Esulta il Governo per i sei arresti a Latina, continua la battaglia al caporalato. Ecco il commento del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio: «Abbiamo dichiarato guerra al caporalato e adesso, finalmente, i nodi stanno venendo al pettine. Ecco i frutti del nuovo corso dell’Ispettorato del Lavoro che denuncia le mele marce e grazie alle forze dell’ordine per il lavoro svolto. Questo è lo Stato che ci rappresenta». Queste le parole di Giorgia Meloni: «Complimenti alle Forze dell’ordine che hanno smantellato a Latina un’organizzazione criminale che sfruttava immigrati e li costringeva a vivere e lavorare in condizioni disumane. Tolleranza zero contro il caporalato e chi specula sulla disperazione». Roberto Saviano coglie l’occasione per scagliarsi contro Matteo Salvini: «Questa vittoria della Polizia di Stato e dello Sco non la troverete nel quotidiano Bollettino Sovranista che il Ministro della MalaVita tiene sulle sue pagine social. Per questi arresti Salvini non festeggerà e non indosserà alcuna divisa». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



IN MANETTE ANCHE UN SINDACALISTA

Sono emersi ulteriori dettagli in merito alla vicenda che ha visto coinvolte sei persone in provincia di Latina, accusate di caporalato nei confronti di circa 400 lavoratori stranieri. Come riferisce LatinaToday, dei 6 finiti in manette, per tre sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre gli altri sono rinchiusi in carcere. L’operazione denominata Commodo, condotta dalla squadra mobile di Latina, è scattata all’alba di oggi, ed ha permesso di sgominare «un’organizzazione criminale dedita allo sfruttamento del lavoro ed al caporalato ai danni di centinaia di stranieri impiegati in lavori agricoli in condizioni disumane». Agli arresti è finito anche il sindacalista Marco Vaccaro, segretario provinciale della Fai Cisl, nonché Nicola Spognardi, ispettore del lavoro. Gli altri quattro fermati dalle forze dell’ordine si chiamano Luigi Battisti, Daniela Cerroni, Chiara Battisti e Luca di Pietro. I quattro lavoravano presso la società cooperativa Agri Amici di Sezze, attraverso cui «reclutavano e sfruttavano stranieri centrafricani e rumeni, somministrando illecitamente la loro manodopera a centinaia di azienda agricole committenti, avendo monopolizzato il settore nelle provincie di Latina, Roma, Frosinone e Viterbo». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LATINA: 6 ARRESTI PER CAPORALATO

Un’organizzazione criminale composta da 6 italiani è stata sgominata in provincia di Latina, accusata di Caporalato. Il gruppo faceva lavorare circa 400 stranieri in condizioni disumane: nessun diritto fra quelli che vengono garantiti dal contratto sindacale minimo per i braccianti, turni di lavoro di 10 ore senza soste, e paga da 4 euro ogni 60 minuti. Soddisfatto il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, che si è voluto complimentare con le forze dell’ordine, parlando di «importante vittoria, grazie a Polizia di Stato». Il governatore regionale ha quindi aggiunto: «Abbiamo appena presentato con il Prefetto di Latina un protocollo con le parti sociali: nessuna tolleranza per il caporalato e per lo sfruttamento del lavoro». La giunta della regione ha infatti approvato di recente un ordine del giorno per migliorare la lotta allo sfruttamento sul lavoro, con nuovi finanziamenti. Fra i sei arrestati dalle forze dell’ordine, anche un sindacalista e un ispettore sul lavoro, che con il capolarato centrano ben poco. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CAPORALATO A LATINA: LAVORATORI IN CONDIZIONI DISUMANE

Nuovo caso di caporalato scoperto dalle forze dell’ordine nelle scorse ore. In provincia di Latina, in località Sezze, la Digos ha sgominato una rete di sfruttamento messa in atto dalla Agri Amici, società cooperativa, che costringeva circa 400 stranieri, la maggior parte romeni e provenienti dal nord Africa, a lavorare in condizioni disumane. I turni di lavoro nei campi duravano anche dieci ore di fila senza pausa, per uno stipendio di 4 euro all’ora. Come riferisce l’edizione online di Repubblica, la Digos di Latina, insieme agli uomini Servizio Centrale Operativo diretto da Alessandro Giuliano, hanno arrestato un’associazione a delinquere composta da sei cittadini italiani, tutti accusati di violazione della normativa sul caporalato. Il blitz delle forze dell’ordine è al momento ancora in corso, e i poliziotti, oltre a procedere agli arresti dei responsabili, stanno sequestrando decine di automezzi, nonché beni immobili e mobili degli arrestati, e i guadagni illeciti realizzati dallo sfruttamento dei lavoratori stranieri.

CAPORALATO A LATINA: 6 ARRESTI

Nell’inchiesta, aspetto che aggrava ancora di più la vicenda, sarebbero coinvolti anche un sindacalista e un ispettore del lavoro, quest’ultimo accusato di corruzione. Fa specie che due figure come appunto quella del sindacalista e dell’ispettore, che dovrebbe difendere i lavoratori (soprattutto meno abbienti), vengano coinvolti in azioni criminose di tale entità. Gli operai agricoli venivano caricati su decine di camion della cooperativa, in un numero doppio rispetto alle persone trasportabili, quindi portati nei vari campi per il raccolto. L’indagine che ha portato all’arresto dei sei italiani è durata un anno e mezzo, e le persone finite in manette sono accusate dalla procura di Latina di intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro, estorsione e riciclaggio a reati tributari. I vertici della polizia di stato hanno attuato una stretta su questo tipo di reato nell’ultimo periodo, ed anche per questo sono riusciti a sgominare tale organizzazione criminale.