Risponde all’annuncio per babysitter e viene violentata: del caso si è occupata oggi anche la trasmissione “La Vita in Diretta”, che ha intervistato dalla Questura di Verona il dott. Roberto Di Benedetto, che sta portando avanti le indagini. I due coniugi che hanno sequestrato e abusato della studentessa hanno usato nomi diversi da quelli reali per l’annuncio con cui l’hanno adescata. E questo è uno degli aspetti che fa pensare a possibili altri casi. «Stiamo cercando di capire se questo episodio è isolato o se questo coppie ha avuto condotte simili a quelle che abbiamo scoperto», ha dichiarato Di Benedetto in collegamento. E poi dopo la violenza lui l’ha minacciata con delle foto che aveva scattato: «Se parli metto tutto in rete». L’indagine è ancora in corso, ma aggiunge: «Quel che ci fa ritenere che possano esserci casi analoghi è la condotta dei due coniugi. C’è una certa pianificazione». I due coniugi sono stati arrestati nel bar che gestivano. «I reati che hanno commesso sono gravi, violenza sessuale aggravata da uso del taglierino e sequestro di persona». La vittima si è rivelata molto forte: «È riuscita a ricostruire tutti i passaggi chiave per favorire le indagini». La difesa della coppia ha fatto sapere: «La ricostruzione non è del tutto corretta». (agg. di Silvana Palazzo)



VERONA, 20ENNE SEQUESTRATA E VIOLENTATA

Aveva risposto ad un annuncio di lavoro online per fare da babysitter, ma è finita in una trappola. Una studentessa universitaria 20enne è stata sequestrata e violentata con un taglierino puntato addosso, poi è stata lasciata andare con un’altra minaccia, cioè quella di diffondere le sue foto online. Ma la ragazza non ha ceduto: ha denunciato i suoi aguzzini e li ha fatti arrestare appena è uscita da quell’incubo. Questa vicenda risale alla notte tra giovedì 10 e venerdì 11 gennaio ed è avvenuta a Verona. La 20enne, nata e residente in città, aveva risposto ad un annuncio online per fare da babysitter, un lavoro che svolgeva ogni tanto per arrotondare. L’appuntamento è per le 23, nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Porta Vescovo. Una donna di 27 anni si è fermata per darle un passaggio, poi ha preso lungo la strada il marito. A quel punto la studentessa ha capito che non si trovava ad un appuntamento di lavoro.



ADESCATA CON UN ANNUNCIO DI LAVORO

La coppia l’ha portata in un casolare abbandonato a Poiano, frazione a pochi chilometri di distanza. A quel punto la donna l’ha lasciata sola con il marito. L’uomo, con una lama in mano, l’ha obbligata ad un rapporto orale, poi due ore dopo l’ha riaccompagnata nello stesso punto dove era stata prelevata. La ragazza, tra le lacrime, ha chiamato il 113 raccontando cosa le era successo. Nel giro di tre giorni gli agenti delle squadra mobile di Verona sono risaliti all’identità dei presunti autori della violenza. In manette sono quindi finiti Mirko Altimari, 30 anni, e Giulia Buccaro, marito e moglie. Sono gestori di un’attività commerciale in un comune della provincia. Sono stati identificati grazie alla targa dell’auto, che la ragazza era stata in grado di ricordare quasi integralmente. La questura scaligera ha divulgato nominativi e foto perché si sospetta, considerando il modus operandi, che ci possano essere dei precedenti. Entrambi sono stati portati ieri nel carcere di Montorio, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Lui deve rispondere di violenza sessuale e sequestro di persona, lei solo di sequestro di persona.

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