Dopo la cattura di Cesare Battisti, il governo M5s-Lega punta a riportare in Italia altri latitanti. Sono 27 in tutto, di cui 12 solo in Francia. Questo è il dato ufficiale che ha comunicato il Dipartimento di Pubblica sicurezza. Non è facile però riportarli indietro: bisogna fare i conti con le condizioni imposte dagli stati in cui sono ospitati. Molti hanno la cittadinanza, altri sono diventati imprenditori, per cui difficilmente verranno “ceduti” all’Italia. Il governo punta sulla Francia: il ministro dell’Interno Matteo Salvini, stando a quanto riportato dal Messaggero, è convinto di potercela fare. «Sarà più che un appello, saremo convincenti. Otterremo la galera per gli assassini che se la godono altrove». In queste ore, scrive il quotidiano, il Viminale starebbe lavorando ad una nuova documentazione da consegnare alla Francia: si tratta di un dossier con informazioni aggiornate che saranno trasmesse a breve. Una replica indiretta è arrivata già dal ministero della Giustizia francese. «Le richieste di estradizione che riceveremo nei prossimi giorni dalle autorità italiane, saranno oggetto di analisi approfondite, caso per caso, come accade da una quindicina di anni».



“DOVREBBE VALERE PRESCRIZIONE MORALE”

L’arresto di Cesare Battisti ha riaperto un dossier che periodicamente torna sul tavolo delle diplomazie franco-italiane. I casi ancora aperti sono legati ai fatti prima del 1993, non rientrano quindi nelle norme del mandato d’arresto europeo, ma in quelle dell’estradizione classica. Le decisioni sono quindi prevalentemente politiche. Fonti legali che sono tradizionalmente vicine ai rifugiati fanno sapere, come riportato dal Messaggero, che «quarant’anni dopo dovrebbe valere la prescrizione morale». Per loro non è una questione di giustizia, ma vendetta. «Queste persone hanno tutti documenti francesi, hanno un’altra vita. Sono casi chiusi». C’è Maurizio di Marzio che fa il traduttore, c’è chi ha lavorato per una casa editrice di fumetti ed è stata rappresentante dei genitori a scuola, come Roberta Cappelli, e chi è stato graziato da Nicolas Sarkozy per motivi di salute, come Marina Petrella. La battaglia italiana parte in salita. Tra l’altro per i francesi non c’è neppure un numero delle persone che andrebbero rimpatriate. Diverso è il discorso per chi è andato molto più lontano. Vi abbiamo parlato di Alessio Casimirri, da 37 anni in Nicaragua, brigatista che fece parte del commando che sequestrò Aldo Moro e uccise gli uomini della scorta.

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