Si moltiplicano nel mondo politico italiano le reazioni riguardo l’arresto di Cesare Battisti, il suo arrivo in Italia e il suo trasferimento nel carcere di Oristano. Il presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, ha stigmatizzato lo schieramento di personaggi all’aeroporto di Ciampino, che secondo lo stesso Tajani è servito solamente a “fare passerella” di fronte a un caso controverso come quello di Battisti. “Battisti deve essere accolto nelle patrie galere, non da un codazzo di politici“, ha accusato Tajani. “E’ “incomprensibile” e “disdicevole”, ha sottolineato, l’accoglienza riservata “a un ergastolano pluriomicida” con la presenza di due ministri all’aeroporto di Ciampino. Il governo, ha proseguito, dovrebbe piuttosto “preoccuparsi di fargli scontare la pena fino all’ultimo giorno”. Senza “distogliere l’attenzione dagli altri problemi che colpiscono il Paese” e “senza fare propaganda”.” (agg. di Fabio Belli)



BOLIVIA HA NEGATO ASILO POLITICO

Il ministro dell’Interno della Bolivia, Carlos Romero, ha di nuovo confermato come Cesare Battisti sia stato consegnato alle autorità italiane «dopo che la sua richiesta di asilo è stata valutata e respinta dalla Commissione nazionale per i rifugiati»: a La Paz non sono state poche le polemiche sulla “corsia preferenziale” utilizzato dal Governo boliviano per consegnare Battisti alla Polizia italiana, e per questo il Ministro ha voluto riaffermare le sue specifiche. Al momento l’ex terrorista dei PAC si trova già nel carcere di massima sicurezza di Oristano dopo i 37 anni di latitanza: inizierà dunque a scontare l’ergastolo ostativo che esclude tutta una serie di benefici tra cui sconti di pena e “uscite-premio”, spengano alcune fonti giudiziaria della Procura di Milano. Aperto nell’ottobre 2012, il carcere di Oristano-Massama è stato costruito proprio per accogliere i detenuti in regime di Alta Sicurezza: come riporta Adnkronos, oltre a Cesare Battisti, all’interno della struttura carceraria sarda si trovano l’ex terrorista dei Nar Massimo Carminati e diversi esponenti delle Mafie organizzate, «Vincenzo Sinagra, detto ‘u Tempesta, Alfonso Caruana ritenuto il vice di Buscetta, Pietro Calvo il braccio destro di Provenzano, Francesco De Vita il capo di una delle cosche di Matteo Messina Denaro e Silvio Farao». (agg. di Niccolò Magnani)



PG, “ORA INCHIESTA SU RETE DI PROTEZIONE”

Le rete di protezione «non mi stupisce»: queste le parole dell’ex giudice istruttore di Milano Pietro Forno sulla latitanza di Cesare Battisti. Forno, che si occupò degli omicidi dei Pac, ha aggiunto all’Ansa: «Non mi stupisce perché Battisti fu difeso a spada tratta anche da fior fiore di intellettuali e, negli anni ’80 uscì un libro in cui si accusavano i giudici di aver falsificato le prove e questo equivaleva per loro una condanna a morte». Cesare Battisti è già partito dall’aeroporto militare di Pratica di Mare con un volo diretto in Sardegna, con l’ex terrorista che andrà nel carcere di Oristano e non in quello di Rebibbia. Come riporta Il Fatto Quotidiano, il procuratore generale di Milano Roberto Alfonso e il sostituto pg Antonio Lamanna hanno affermato di essere «soddisfatti dal punti di vista del lavoro svolto», mentre la rete di fiancheggiatori «sarà oggetto di ulteriori indagini». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CESARE BATTISTI NEL CARCERE DI ORISTANO, NON A REBIBBIA

La notizia stava circolando già da qualche ora a Roma ma ora è divenuta ufficiale, con le parole del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in conferenza stampa da Palazzo Chigi: «Cesare Battisti non andrà a Rebibbia ma nel carcere di Oristano per ragioni di sicurezza». Niente carcere romano perciò bensì il trasferimento già questo pomeriggio, pare, verso la Sardegna dove dovrebbe scontare i primi sei mesi in una cella in isolamento. «Ora so che andrò in prigione», sono le prime parole sul suolo italiano dell’ex latitante dei PAC condannato a doppio ergastolo. Secondo quanto riportano fonti della polizia all’Ansa, «Sull’aereo che lo riportava in Italia, Battisti ha parlato della sua vita ma anche della fuga dal Brasile alla Bolivia». Intanto ha parlato il Premier Conte in conferenza stampa, spiegando il motivo per cui non vi è stato un passaggio dal Brasile prima dell’estradizione: «con Bolsonaro è stata valutata la possibilità che Battisti potesse transitare da Brasilia. Abbiamo valutato le difficoltà di questo passaggio e in questo contesto è stato assorbente l’aspetto per cui l’Italia non ha un vincolo come in Brasile nel limite della pena». In poche parole, passando dal Brasile l’Italia non avrebbe potuto far scontare l’ergastolo a Cesare Battisti bensì “solo” 30 anni. Il Ministro Salvini ha invece spiegato come dopo la cattura di Battisti «si sta lavorando su altre decine di terroristi: su alcuni abbiamo già riscontri positivi, ovviamente non entro nel merito dei nomi e dei luoghi». (agg. di Niccolò Magnani)

