Ciò che restava ad Elisabetta Chiavarino, mamma del piccolo Gabriele Balanzino, il figlioletto morto ad appena due anni mezzo in modo drammatico, erano solo le foto ed i video del piccolo, custodite gelosamente su un hard disk. Ricordi preziosi e dal valore inestimabile per la madre che ha smesso di poter abbracciare il proprio bambino troppo presto, da quando un amico della donna, nel 2013, per gioco lo aveva lanciato in aria uccidendolo. Dopo la tragedia la donna di Biella aveva ricominciato faticosamente a vivere ma in quell’hard disk aveva continuato a custodire i ricordi più belli fino a quando alcuni ladri le sono entrati in casa, portandole via tra le altre cose anche la più preziosa, quel supporto informatico con all’interno tutte le foto ed i video del suo bambino morto. Ora Elisabetta è disperata ed ha voluto usare Facebook per lanciare un appello, rivolgendosi direttamente ai ladri che lo scorso 7 gennaio le hanno portato via tutto, compresi i ricordi del figlio che non c’è più. “Voglio congratularmi con i figli di p. che ieri pomeriggio mi sono entrati in casa portando via l’impossibile. Oltre a questo mi avete portato via una cosa molto cara, un hard disk nero wd, se qualcuno dovesse sapere qualcosa, per favore mi contatti, li dentro c’erano gli unici ricordi di mio figlio, foto e video! “, ha condiviso la donna sul social.



L’APPELLO DISPERATO DELLA MADRE

Elisabetta non riesce a darsi pace dopo il furto dell’hard disk contenente le foto ed i video del figlio morto. “Mi sento come se me lo avessero portato via un’altra volta! Dei soldi, della playstation e orologi non me ne frega niente, ma le foto di mio figlio che non c’è più… sono la cosa più cara che avevo! Vi prego con il cuore in mano, se qualcuno sapesse qualcosa, anche in forma anonima, vi prego, ditemi qualcosa!”, ha supplicato la donna su Facebook. Il suo bambino Gabriele Balanzino, come rammenta Corriere.it, era venuto a mancare tragicamente il 13 maggio 2013 quando un amico della madre, in un centro commerciale a Biella dove la donna lavorava, per gioco l’aveva lanciato in aria con le braccia, cadendo però a terra e sbattendo con violenza la testa. Il piccolo morì poco dopo per emorragia cerebrale. A questo dramma se ne aggiunse più tardi un altro: l’uomo condannato a 5 mesi di carcere ed al pagamento di quasi due milioni di euro di risarcimento per la morte di Gabriele, nel 2017 si suicidò.

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