Una decisione a suo modo molto importante e che riapre l’annoso tema circa la pericolosità dei telefoni cellulari, specialmente per i bimbi più piccoli. Anche per questo motivo, il Tar del Lazio ha imposto ai Ministeri dell’Ambiente, della Salute e pure dell’Istruzione di avviare entro i prossimi sei mesi delle campagne di informazione volte a sensibilizzare non solo sui possibili rischi dall’uso eccessivo degli smartphone ma pure per spingere a un atteggiamento più responsabile nei confronti dei device elettronici. La decisione infatti è frutto dell’accoglimento, da parte dei giudici del tribunale amministrativo, di un ricorso presentato da parte dell’Associazione per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog, anche se viene specificato come al momento il Ministero della Salute non sia in possesso di alcuna evidenza circa legami di causalità tra la prolungata esposizione alle radiofrequenze dei telefonini e l’insorgenza di tumori anche se oggi tale nesso non può nemmeno essere escluso a propri. (agg. di R. G. Flore)
“ATTENZIONE AI BIMBI PIU’ PICCOLI”
Per quanto riguarda i rischi per la salute derivanti dallo smartphone è sceso in campo il Tar del Lazio, obbligando lo stato a campagne informative sui rischi per la salute. È così che ora ci si dovrà mettere di fronte, entro sei mesi, a delle offerte di sensibilizzazioni che mirano soprattutto ai bambini più piccoli. Già in passato, diverse volte, era stato reso chiaro come potesse essere molto rischioso per i bambini sotto i sei anni stare incollati diverse ore al giorno al telefono. Stefano Commodo, tra gli avvocati che hanno presentato il ricorso al Tar, ha spiegato: “Non è una campagna contro l’industria della telefonia mobile. Questo è solo un modo per sollecitare l’utilizzo di una tecnologia importante in maniera responsabile“. Si deve dunque essere molto attenti alla gestione dei dispositivi tecnologici che sono sicuramente molto utili, ma che si deve sapere anche dosare con responsabilità ed evitando quelli che sono i rischi per la salute. (agg. di Matteo Fantozzi)
COME PROTEGGERSI E COSA EVITARE
Il Tar del Lazio ha ordinata una campagna informativa sui rischi della salute degli smartphone. Questo nonostante al momento non sia provato un nesso tra l’utilizzo dei dispositivi mobili e l’insorgenza di tumori. Entro il 16 luglio sarà lanciata la campagna che farà capire cosa è consigliabile fare e cosa evitare. Alcune situazioni sono già note, come l’utilizzo dell’auricolare che è sempre consigliato rispetto all’appoggiare l’orecchio direttamente allo smartphone, evitando di essere colpiti da onde. In zone dove la linea è totalmente assente è importante disconnettere non solo i dati ma anche la linea e quindi passare alla modalità aereo, il nostro smartphone così non sarà più alla ricerca di segnale evitando di inviare inutili onde. C’è infatti chi fa viaggi anche di un’ora al giorno in metropolitana dove lo smartphone non prende e dove tenere la linea è praticamente inutile. Sono diverse poi altre indicazioni da seguire, altre invece arriveranno direttamente al momento della campagna. (agg. di Matteo Fantozzi)
NORMA IMPOSTA AI MINISTERI SALUTE E MIUR
Entro sei mesi i Ministeri della Repubblica Italiana dovranno comporre una campagna informativa sui tutti i rischi per la salute che genera l’uso dei telefonini, degli smartphone e in generale dei device tecnologici: lo ha stabilito il Tar del Lazio con una richiesta-imposizione ai Ministeri dell’Ambiente, della Salute e dell’Istruzione (il Miur) da oggi fino ad un massimo di sei mesi. In pratica, dovranno adottare campagne, spot, messaggi sui social per poter mettere al corrente i cittadini sull’uso e abuso di smartphone-cordless con uso improprio. L’ha deciso il Tribunale Amministrativo del Lazio, accogliendo parzialmente un ricorso proposto dall’Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog. Nel comunicato diffuso dal Tar regionale, si legge riguardo all’obbligo del Ministero dell’Ambiente, del Ministero della Salute e del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, «ciascuno per il proprio ambito di competenza, di provvedere ad adottare una campagna informativa, rivolta alla intera popolazione, avente a oggetto l’individuazione delle corrette modalità d’uso degli apparecchi di telefonia mobile (telefoni cellulari e cordless) e l’informazione dei rischi per la salute e per l’ambiente connessi a un uso improprio di tali apparecchi. La predetta campagna d’informazione e d’educazione ambientale dovrà essere attuata nel termine di sei mesi dalla notifica della sentenza avvalendosi dei mezzi di comunicazione più idonei ad assicurare una diffusione capillare delle informazioni in essa contenute».
DA DOVE NASCE IL CASO-TAR
Come detto, il “caso” nasce dall’Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog che si era rivolta al Tar per contestare “l’inerzia” dei Ministeri a pubblicare rischi su salute in merito agli smartphone dopo la diffida ricevuta il 28 giugno 2017 diretta a promuovere l’adozione di provvedimenti finalizzati all’informazione capillare della popolazione. Non solo, l’associazione richiedeva anche ai giudici amministrativi di far obbligare i ministeri ad emanare il decreto del febbraio 2001 «contenente la “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici», spiega Repubblica. Il Tar in realtà ha ritenuto inammissibile la richiesta diretta ad ottenere l’emanazione dei Ministeri, «per difetto assoluto di giurisdizione, venendo in rilievo il mancato esercizio di poteri di natura normativa» ma ha comunque confermato la richiesta formale-imposta agli stessi per una precisa campagna informativa rivolta all’intera comunità. Va detto che il Consiglio Superiore di Sanità aveva disposto, in un parere del 2011, come «allo stato delle conoscenze scientifiche non fosse dimostrato alcun nesso di causalità tra esposizione a radiofrequenze e patologie tumorali, rimarcando tuttavia come l’ipotesi di un rapporto causale non potesse essere del tutto esclusa in relazione a un uso molto intenso del telefono cellulare». Sono passati 8 anni e l’utilizzo dello smartphone è più che decuplicato, per questo si richiede una precisa campagna informativa.