SALVINI, “ASSASSINO CHE NON HA MAI CHIESTO SCUSA”

«Oggi diciamo al mondo che nessuno può sottrarsi alla giustizia italiana. Parliamo di un pluriomicida che si è macchiato di reati gravissimi. Sono passati tanti anni ma le ferite che aveva lasciato non erano state lenite. E’ il risultato di una squadra che lavora compatta, di tutte le istituzioni italiane: unite e compatte hanno cercato questo risultato con perseveranza. Quando le istituzioni italiane sono compatte non ci ferma nessuno: oggi l’Italia si fa rispettare nel mondo, un pensiero alle famiglie e ai cittadini italiani che hanno desiderato questo momento per tanti anni»: così il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede davanti alla platea di cronisti all’interno della pista di Roma Ciampino, mentre Cesare Battisti è ancora all’interno dell’aeroporto in attesa del disbrigo di tutti gli atti ufficiali con la polizia boliviana che ha trasportato assieme alle squadre speciali italiane. Di fianco a Bonafede, un Salvini raggiante commenta brevemente: «Voglio ringraziare il governo brasiliano, il presidente Bolsonaro e le autorità boliviane che hanno permesso che questo sia un lunedì memorabile per gli italiani. Ora in galera altre decine di assassini. […] A nome di 60 milioni di italiani ringrazio le forze dell’ordine. Il clima è cambiato, chi sbaglia paga. Va in carcere un assassino, un delinquente che non ha mai chiesto scusa». Dopo Ciampino, prima di raggiungere la cella d’isolamento a Rebibbia (anche se manca ancora la conferma ufficiale della Polizia Penitenziaria), il pluriomicida e latitante fino a ieri verrà scortato in Questura per una serie di altri atti formali (il fotosegnalamento) che avvengono ogni qualvolta si sia di fronte ad un arresto anche tra i più comuni. Lungo l’intero tragitto, un elicottero della polizia seguirà dall’alto i vari spostamenti per evitare ogni qualsivoglia ostacolo alla sicurezza. (agg. di Niccolò Magnani)

COME SCONTERÀ LA PENA CESARE BATTISTI

Un momento atteso 38 anni: Cesare Battisti è atterrato in Italia. Il Falcon 900 è atterrato sulla pista numero 15 dell’aeroporto militare di Ciampino. Nell’area riservata ci sono i ministri Alfonso Bonafede e Matteo Salvini. Dopo quasi 38 anni di latitanza il terrorista dei Pac è tornato in Italia, Paese dove è stato condannato a due ergastoli per quattro omicidi. Ora Battisti verrà preso in consegna dal gruppo operativo mobile della Polizia Penitenziaria e messo in isolamento diurno per sei mesi in una cella del circuito massima sicurezza. A Ciampino c’è un grandissimo dispositivo di sicurezza, non c’è stato nessun contatto tra i ministri e l’ex terrorista, ma è previsto un punto stampa con i giornalisti presenti. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

IL MESSAGGIO DELLA POLIZIA DI STATO

Cesare Battisti sconterà l’ergastolo in Italia: grande soddisfazione per Alberto Torregiani e per tutti i parenti delle vittime dell’ex membro dei Pac, che arriverà a Ciampino attorno alle ore 11.30. Ad accoglierlo ci saranno anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il guardasigilli Alfonso Bonafede, che assicureranno alla giustizia l’ex terrorista dopo 37 anni di latitanza. Tramite Twitter, la Polizia di Stato ha commentato così l’atteso arresto di Battisti. «Dietro questo momento ci sono giorni e notti di chi non ha mollato mai, di chi ha trascurato affetti e famiglie avendo presente il dolore di quanti ancora soffrono per le sue vittime. Grazie alla caparbietà di chi silenziosamente ci ha sempre creduto». E la pacchia per il pluriomicida è finita, ha ribadito il capo del Viminale ai microfoni di Tg 2 Italia: «Enorme soddisfazione per un grande lavoro di squadra. Soddisfazione per aver restituito speranza nello Stato ai parenti delle vittime. Per qualche intellettuale di sinistra era un “libero pensatore”, ma in realtà è solo un volgare assassino». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

