva vinto gli appalti per la pavimentazione del cantiere di Mapello dove i cani molecolari condussero gli agenti che si stavano occupando del caso della piccola Yara. Cantiere che, si trova a 5 minuti in auto dalla palestra frequentata dalla 13enne. “E nel campetto di calcio del Centro Sportivo di Brembate si disputava una partita di calcetto. Una delle squadre era l’Oriens. L’altra la Lopav. All’arrivo della PM Letizia Ruggeri la “testimonianza” dei cani molecolari venne scartata. Ma oltre ogni ragionevole dubbio, a fine febbraio, la PM chiamò un illustre esperto di archeologia forense affinché controllasse con precisione ogni angolo del cantiere di Mapello. Il professore non ebbe tempo”, aggiunge Denti. Il 26 febbraio 2011 il corpo di Yara Gambirasio venne ritrovato. Alla luce dei fatti, si è trattata davvero di una casualità?



YARA GAMBIRASIO-LOCATELLI: I DUBBI ESPRESSI DA SAVIANO

In realtà, il collegamento tra il caso di omicidio di Yara Gambirasio e l’azienda del figlio di Locatelli era già emerso alcuni anni fa. A sollevare i dubbi era stato anche Roberto Saviano che aveva addirittura dubitato della colpevolezza di Massimo Bossetti. Al settimanale Oggi, Saviano dichiarò: “Il padre di Yara Gambirasio ha lavorato per la Lopav, un’azienda di proprietà dei figli di Pasquale Locatelli, superboss del narcotraffico, che aveva anche un appalto nel cantiere di Mapello. Inoltre, alla festa della Lopav parteciparono tre magistrati della procura di Bergamo. Mi sembra inquietante che non si sia indagato in quella direzione”. Ancora una volta furono tirati in ballo i cani molecolari “impazziti” proprio nel cantiere ma mai presi in esame nell’ambito delle indagini. Quella non fu la prima volta che Roberto Saviano tirò in ballo i figli di Locatelli, in particolare Patrizio. Lo scrittore aveva inoltre sostenuto che proprio il padre di Yara Gambirasio, Fulvio, avrebbe testimoniato contro Pasquale Locatelli. Per questo ci fu una querela per diffamazione di Patrizio Locatelli contro Saviano, poi archiviata.