È il giorno della verità per la famiglia di Maria Ungureanu: oggi la decisione sulla richiesta di archiviazione dell’inchiesta a carico dei fratelli Daniel e Cristina Ciocan. Spetta al giudice per le indagini preliminari decidere se far proseguire l’inchiesta o archiviare il caso. Il gip nei mesi scorsi aveva respinto le richieste di arresto della procura, ma anche il Riesame aveva respinto l’appello della procura, mentre stessa sorte era stata per la Cassazione che aveva confermato il no all’arresto. Tra l’altro avevano sostenuto che «sospetti molto inquietanti gravano proprio sui genitori della bambina, almeno per quanto concerne gli abusi sessuali». Inoltre, il professor Francesco Introna ha fornito una nuova consulenza medico-legale con la quale esclude che la bambina sia stata uccisa. La criminologa Ursula Franco, consulente della difesa dei Ciocan, a Le Cronache Lucane ha spiegato che dopo l’archiviazione verrà arrestato e rinviato a giudizio l’autore delle violenze che Maria Ungureanu subiva. A “Chi l’ha visto?” è intervenuto un legale dei fratelli Ciocan: «Da una parte a noi fa comodo che la questione si chiuda definitivamente, però d’altra parte dovremo capire quello che è realmente accaduta». Di diverso avviso i legali della famiglia, che auspica anche la riesumazione del cadavere: «Ci aspettiamo ulteriori indagini perché parliamo di una bambina ammazzata».
MARIA UNGUREANU, LA RICOSTRUZIONE DEL CASO
Maria Ungureanu è annegata il 19 giugno 2016 nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino, in provincia di Benevento. Il corpo fu trovato svestito e senza vita intorno alla mezzanotte. Da un primo esame medico legale emergono elementi agghiaccianti: la piccola ha subito violenza sessuale ed è morta per annegamento. Nel mirino finisce un giovane rumeno, tra le ultime persone ad aver visto la bambina. Le tracce si perdono dopo l’appuntamento con le amiche davanti ad una chiesa. Poi il ritrovamento dopo una segnalazione: in piscina c’è MUngureanuaria, che galleggia a testa in giù nuda. I vestiti erano appoggiati ad una sedia sul prato intorno alla vasca, accanto alle scarpette lo slip. “Chi l’ha visto?” nei mesi scorsi ha parlato dei due gravi indizi che fanno emergere legittimi dubbi sul papà della piccola Maria. Su una maglietta rosa e una coperta della bambina è stata rinvenuta traccia del liquido seminale del padre di Maria. L’uomo sostiene che quella maglietta fossa usata dalla moglie e che la stessa usava anche la coperta. Una cosa è certa, a prescindere da come sia morta la bambina: era stata ripetutamente violentata, anche poche ore prima di morire. Troppi dubbi ancora insoluti ruotano attorno a questa tragica vicenda.