Torna a parlare il Ministro Salvini e lo fa dopo l’attacco dell’Anm nei suoi confronti: questa volta però, a differenza di altre volte nel passato, il tentativo di replica viene “smorzato” con parole più dedicate alla difesa dei poliziotti piuttosto che attaccare i magistrati. «Se c’è un pregiudicato che usa banconote false, che aggredisce e morde dei poliziotti, fermarlo con le manette perché non faccia altri danni, non è un diritto, ma un dovere degli agenti. Ringrazio gli uomini e le donne in divisa per ciò che fanno anche perché rischiano in strada tutti i giorni la vita», ha spiegato il leader della Lega intervenendo in un comizio a Vasto, nel suo tour elettorale in sostegno al candidato del centrodestra alle Regionali Abruzzo, Marco Marsilio. Gli è stato chiesto di commentare ancora il caso di Empoli e dopo le parole di forte polemica di ieri, il Ministro “nicchia” preferendo rilanciare ancora la polemica a distanza con Saviano: «Continuerò a indossare questa divisa per rendere omaggio a questi poliziotti e a queste poliziotte per il lavoro che fanno per la sicurezza dei cittadini».



ANM ATTACCA SALVINI: “PAROLE INOPPORTUNE”

Il caso del tunisino morto durante un fermo di polizia continuano a far discutere anche tre giorni dopo l’infausta tragedia avvenuta ad Empoli, con le ultimissime parole dell’Anm che condannano i commenti fatti ieri dal Ministro degli Interni Matteo Salvini. Riavvolgendo il nastro, partiamo con la cruda cronaca: si procede ancora per omicidio colposo a seguito della morte del 32enne tunisino Arafet Arfaoui, deceduto nella serata di giovedì ad Empoli dopo che era stato ammanettato a polsi e caviglie dalla polizia. Per il momento, il pm di Firenze ha accettato la versione della polizia secondo cui il magrebino era stato legato perché dava in escandescenza dopo che il titolare di un money transfer non voleva cambiargli una banconota da 20 euro, ritenuta falsa. Secondo quanto riportato dalla stessa polizia, le forze dell’ordine non hanno attuato alcuna pressione sul corpo del magrebino, ed inoltre, la corda utilizza per legare le caviglie della vittima non era stretta. Dopo le forti polemiche comunque suscitate per la morte misteriosa del 32enne, ieri Salvini rincara la dose soffiando ancora di più sulla polemica: «Buon sabato ai poliziotti che a Empoli facendo il loro lavoro hanno ammanettato un violento, un pregiudicato che poi purtroppo è stato colto da arresto cardiaco. Se i poliziotti non possono usare le manette per fermare un violento, ditemi voi cosa dovrebbero fare, rispondere con cappuccio e brioche?».



DA SALVINI A ILARIA CUCCHI: NUOVO CAOS A EMPOLI

Secondo l’Associazione Nazionale dei Magistrati, però, quelle parole di Salvini vengono giudicate non degne di un Ministro della Repubblica italiana: «Le dichiarazioni del ministro dell’Interno a seguito del decesso di un cittadino tunisino durante un’attività di polizia appaiono inopportune e non rispettose delle prerogative della magistratura», sottolinea la giunta dell’Anm. Secondo i magistrati, «Sarebbe stato necessario attendere la conclusione dei doverosi accertamenti che stanno coordinando i magistrati, gli unici ad essere competenti, sulla base di rigidi parametri costituzionali, a dirigere le attività investigative in corso volte all’accertamento dei fatti». Prima di Salvini aveva parlato anche Ilaria Cucchi – sorella del geometra arrestato il 15 ottobre del 2009, morto dopo una settimana in circostanza molto sospette forse picchiato a sangue – spiegando «quel ragazzo dava in escandescenza? Questi fatti sono tutti uguali e sappiamo già come andrà a finire. La quarta sezione della Cassazione dirà che non c’è nessun colpevole», commentava polemica ai microfoni di Adnkronos. Da ultimo, a chiudere la serie di commenti polemici tutti (o quasi) contro Salvini, ci ha pensato il deputato dem Gianfranco «Ma stiamo scherzando? Oggi un uomo muore dopo essere stato legato e malmenato col sospetto di aver diffuso 20 euro falsi e il ministro degli Interni ironizza dicendo ‘se i poliziotti non possono usare le manette cosa devono fare offrono cappuccino e brioche?’. Ma siamo in Italia o a Guantanamo?».

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