Purtroppo non è una novità che qualche sacerdote si “conceda” più di un vizio – al di fuori dei voti di verginità promessi a se stesso davanti al Signore – ma nel caso di Taranto ancora è poco chiaro quale sia l’effettivo coinvolgimento di Don Saverio Calabrese, parroco di Monteparano, di fatto però arrestato insieme ad altre 12 persone con l’accusa di «di favoreggiamento ed agevolazione della prostituzione, essendosi prestati in maniera continuativa e stabile a fornire assistenza alle prostitute, ovvero piena disponibilità nei confronti dell’unica donna dell’associazione a delinquere, la cittadina romena che si fa chiamare madame». Lo ha precisato il capo della Squadra Mobile di Taranto, Carlo Pagano, che ha anche sottolineato come il sacerdote sia stato posto agli arresti domiciliari in attesa delle decisioni del giudice nelle prossime settimane: «Non è stato accertato nulla – ha aggiunto Pagano, riportato da Repubblica – in merito a possibili guadagni o benefici, ma si interfacciava con chi gestiva le ragazze, aveva, diciamo, una certa confidenza. Il giudice ha ritenuto di muovere quella contestazione anche a coloro che non facevano parte dell’associazione, ma in qualche modo gravitavano intorno a questo fenomeno, alcuni di essi in avanti con l’età, che accompagnavano sul posto le prostitute, altri che fornivano una sorta di assistenza logistica». Secondo una nota della Questura, le indagini avrebbero scoperchiato un vaso traffico transnazionale «dedito allo sfruttamento della prostituzione ai danni di alcune giovani ragazze prevalentemente provenienti dall’Est Europa, che venivano collocate su strada, indotte alla prostituzione, e sottoposte a ‘protezione’ dietro il pagamento di somme di denaro».
I PROVVEDIMENTI DELLA DIOCESI DI TARANTO
Immediato giunge il commento dell’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro dopo che la notizia dell’arresto di Don Calabrese aveva già sconvolto la Diocesi nelle ultime 36 ore: per motivi “cautelativi” e in attesa delle novità dalle indagini anche interne alla Diocesi, Santoro ha deciso di sospendere il parroco dal ministro pastorale, spiegando poi in una nota della Curia «Se le autorità competenti lo consentiranno, l’arcivescovo auspica che il provvedimento al quale don Calabrese è stato sottoposto, possa essere trascorso in un luogo diverso dal territorio parrocchiale per ovvie ragioni riconducibili alla serenità e al rispetto per la comunità monteparanese». Non solo, Monsignor Santoro ha poi rivolto ai diretti parrocchiani «un primo pensiero di paterna vicinanza in questa difficile prova. Fin da oggi la comunità sarà seguita da un sacerdote incaricato dalla Curia. Attendendo le motivazioni non ancora pienamente conosciute circa le misure restrittive nei confronti di don Saverio, per il quale non verrà meno l’interessamento della Diocesi».