Luigi Di Maio e Matteo Salvini a Rigopiano per la commemorazione delle 29 vittime di due anni fa, con il Gran Sasso Resort travolto da una valanga distaccatasi da una cresta sovrastante. E qualche giorno fa vi abbiamo raccontato l’assurda vicenda che ha coinvolto Alessio Feniello, padre della vittima Stefano, condannato a pagare una multa di 4.550 euro per aver violato i sigilli giudiziari apposti per delimitare l’area. Una sanzione enorme per aver portato dei fiori, ma il ministro dell’Interno Salvini ha detto senza mezzi termini: «Ho detto a papà Feniello di non pagare un euro. Ci manca giusto di essere multati per andare a portare i fiori al figlio. Se c’è una legge sbagliata, cambieremo questa legge». Il vice premier ha poi aggiunto: «Ho ascoltato le storie e il ricordo di chi non c’è più, ho guardato le loro foto. Ho portato a questi nostri connazionali, agli orfani, alle vedove, alle mamme e ai papà, l’abbraccio di tutti voi e di milioni di italiani. Li stiamo aiutando, li aiuteremo ancora di più, di certo non li lasceremo soli: lo Stato c’è». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



DI MAIO: “NOI CI SIAMO”

Luigi Di Maio fa eco a Matteo Salvini: il Governo è al fianco delle famiglie delle vittime della tragedia di Rigopiano. Il leader del M5s ha dichiarato: «Noi ci siamo, siamo qui anche per far capire a quei signori da che parte stiamo. Da che parte sta lo Stato. È importante per me comunicarlo anche con la presenza dello stato qui». Vicinanza espressa anche da Giorgia Meloni: «A due anni dalla tragedia di Rigopiano, una preghiera per le 29 vittime e un pensiero per i loro familiari. Un ringraziamento ai Vigili del Fuoco e ai volontari che grazie al loro instancabile lavoro di ricerca e soccorso di quei giorni, sono riusciti a salvare molte altre vite». Su Twitter la Polizia di Stato ha voluto ricordare un agente deceduto per la valanga: «Dopo due anni è come se fosse successo ieri, soprattutto per i parenti delle vittime tra le quali c’erano anche Domenico,un nostro collega e sua moglie Marina Una tragedia di tutti E in quei momenti collaborare ai soccorsi ci fece sentire meno soli di fronte al dramma». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SALVINI: “10 MILIONI AI FAMILIARI DELLE VITTIME”

Sono già passati due anni dalla tremenda tragedia dell’Hotel Rigopiano, la valanga staccatasi dal cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso che travolse il Resort facendo 29 morti, 11 superstiti miracolosamente sopravvissuti dopo essere rimasti per ore e ore sotto le macerie e la neve della struttura sommersa dalla slavina. Il Comitato vittime di Rigopiano ha organizzato una giornata all’insegna del ricordo: sono previste anche le presenza dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Alle 10 l’appuntamento era nei pressi del totem dell’hotel Rigopiano per una preghiera di benedizione, poi alle 11 parte la fiaccolata da contrada Mirri per la chiesa madre di Farindola, cui seguirà la celebrazione della Santa Messa. Arrivando a Rigopiano, in una lunga diretta Facebook, il vicepremier Matteo Salvini ha annunciato «Sono felice di poter abbracciare, di poter portare un minimo di conforto e tutto l’affetto e il calore di milioni di italiani agli orfani, alle vedove, ai papà che hanno perso i figli, ai figli che hanno perso i papà, portando la certezza che lo Stato c’è». Non solo, in termini concreti, il Governo ha da poco annunciato nel Decreto Semplificazioni (incardinato dal CdM, in Aula nei prossimi giorni) «un provvedimento per aiutare vittime, sopravvissuti e feriti. Dieci milioni di euro, perché le parole se non sono seguite dai fatti, le leggi se sono accompagnate dai fatti non contano niente».



HOTEL RIGOPIANO: DUE ANNI FA LA TRAGEDIA DI FARINDOLA

In quei giorni tremendi di inizio gennaio 2017, la grave emergenza della neve, assieme alle scosse di terremoto del Centro Italia che imperversavano, rendeva praticamente isolate certe località tra cui purtroppo proprio l’Hotel Rigopiano (accanto al Comune di Farindola, in pieno Abruzzo): i soccorsi arrivarono dopo molte ore anche perché i primissimi appelli – e qui sono in corso ancora oggi le indagini delle Procure, con 25 persone tra autorità e soccorsi sotto inchiesta – non furono presi immediatamente sul serio per l’intera gravità della situazione. Intorno alle 17 si era staccato un enorme blocco di neve e detriti dalla montagna alle spalle del resort realizzata a quota 1.200 metri sul versante pescarese del Gran Sasso: i 40 ospiti e il personale dell’albergo furono tutti travolti dalla valanga e purtroppo solo in pochissimi riuscirono a salvarsi. A dare l’allarme, che di fatto ha permesso di salvare almeno quelle 11 anime sotto le macerie, il cuoco Giampiero Parente, che era uscito per andare nell’auto fuori dalla hall: vide l’enorme valanga e riuscì ad avvisare il suo datore di lavoro, Quintino Marcella, che a sua volta si attaccò al telefono per chiamare i soccorsi. Incredibilmente però in pochi credettero alle sue parole e la colonna dei soccorsi si attivò solo tra le 19.30 e le 20.00, con diverse ore dopo l’arrivo al Hotel che non c’era già più. Come riporta l’Adnkronos, «I primi sopravvissuti vennero trovati solo dopo 30 ore, mentre ci vollero 62 ore per estrarre vivo l’ultimo degli 11 superstiti». La moglie e i figli del cuoco Parente erano tra quelli.