Sono rimasti per ore in balia delle onde del mare i 100 migranti su un barcone in avaria 60 miglia al largo delle coste libiche. L’angoscia è terminata solo questa notte, come spiega TgCom24, in seguito all’arrivo dei soccorsi da un cargo inviato dalla Libia. Nella serata di ieri la guarda costiera libica ha inviato un mercantile sul posto che, dopo aver raggiunto la carretta ha salvato i migranti che vi erano a bordo, tra cui venti donne e dodici bambini. La nave è poi stata indirizzata verso il porto di Misurata, come aveva fatto sapere già in serata Palazzo Chigi. In nottata dunque sono terminate ufficialmente le operazioni di salvataggio grazie all’intervento del cargo Lady Sharm, battente bandiera della Sierra Leone e che ha condotto i migranti verso il porto di Misurata indicato dalla Libia e dove saranno sbarcati. Un intervento che ha evitato l’ennesima strage in mare, con i naufraghi che hanno trascorso ore drammatiche, come riferisce La Stampa, al punto che molti di loro credevano di non farcela: “Stiamo congelando, la situazione è disperata, aiutateci. Abbiamo paura di morire”, le loro parole, mentre imbarcavano acqua. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



TRIPOLI INVIA MERCANTILE: PROFUGHI RAGGIUNTI

Sono iniziate le operazioni di salvataggio dei 100 migranti a bordo di un barcone in difficoltà partito dalla Libia. Secondo quanto appreso dall’Ansa, un mercantile inviato dalla guardia costiera libica ha raggiunto la carretta e ha cominciato ad imbarcare i migranti. Come si apprende da un comunicato diramato dalla Guardia Costiera italiana, i colleghi libici impegnati nel recupero di altre 140 persone nella zona SAR di propria competenza, “ha inviato sul posto un mercantile battente bandiera Sierra Leone. Il mercantile, giunto sul posto, dopo aver recuperato i migranti dirigerà verso un porto che l’autorità libica coordinatrice indicherà”. La situazione dei migranti era apparsa nelle ultime ore disperata: molti di loro erano a rischio congelamento. Nonostante la loro situazione, i passeggeri nel corso di alcune telefonate giunte ad Alarm Phone, il sistema di allerta telefonico utilizzato per segnalare imbarcazioni in difficoltà, avevano chiesto di non informare le autorità libiche sul loro posizionamento, preferendo di fatto la morte alla prospettiva di tornare in Libia. (agg. di Dario D’Angelo)



CONTE E TONINELLI IN CONTATTO CON LA LIBIA

«I porti sono e rimangono chiusi», aveva decretato dall’Abruzzo Matteo Salvini questo pomeriggio, anche dopo la notizia di un nuovo sos lanciato dal barcone di migranti al largo delle coste libiche. L’appello disperato giunto da bordo però – «stiamo congelando, la situazione è disperata» – pare abbia smosso almeno Palazzo Chigi, con i portavoce del Premier Conte che hanno fatto sapere in una nota «Dopo vari giorni di mare agitato i trafficanti di esseri umani hanno riapprofittato di questo weekend di mare calmo per agire nuovamente. Attualmente è ancora in mare un gommone con un centinaio di persone in acque territoriali libiche. Siamo in continuo contatto con la Guardia costiera libica perché effettui questo ulteriore intervento e metta in sicurezza i migranti che sono a bordo». Il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha fatto sapere che «La Guardia Costiera libica salva 140 migranti, ora c’è un terzo gommone con 100 a bordo su cui Tripoli si sta muovendo. Sto seguendo la vicenda: i trafficanti di esseri umani non l’avranno vinta. I barconi non devono più partire e solo un’UE unita per stabilizzare la Libia può impedirlo». (agg. di Niccolò Magnani)



“STIAMO CONGELANDO A BORDO, MALTA E LIBIA NON RISPONDONO”

