Due genitori separati e la lite sulla dieta da far seguire alla figlia di 7 anni sono diventati gli elementi centrali di una vicenda accaduta a Trieste e oggi ripresa dal quotidiano Repubblica.it. La storia, narrata sulle pagine del Piccolo, apre la strada ad una grande riflessione sulla giusta alimentazione da far seguire ai più piccoli. Per una madre triestina quella vegetariana sarebbe la più opportuna, al punto da essersi rivolta agli insegnanti affinché ciò venisse garantito alla sua bambina nella mensa scolastica, nonostante il padre fosse invece tenuto all’oscuro di tutto. Una volta appresa la verità, però, si è ribellato con forza. La disputa su cosa fare mangiare alla bambina però, è presto finita in tribunale insieme ovviamente ai protagonisti di questa incredibile storia, ovvero i genitori separati da un anno e mezzo della bambina. Tutto sarebbe emerso lo scorso novembre quando la piccola, confidandosi con il padre, gli avrebbe rivelato il suo desiderio di assaggiare quei bastoncini di pesce mangiati con gusto dai suoi compagni di classe e che ogni tanto vede anche durante la pubblicità in tv. Eppure nel suo piatto c’è tutt’altro. Alla domanda del padre sul motivo di tale disparità, la bimba ha candidamente risposto: “La mamma non mi dà mai carne e pesce a casa…”.



GENITORI SEPARATI IN GUERRA SULL’ALIMENTAZIONE DELLA FIGLIA

Dopo le rivelazioni della bambina sulla sua dieta vegetariana, il padre ha voluto fare chiarezza ed ha interpellato direttamente la scuola frequentata dalla piccola che ha confermato la sua versione. Dall’istituto scolastico gli è stato detto che la madre si sarebbe limitata a compilare un modulo relativo alla richiesta di riservare alla figlioletta un’alimentazione diversa da quella dei suoi compagni. Il padre, a quel punto, ha deciso di avviare una vera e propria guerra legale: “Devo tutelare la salute di mia figlia e i miei diritti di padre”, ha commentato. Sarà ora il Tribunale di Trieste a stabilire chi tra il papà e la mamma dovrà decidere sulla giusta alimentazione della bambina. Lo stesso tribunale aveva già stabilito un affido condiviso per l’ex coppia, con una collocazione della minore prevalentemente presso la madre. A fare chiarezza sull’alimentazione garantita alla bimba è stata Marina Reppini, dirigente della scuola, che ha commentato: “La bambina non frequenta il regime di tempo pieno ma usufruisce del sistema integrato scolastico, di conseguenza dalle 13.30 la bimba passa a carico del Comune anche per la mensa. Il modello per chiedere una dieta alternativa è disposto dal Comune e prevede una sola firma. Fosse per me, anche dopo questa esperienza, farei apporre entrambe le firme, perché noi possiamo non essere al corrente delle situazioni familiari”.

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