Dopo tre giorni di fortissime polemiche contro il Campidoglio, arriva il dietrofront della stessa sindaco di Roma Virginia Raggi che di fatto prova a chiudere il “caso” delle monetine: «Le monete raccolte nella Fontana di Trevi resteranno a disposizione della Caritas», afferma la prima cittadina della Capitale ponendo fine alle polemiche piovute contro il suo stesso Comune per il tentato “cambio di passo” in materia di assistenza ai poveri con i proventi delle monetine lanciate dai turisti. «Nessuno ha mai pensato di privare l’ente diocesano di questi fondi. La Caritas e tutte le migliaia di persone assistite dai suoi operatori possono stare tranquille – aggiunge la Raggi -. Garantisco io, in prima persona, che non verrà mai meno il contributo di questa amministrazione». In realtà, come spiega la stessa sindaco Raggi all’Osservatore Romano, una spesa verrà “trattenuta” dal Campidoglio: l’Acea, cui spetterà la raccolta e la quantificazione delle monete, tratterà il compenso per tale attività che si stima attorno ai 2mila euro mentre i restanti fondi andranno alla Caritas Diocesana. «Lo scorso dicembre – conclude il sindaco Raggi – abbiamo approvato una memoria di Giunta che è stata mal interpretata. Si tratta di un atto amministrativo dovuto alla necessità di raccogliere e quantificare le monetine che i turisti lanciano, non solo nella fontana di Trevi ma anche in altre fontane monumentali di Roma. Un atto amministrativo che ha il fine di portare ordine e trasparenza. Ora, invece, i turisti e cittadini finalmente sapranno quanto viene raccolto e a chi viene destinato. E lo saprà anche la Caritas che potrà programmare più facilmente le proprie attività di beneficenza. Addirittura avrà più fondi».



SCOPPIA LA POLEMICA

Il Campidoglio sta pensando a una gestione mista delle monetine della Fontana di Trevi, ma la Caritas può innanzitutto contare sull’appoggio e sul sostegno di tante persone. La Diocesi capitolina ha commentato così su Facebook: «Cari amici, la decisione del Comune di Roma di modificare la procedura di affidamento per le monetine di Fontana di Trevi – finora utilizzate in progetti di solidarietà promossi dalla Caritas di Roma – con un iter amministrativo ancora non definito, a partire dal prossimo 1° aprile, ha destato numerose prese di posizione che invitano la sindaca Raggi a modificare tale decisione. Giornalisti, politici, sacerdoti e tanti cittadini sono intervenuti sui social network». E si legge ancora: «Ringraziamo tutti coloro che hanno espresso tale fiducia alla Caritas – agli oltre 5mila volontari e 300 operatori impegnati ogni giorno in 51 opere-segno (mense, ostelli, comunità alloggio, case famiglia, ambulatori medici, servizi domiciliari, centri di ascolto nelle carceri) e 145 centri di ascolto parrocchiali – e per il sostegno che continuerete a manifestare. Da parte nostra vi assicuriamo che l’ impegno per la giustizia e la dignità di coloro che soffrono continuerà più deciso che mai, forte anche delle vostre bellissime parole». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



COMUNE SFILA MONETINE ALLA CARITAS

Replicando ad una lettera su Avvenire, il direttore Marco Tarquinio inquadra benissimo il “nodo” al centro della larga polemica sulle monetine della Fontana di Trevi che dal prossimo 1 aprile (e non è un pesce, ndr) verranno destinate al Comune di Roma e non più alla Caritas, come invece voluto dall’allora sindaco Rutelli dal 2001: «Uno dei problemi delle “macchine pubbliche”, nel senso delle strutture gestite e stipendiate dalle amministrazioni pubbliche, è che costano inesorabilmente assai di più e rendono assai di meno di qualunque organizzazione largamente basata sul volontariato. Per questo la sussidiarietà è bella. Per questo è importante che le iniziative sociali e caritatevoli “dal basso” siano valorizzate, coordinate, accompagnate, messe in condizione di operare al meglio dalla mano pubblica e mai da essa commissariate o emarginate». È un concetto di sussidiarietà, prima di qualsiasi altra polemica politica: la sindaco Virginia Raggi – motivando la scelta del Campidoglio di destinare tutte le monete gettate dai turisti in una delle “tradizioni” più diffuse della popolarità romana per “i tanti costi di gestione e ripulitura del fondale della Fontana – ha scelto di destinare poi quei proventi al restauro dei monumenti romani oltre che appunto il coprire i costi di recupero delle monetine.



L’APPELLO DELLA CARITAS

Fino al 31 marzo le monetine lanciate dai visitatori – sempre a occhi chiusi e spalle rivolte alla Fontana di Trevi per garantirsi un ritorno a Roma secondo la leggenda – resteranno alla Caritas, ma dal giorno dopo il Comune se ne impossesserà per poter finanziare alcuni “progetti sociali”. Inutile dire come la polemica sgorga spontanea non solo nei canali della Chiesa italiana ma anche dei semplici cittadini e turisti romani: don Benoni Ambarus, il direttore della Caritas di Roma, si fa portavoce delle varie lamentele e spiega a Vatican News, «C’è preoccupazione ma c’è tutto il desiderio di continuare a collaborare con il Campidoglio. In queste ore alberga il desiderio di dire grazie ai milioni di turisti che, lanciando le monetine nella Fontana di Trevi, hanno donato una marea di solidarietà. Spero di dire grazie anche in futuro a nome dei poveri». Dopo la “tassa sulla bontà” (raddoppio Ires per gli enti che fanno volontariato, che a breve dovrebbe essere cancellato dopo l’errore iniziale ammesso dal Governo) la nuova polemica vede ancora i poveri sullo sfondo: «Ridimensionamento aiuti? Rischiamo, ma si è sempre creduto nell’iniziativa di solidarietà sociale svolta dalla Chiesa di Roma,. Speriamo di poter essere riconosciuti ancora come agenti di bene».