L’sos lanciato a bordo dal barcone in avaria al momento ha trovato zero risposte sia da Malta che dalla stessa Libia, i due porti più vicini al barcone pieno di circa 100 migranti: «Presto non riuscirò più a parlare perché sto congelando», è il messaggio lanciato da Alarm Phone che sta ricevendo i contatti con i migranti in avaria. «Sono nel panico – scrive ancora il sistema di allerta -, il nostro staff sta cercando di calmarli, ma nell’ultima ora abbiamo sentito più volte persone urlare. La situazione è disperata». Come scrive sul canale Twitter poco dopo le ore 14, Alarm Phone «sia Roma sia Malta ci hanno comunicato che è Tripoli l’autorità responsabile dei soccorsi. Finora non abbiamo ricevuto nessuna risposta da Tripoli e non siamo neanche sicuri che abbiano ricevuto i nostri messaggi». Al momento i messaggi rispondono a vuoto e solo un giorno dopo la tragedia dei 170 morti al largo della Libia si rischia una seconda immane tragedia: la situazione è ai limiti della sostenibilità. La nave Sea Watch, che già ha salvato 47 persone ieri, si sta dirigendo verso il barcone in avaria ma rilancia «Siamo a circa 15 ore di distanza. Non possiamo coprire da soli il Mediterraneo, dove le persone vengono lasciate morire». (agg. di Niccolò Magnani)

NUOVO BARCONE IN AVARIA

Tanto Salvini poco fa da Chieti, quanto Di Maio in mattinata da Roma, il senso della risposta all’ennesima emergenza migranti al largo della Libia è la medesima: i porti restano chiusi e chi fa la morale, come la Francia di Macron, dovrebbe solo stare zitta. Un nuovo barcone con 100 persone a bordo è stato segnalato in mare a 60 miglia dalle coste di Misurata, con l’allerta di Alarm Phone che indica l’estrema difficoltà dei barconi carichi di altri migranti: «Tripoli dovrebbe coordinare i soccorsi, ma non risponderebbe alle chiamate», spiegai sistema di allerta nel Mediterraneo. Il Ministro del Lavoro ha poi rilanciato rispondendo alle tante polemiche sorte dalle Ong contro il Governo italiano, «Ci sono decine di Stati africani in cui la Francia stampa una propria moneta, il franco delle colonie, e con quella moneta si finanzia il debito pubblico francese. Macron prima ci fa la morale e poi continua a finanziare il debito pubblico con i soldi con cui sfrutta i paesi africani». Poco fa arrivando in Abruzzo per la campagna elettorale verso le Regionali, Salvini a Rai News24 ha spiegato «No lezioni da Macron che ospita assassini italiani».

ONG CONTRO IL GOVERNO

«Perder tempo significa morire. Mentre Open Arms è bloccata in porto a Barcellona, 8 persone al giorno muoiono nel Mediterraneo», è il nuovo attacco della ong spagnola Open Arms contro il Ministro degli Interni Matteo Salvini ma anche contro lo stesso Governo di Spagna che blocca nel porto catalano la nave di soccorsi nel Mediterraneo. La nave che ha invece soccorso i migranti superstiti della strage di Tripoli, la Sea Watch, lancia un nuovo appello all’Europa: «Siamo ancora in zona Sar ma nessuno si è ancora assunto il coordinamento dell’operazione. Siamo stati rimandati ai libici che però non rispondono. Non c’è modo di parlare con loro, non rispondono neanche al telefono». Lo scontro e la distanza nel Governo restano tali, con un altro appello giunto dalla terza carica dello Stato: «Non possiamo rassegnarci ad accettare la morte di tanti poveri innocenti. Il Mediterraneo deve essere un mare di pace, non una fossa comune», ha rilanciato la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Durissimo invece il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, nell’ennesima “crociata” anti-Salvini: «Salvini e il suo governo attaccano le ong nel Mediterraneo perché salvano vite umane e sono testimoni della loro disumanità e dei crimini contro l’umanità che si stanno consumando. Noi non siamo né indifferenti né complici e faremo di tutto per salvare la vita a sorelle e fratelli». (agg. di Niccolò Magnani)

