Giuseppe Mastini, alias Johnny lo Zingaro, sarà il protagonista della sesta puntata di “Commissari – Sulle tracce del male”, il programma condotto da Pino Rinaldi su Raitre ed in onda nella terza serata di oggi 19 gennaio. I riflettori si accenderanno in particolare sulla sua evasione dal carcere di Fossano, avvenuta il 30 giugno del 2017, quando il pericoloso criminale si trasformò in un fantasma per 25 lunghi giorni. La sua fuga avvenne durante un servizio esterno e fece subito molto scalpore dal momento che nelle precedenti evasioni Mastini, noto anche con l’appellativo “Biondino” non esitò ad uccidere pur di assicurarsi una via di fuga certa. Ma chi è Johnny lo Zingaro? Il suo personaggio tenne in scacco Roma tra gli anni Settanta e Ottanta. Figlio di giostrai lombardi di etnia sinti, lo Zingaro fu per decenni uno dei nomi di spicco della criminalità comune romana. Nella sua lunga “carriera” di criminale non mancano rapine, furti e ovviamente omicidi. Sin dall’età di 11 anni divenne noto alle forze dell’ordine per il suo coinvolgimento in un furto e una sparatoria con la polizia. Era il 1975 quando gli fu contestato il primo omicidio: la vittima era Vittorio Bigi, autista di trama. Il suo nome fu indicato anche come possibile complice dell’omicidio di Pier Paolo Pasolini, sebbene non vi fu mai alcuna conferma certa di un suo presunto coinvolgimento nella vicenda. Mastini, tuttavia, ha sempre negato e smentito ogni accusa ammettendo solo di aver conosciuto Pelosi, ad oggi l’unico condannato per la morte del poeta, in carcere. Per tutti i suoi reati lo Zingaro sta scontando l’ergastolo nel carcere di Fossano, dal quale nel giugno del 2017 mise in atto la sua nuova evasione, che si rivelò tutt’altro che spettacolare.
JOHNNY LO ZINGARO, LA SUA ULTIMA EVASIONE E LA CATTURA
Si sarebbe dovuto presentare sul posto di lavoro dove era impiegato in regime di semilibertà, ma Giuseppe Mastini, alias Johnny lo Zingaro semplicemente non arrivò mai. Ebbe inizio così la sua ultima evasione terminata meno di un mese dopo, al termine di una lunga indagine che coinvolse il Servizio centrale operativo, le Squadre Mobili di Cuneo, Lucca e Siena, oltre agli uomini della polizia penitenziaria. Se è vero che la sua fuga avvenne senza alcun effetto speciale, altrettanto vero è il clamore che ci fu in seguito alla sua cattura avvenuta il 25 luglio 2017 a Taverne d’Arbia, in provincia di Siena. L’ergastolano Giuseppe Mastini fu arrestato insieme alla donna con la quale aveva intrecciato dal carcere una relazione d’amore e che si trovava agli arresti domiciliari. Si tratta di Giovanna Truzzi, anche lei scomparsa il medesimo giorno dell’evasione dello Zingaro dall’abitazione dove stava scontando la pena. Attraverso un’intensa indagine incentrata su un altrettanto intenso traffico telefonico, gli investigatori sono riusciti a mettersi sulle tracce dei due amanti, fermati nell’appartamento di alcuni parenti della donna, in una frazione di Siena. L’uomo era fuggito su un taxi a Genova. La sua cattura è stata resa possibile grazie alle più sofisticate tecnologie che hanno permesso agli agenti di individuarlo a Pietrasanta da dove si è poi allontanato con la donna. Fingendosi dei corriere che dovevano consegnare un materasso, gli agenti sono riusciti poi ad accedere all’appartamento realizzando il blitz che ha portato all’arresto dello Zingaro e della sua compagna.