E’ un’ostinazione per certi versi commovente quella opposta da Domenico Dogliani, il marito di Bra che secondo gli inquirenti sarebbe stato vittima di un tentativo di avvelenamento ad opera della moglie Laura Davico mentre si trovava in ospedale per curare una brutta polmonite. Intervistato da Libero, il commerciante ribadisce ciò che ha detto fin da subito quando è stato informato dei fatti:”Abbiamo avuto due figli, ci siamo sempre confidati ogni cosa, insieme abbiamo affrontato difficoltà e vissuto momenti di gioia. Ora mi dicono che mia moglie abbia cercato d’ ammazzarmi, che ci sono dei video che provano che lei mi dava delle medicine velenose. Io non ci posso credere. Anzi, io proprio non ci credo. Io l’amo e lei altrettanto”. Nemmeno i filmati registrati dalle telecamere che i carabinieri del Nas hanno nascosto nella sua all’ospedale Molinette di Torino possono convincerli:”Ma cosa si vede? – dice Dogliani – Lei che prende qualcosa dalla borsa e lo mette nelle pietanze. Magari sono medicine anticoagulanti, infatti io prima di essere ricoverato facevo delle cure e Laura avrà pensato in buona fede che dovevo proseguirle. Cosa avrebbe ottenuto? I nostri risparmi, le nostre proprietà sono in comunione. Non siamo ricchi. Se Laura ha commesso qualche sciocchezza è perché, penso, sia caduta in depressione”.
MARITO AVVELENATO DALLA MOGLIE, “LE STARO’ VICINO”
Domenico Dogliani è dunque sicurissimo dell’innocenza della moglie:”Non ho bisogno di avvocati per difendermi da chi mi ha sempre amato, da chi si è sempre sacrificata per me e per la famiglia. Mi si chiede se io la perdono, certo che la perdono, anche se non ce ne sarebbe bisogno, perché Laura non deve essere perdonata. Se ha fatto qualcosa che non va bene, lo ha commesso inconsciamente”. Dogliani, sinceramente innamorato dalla moglie, rilancia:”Anzi, le dirò di più: io sono disposto a starle accanto, ad accudirla fino a quando non starà meglio. È il minimo che io posso fare per lei dopo tutto ciò che lei ha fatto per la nostra famiglia e per me durante questa brutta malattia”. Un pensiero condiviso di due figli della coppia: “Anche loro la pensano come me. La loro mamma non è un’ assassina. Guardi, in famiglia siamo tutti della stessa opinione e anche nella città dove viviamo, chi la conosce la pensa così: Laura è innocente, forse è malata, ma non voleva uccidermi”.