Costante Alessandri è stato condannato a 20 anni di reclusione dal Tribunale di Forlì. Un anno in più rispetto a quelli che sono trascorsi dalla scomparsa della donna da Capannaguzzo, una frazione di Cesena. Il processo si è svolto con la formula del rito abbreviato davanti al giudice per l’udienza preliminare Giorgio Di Giorgio. Il pm aveva chiesto la condanna all’ergastolo per omicidio premeditato e occultamento del cadavere che non è mai stato trovato, ma il giudice ha escluso l’aggravante della premeditazione e, partendo dalla pena di trent’anni, ha applicato la riduzione di un terzo per il rito abbreviato. Come riportato dal Resto del Carlino, gli avvocati difensori Carlo Benini e Silvia Brandolini hanno preannunciato il ricorso in appello. Intanto resta il mistero sulla scomparsa della donna, perché i suoi resti non sono mai emersi. Un caso per questo simile a quello di Roberta Ragusa. (agg. di Silvana Palazzo)
MANUELA TEVERINI, OGGI SENTENZA PROCESSO
È attesa oggi la sentenza di primo grado nel processo con rito abbreviato per il caso di Manuela Teverini, scomparsa nel nulla 19 anni fa da Capannaguzzo, nel Cesenate. Il corpo non è stato mai trovato, ma la Procura di Forlì è certa che la donna sia morta, e che sia stata uccisa dal marito Costante Alessandri il quale poi ne avrebbe occultato il cadavere. Il pubblico ministero Filippo Santangelo ha chiesto dunque l’ergastolo per il marito. La difesa invece ha chiesto l’assoluzione piena. In tribunale non è presente la figlia della coppia, Lisa, rimasta all’estero. «Non è potuta tornare, ma non sapeva neppure se se la sarebbe sentita. È molto giovane, e poi si tratta di suo padre. Fa fatica ad accettarlo. Ha anche paura di lui. Si sente sicuramente meglio lontana da lui», ha dichiarato Marinella, sorella di Manuela e mamma adottiva di Lisa,“Chi l’ha visto?”. L’altra sorella di Manuela Teverini, Antonella, chiede giustizia: «Spero che trionfi. Non so se verrà condannato o meno, ma sicuramente l’ergastolo l’abbiamo avuto noi. E questo non ce lo toglie nessuno».
MANUELA TEVERINI, SCOMPARSA 19 ANNI FA
La vicenda risale al 5 aprile 2000, quando, secondo il racconto di Costante Alessandri, la donna non è stata trovata in casa. L’auto di Manuela Teverini venne individuata alla stazione di Cesena, ma di lei nessuna traccia, eccetto per gli effetti personali che indossava il giorno della scomparsa e che furono poi ritrovati in casa durante una perquisizione. Sin da subito si è cercato il corpo di Manuela, nelle vasche di irrigazione nelle vicinanze e con scavi nel cortile di casa. Il marito si è sempre professato innocente, ma nel dicembre 2002, a due anni e mezzo dalla scomparsa, venne arrestato per omicidio e occultamento di cadavere restando circa un mese in carcere, per poi essere liberato perché gli esiti sulla ricerca del cadavere nei pressi dell’abitazione di Capannaguzzo diedero esito negativo. Il caso è stato riaperto e il processo si è svolto col rito abbreviato. In un’intercettazione parlò dell’omicidio della moglie con la prostituta che frequentava, ma davanti agli investigatori disse che lo aveva fatto per provocarli, visto che sapeva di essere intercettato. «Ci sono tanti elementi indiziari che speriamo convincano il giudice a condannare l’imputato. Le indagini hanno portato a lui con grande sicurezza», ha dichiarato l’avvocato Carlotta Mattei a “Chi l’ha visto?”, in attesa della sentenza.