TRADITO DAL WI-FI

Cesare Battisti rientrerà oggi in Italia, intorno alle 12.30, atterrando a Roma a bordo di un Falcon decollato ieri sera dall’aeroporto Viru Viru di Santa Cruz, in Bolivia. Dunque, come da programma, sarà trasferito nel carcere di Rebibbia, il più vicino all’aeroporto e preso in carico dal Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. Ma cosa lo attende ora? Come spiega Corriere.it, la condanna sarà all’ergastolo per reati “ostantivi”, ovvero che non ne impedirebbero la concessione, ma nonostante questo l’ex terrorista potrà comunque godere di benefici penitenziari dal momento che i reati da lui commessi risalgono a prima del 1991, cioè da quando entrò in vigore la norma che impedisce la concessione di benefici ai condannati per reati di terrorismo e mafia. Dunque, anche Battisti da anziano (oggi ha 64 anni) potrebbe godere di alcuni benefici tra cui permessi premio e uscite dal carcere per brevi periodi, ma solo dopo aver scontato almeno 10 anni. Prevista anche la liberazione condizionale ma solo dopo 26 anni. I tempi potrebbero accorciarsi in caso di “liberazione anticipata” che cancella dal computo finale 45 giorni ogni 6 mesi di reclusione. E’ tuttavia ancora presto pensare ai possibili premi. Al momento l’attenzione è concentrata ancora sulle modalità di cattura e sul suo ritorno in Italia. Secondo quanto riferisce Repubblica, Battisti sarebbe stato tradito dal wifi in Brasile: la sua cattura è stata resa possibile dalla localizzazione dello smartphone dopo la fuga dal Brasile. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

BONAFEDE: “LA SVOLTA CON TELEFONATA CONTE-BOLSONARO”

È cominciato ieri, alle 22 ora italiana, il viaggio di Cesare Battisti verso l’Italia dopo che è stato arrestato ieri. Gli uomini del gruppo operativo mobile (Gom) della polizia penitenziaria, di intesa con le altre forze di polizia, sono pronti a prendere in consegna l’ex terrorista per tradurlo al carcere di Rebibbia. Ad attenderlo oggi all’aeroporto di Ciampino il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, stando a quanto comunicato dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Ci sarà anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha annunciato la sua presenza. Era stato il premier Giuseppe Conte ad annunciare che Cesare Battisti sarebbe rientrato in Italia direttamente dalla Bolivia. In un post su Facebook ha spiegato di aver parlato al telefono con il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, che ha ringraziato assieme alle autorità colombiane. Pare che gli investigatori siano arrivati all’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo grazie alla segnalazione di un vicino di casa in Bolivia che lo avrebbe riconosciuto grazie agli identikit diffusi dall’Interpool dopo la sua fuga dal Brasile. Stando a quanto riportato dall’AdnKronos, che cita fonti investigative, il vicino di casa di Battisti lo avrebbe riconosciuto grazie alla foto segnaletica numero tre.

CESARE BATTISTI ARRESTATO, BONAFEDE: “SVOLTA CON CONTE-BOLSONARO”

Dell’estradizione lampo di Cesare Battisti (chi è e che cosa ha fatto) ha parlato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in un’intervista concessa al Corriere della Sera. «Da quel che risulta a noi nelle settimane scorse aveva chiesto asilo politico e la Bolivia non glielo ha concesso». Non passando dal Brasile, l’ex terrorista dovrà scontare l’ergastolo. E questa è per il ministro «la soluzione migliore in termini di giustizia». Bonafede ha raccontato di aver saputo dell’arresto da una telefonata, ma da giorni sapeva che si era ad un passo dalla cattura. A svegliarlo Giuseppe Corasaniti, il capo del dipartimento per gli Affari di Giustizia del ministero, poi c’è stata la telefonata del premier Giuseppe Conte con il presidente brasiliano Jair Bolsonaro. «È evidente che i rapporti con le autorità brasiliane sono stati eccellenti e hanno convolto tutto il quadro istituzionale italiano, tant’è che la telefonata tra Conte e Bolsonaro è stata essenziale». Bonafede ha anche spiegato di aver dato indicazione al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del suo ministero di attivarsi subito. «Il Dap è al lavoro per il trasferimento dall’aereoporto al carcere. Rebibbia? Sì. Il carcere più vicino a Ciampino».