Dopo la tragedia di Corinaldo, scoppia la rissa tra avvocati. La guerra non è ancora aperta, ma sta per cominciare. I legali delle famiglie dei ragazzi morti e feriti della Lanterna Azzurra hanno fatto ricorso all’Ordine degli avvocati di Ancona affinché venga fatta chiarezza sul metodo e sul comportamento professionale che segue il collega Corrado Canafoglia, responsabile regionale dell’Unione nazionale consumatori. L’avvocato ha raccolto la delega per tutelare almeno 300 ragazzi presenti la notte della strage all’interno della discoteca di Corinaldo: dovrà rappresentarli durante il processo per ottenere un risarcimento danni. Gli avvocati delle vittime temono però che venga così compromessa la fluidità delle indagini e ingolfata l’acquisizione delle prove. Molti giovani avrebbero dato video e foto all’avvocato Canafoglia prima ancora che a magistrati e carabinieri, quindi gli inquirenti hanno dovuto eseguire dei sequestri per ottenere quel materiale dai ragazzi. Da qui il timore che la mancanza di una notifica solo ad una delle parti offese possa far slittare atti, udienze e lo stesso processo. Ma questi timori sono fondati?

STRAGE CORINALDO, GUERRA TRA AVVOCATI PER CLASS ACTION

Dell’avvocato Corrado Canafoglia ha fatto un ritratto il quotidiano Il Resto del Carlino. I suoi clienti, coinvolti in grandi fatti (Banca Marche, alluvione Senigallia e ora la strage di Corinaldo), vengono trovati convocando assemblee e riunioni in alberghi. Qualche giorno fa ha informato la stampa che sta conducendo anche indagini in proprio, forte della delega di centinaia di famiglie i cui figli erano presenti alla Lanterna Azzurra la notte della strage. Ma la stragrande maggioranza di loro non hanno riportato ferite, ma solo paura. Molti dispongono di certificati medici per un solo giorno di prognosi, quanto basta per costituirsi parti offese e parte civile in udienza preliminare. Per ora ha le deleghe di 300 persone, ma sta per ottenere una nuova ondata di mandati visto che parteciperà il 15 gennaio all’assemblea organizzata nella sala polivalente di Corinaldo, insieme al sindaco Matteo Principi, per parlare della vicenda. Questo modo di procedere ha spinto gli avvocati delle vittime e dei feriti più gravi a muoversi contro il collega ricorrendo all’Ordine degli avvocati e alla procura per verificare la legittimità del comportamento professionale e le implicazioni economiche della class action.