Non diciamo una bestialità se riteniamo il Cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco, come uno dei maggiori “oppositori” in patria alle tesi e al magistero di Papa Benedetto XVI sia durante il suo papato e sia durante i lunghi anni passati dall’allora Cardinal Ratzinger alla guida dell’ex Sant’Uffizio. Ebbene, dopo le ultime parole giunte durante l’omelia di Capodanno e in altro incontro giovedì scorso alla Conferenza Episcopale Tedesca (di Marx è presidente, ndr) il livello e la distanza dalla fede da sempre promossa dal Papa Emerito si è fatto, ci pare, ancor più presente. Intervenendo in merito al tema-ruolo importante della religione nella civiltà occidentale, il Cardinale tedesco sottolinea come «Non ritengo una buona scelta quella del termine Occidente Cristiano, è per lo più esclusivo» spiega Marx davanti alla platea dei vescovi tedeschi, sconfessando anni e anni di educazione e testimonianza di Papa Ratzinger in merito all’assoluta centralità dei valori cristiano-giudaici alla base e all’origine dell’Europa che viviamo oggi. Piuttosto, l’arcivescovo di Monaco si è concentrato contro il tremendo uso strumentalizzato che si compie ancor oggi sulla religione (e su questo l’accordo con Ratzinger e Papa Francesco torna ad essere presente): «questo mi preoccupa molto, mi aspetto infatti che ebrei, cristiani e musulmani siano forti per non abusare della loro fede in un dio unico».



“NON ESISTE UN’UNICA VERITÀ”

Dopo aver in più occasioni richiesto l’abolizione del celibato dei preti, dopo non aver contrastato l’abolizione dei crocifissi nei luoghi pubblici della Baviera, e dopo aver contestato in più occasioni le tesi considerate da lui troppo “conservative” di Papa Benedetto XVI, il Cardinal Marx punta dritto all’affermazione del proprio pensiero teologico assai “rivoluzionario”: proprio pochi giorni fa, nell’omelia della messa di Capodanno, il Cardinale Marx ha affermato che «esiste una grande sfida in Europa per garantire che le diverse religioni vivano in pace con le loro pretese alla verità» e che soprattutto «non esiste una verità definitiva, unica, ma possiamo riconoscerla più profondamente nel cammino condiviso della Chiesa». Ecco, proprio in questo ultimo passaggio si sottende la considerazione ormai molto allargata anche a diversi altri ambienti ecclesiastici – oltre che nell’opinione pubblica secolarizzata – in merito al rispetto di tutte le religioni per costruire un “universalismo pacifico” dall’Europa verso tutto il mondo. Eppure, se v’è un punto sul quale il Papa Emerito ha sempre combattuto è proprio quella che Ratzinger chiama «dittatura del relativismo» dove non vi è unica verità (magari proprio per rispettare quella degli altri) e perciò esistono “tante verità” di pari merito.



RATZINGER “REPLICA” ALLE TESI DI MARX

Ci limitiamo dunque a riportare un semplice eppure illuminante passaggio dal messaggio inviato dal Papa Emerito Benedetto XVI per l’intitolazione dell’Aula Magna ristrutturata della Pontificia Università Urbaniana, lo scorso 21 ottobre 2014: «Oggi in molti, in effetti, sono dell’idea che le religioni dovrebbero rispettarsi a vicenda e, nel dialogo tra loro, divenire una comune forza di pace. In questo modo di pensare, il più delle volte si dà per presupposto che le diverse religioni siano varianti di un’unica e medesima realtà; che “religione” sia il genere comune, che assume forme differenti a secondo delle differenti culture, ma esprime comunque una medesima realtà. La questione della verità, quella che in origine mosse i cristiani più di tutto il resto, qui viene messa tra parentesi. Si presuppone che l’autentica verità su Dio, in ultima analisi, sia irraggiungibile e che tutt’al più si possa rendere presente ciò che è ineffabile solo con una varietà di simboli. Questa rinuncia alla verità sembra realistica e utile alla pace fra le religioni nel mondo. E tuttavia essa è letale per la fede. Infatti, la fede perde il suo carattere vincolante e la sua serietà, se tutto si riduce a simboli in fondo interscambiabili, capaci di rimandare solo da lontano all’inaccessibile mistero del divino». E poi, nel secondo e ultimo passaggio, ancora Ratzinger «Noi, come cristiani, siamo convinti che, nel silenzio, esse attendano l’incontro con Gesù Cristo, la luce che viene da lui, che sola può condurle completamente alla loro verità. E Cristo attende loro. L’incontro con lui non è l’irruzione di un estraneo che distrugge la loro propria cultura e la loro propria storia. È, invece, l’ingresso in qualcosa di più grande, verso cui esse sono in cammino. Perciò quest’incontro è sempre, a un tempo, purificazione e maturazione. Peraltro, l’incontro è sempre reciproco. Cristo attende la loro storia, la loro saggezza, la loro visione delle cose». Un concetto un pochino “diverso” da quel «non esiste un’unica verità» proposto dal Cardinal Reinhard Marx..

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