CONTE, “FARÒ AVVOCATO CONTRO I TRAFFICANTI”

Lo scontro a distanza non accenna a finire nel Governo ancora una volta sul fronte migranti: il Presidente della Camera Roberto Fico ieri ha commentato con evidente “richiamo” a Salvini, «Dolore, rabbia e tristezza. Salvare vite umane è quello che fa una società sana. Se non ci riusciamo è un terribile fallimento per tutti noi». Stamattina altra “risposta” del Ministro Salvini che su Twitter, postando un video, spiega «Io non sono stato, non sono e non sarò mai complice dei trafficanti di esseri umani, che con i loro guadagni investono in armi e droga, e delle Ong che non rispettano regole e ordini». Ma è il premier Giuseppe Conte a rappresentare l’uscita più importante della mattinata dopo il tremendo naufragio-strage di migranti al largo di Tripoli avvenuto ieri: «Quando avrò smesso questo mio mandato di servizio per il popolo italiano mi dedicherò al diritto penale per perseguire i trafficanti e assicurarli alla Corte Penale internazionale», ha spiegato il Premier da Matera, sottolineando «siamo più convinti di prima nel contrastare quei trafficanti che dopo aver derubato le persone, averle semmai seviziate e torturate le avviano su barconi che sono assolutamente inaffidabili e così li condannano a morte sicura». (agg. di Niccolò Magnani)

SALVINI: “CUORI APERTI, PORTI CHIUSI”

Nuova strage di migranti nel Mediterraneo e nuovo scontro all’interno del governo. Nell’ultimo fine settimana almeno 170 poveretti sono deceduti nel mare che lambisce l’Italia: una carretta è affondata al largo della Libia e l’altra nel Marocco. A centinaia continuano a partire dal nord Africa pur di fuggire alle violenze e agli abusi, e fanno specie le parole di uno dei sopravvissuti del gommone affondato al largo di Tripoli due giorni fa (117 le vittime): «Meglio morire che tornare in Libia». Nella giornata di ieri sono stati avvistati altri tre barconi, di cui due riportati in Libia e un altro con a bordo 47 persone soccorso dalla Sea Watch, in attesa del solito porto sicuro che l’accolga. Ma l’Italia non aprirà i propri porti, come ha ribadito per l’ennesima volta il vice-presidente del consiglio, Matteo Salvini: «Io non sono stato, non sono e non sarò mai complice dei trafficanti di esseri umani e delle Ong», e ancora «Le ong si scordino di ricominciare la solita manfrina del porto in Italia o del Salvini cattivo. In Italia no».

MIGRANTI, 170 MORTI: SCONTRO NEL GOVERNO

Contrattacca il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha replicato al ministro dell’interno con parole pesanti: «Ci sarà un secondo processo di Norimberga e lui non potrà dire che non sapeva». Peccato però che il leader del carroccio tiri dritto per la sua strada: «certi sindaci e governatori di sinistra, anziché denunciare la presunta violazione dei ‘diritti dei clandestini’, dovrebbero occuparsi dei loro cittadini». Secondo Salvini i naufragi di queste ore che hanno provocato quasi duecento vittime sarebbero la dimostrazione che permettendo ai gommoni di vagare per il Mediterraneo, tornano i morti: «cuori aperti per chi scappa davvero dalla guerra – precisa il leghista – ma porti chiusi, per ong, trafficanti e tutti gli altri». All’interno del governo c’è comunque chi la pensa diversamente, a cominciare dal premier Conte e dal leader dei grillini, Di Maio, che a capodanno avevano creato un caso accogliendo i migranti fermi da giorni al largo di Malta, nonostante opposizione di Salvini.