Commentando i dati sui migranti riportati in Libia e sui flussi migratori in questa primissima parte del 2018, l’Unicef ha messo in luce l’esigenza di fronteggiare l’emergenza relativa ai minori che si imbarcano a caccia di speranza e di una nuova vita: “I bambini sopportano viaggi particolarmente pericolosi a causa del gelo e delle acque agitate durante i mesi invernali. Dalle notizie dello scorso fine settimana risulta che circa 170 persone siano morte o scomparse in due diversi naufragi nel Mediterraneo. Secondo alcune segnalazioni, a bordo c’erano bambini e una donna in gravidanza.” Ovviamente nei barconi non viene preposta alcuna assistenza neppure per le donne che aspettano bambini, altra categoria particolarmente a rischio e soprattutto che necessita di premure e soccorsi particolari: un dramma nel dramma di chi affronta un viaggio intercontinentale senza alcuna garanzia in mezzo al mare. (agg. di Fabio Belli)
SALVINI: “ASSE FUNZIONA”
L’asse con la Libia funziona ma l’Europa, ancora una volta, è stata assente: sia Salvini che Di Maio hanno sottolineato la presenza-assenza dell’Ue nell’ennesimo caso migranti, con la risoluzione arrivata tramite i contatti tra Palazzo Chigi e il governo libico. «Sono stati rispettati i trattati internazionali. L’Italia sta sostenendo la Libia con mezzi e addestramento. Ora i Paesi Ue, Francia su tutti, collaborino a stabilizzare il continente africano», fa sapere il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli in un tweet ancora molto polemico con la Commissione Ue e la Francia. Di contro però, oltre ai furiosi attacchi di Gino Strada contro Salvini e l’intero Governo italiano, è un’altra Ong che lamenta una soluzione del caso libico tutt’altro che positiva: secondo la Open Arms «migranti portati in Libia? Non sono stati soccorsi ma respinti verso i lager e centri di detenzione» attacca Veronica Alfonsi , coordinatrice della sede italiana di Proactiva Open Arms. Non solo, secondo la responsabile italiana «l’ultimo rapporto Onu ci racconta cosa accade in quei centri di detenzione. Noi lo sappiamo perché vediamo sui loro corpi quello che succede sui loro. Preferiscono gettarsi in acqua piuttosto che tornare in Libia. Le Ong vanno eliminate perché sono dei testimoni».
MIGRANTI SOCCORSI E RIPORTATI IN LIBIA
Il problema alla base non è risolto, per nulla, ma almeno 393 vite sono state salvate dalla morte per annegamento in mezzo al mare: i migranti mandati alla deriva sui gommoni al largo della Libia sono stati soccorsi da un mercantile – dopo ore in cui nemmeno rispondevano alle chiamate di Sos – solo dopo l’intervento di Palazzo Chigi che ha intimato la messa in sicurezza delle persone su diversi barconi in avaria davanti alle coste libiche. 143 sono stati riportati a Tripoli, 144 a Misurata, 106 ad al-Khoms: «sono tutti sani e salvi, e riportati indietro, i 393 immigrati recuperati dalla Guardia Costiera libica nella giornata di ieri», affatto sapere poco fa il Viminale in una nota ufficiale sulla destinazione dei migranti salvati dopo la terribile tragedia di due giorni fa dove a morire furono invece 170 persone annegate sempre al largo della Libia. «La collaborazione funziona, gli scafisti, i trafficanti e i mafiosi devono capire che i loro affari sono finiti. Meno partenze, meno morti, la nostra linea non cambia», fa sapere invece il Ministro degli Interni Matteo Salvini.
DI MAIO, NUOVO ATTACCO ALLA FRANCIA
I dati del Viminale sugli sbarchi in questo primo mese del 2019 vedono una drastica riduzione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando al Governo c’erano Gentiloni e Minniti: «i migranti sbarcati in Italia dall’inizio dell’anno, ad oggi, sono 155. L’anno scorso erano stati 2.730». Le varie nazionalità dichiarate al momento dello sbarco di queste persone salvate e riportate in Libia – dove ricordiamo che i migranti salvati dal naufragio di sabato gridavano «meglio morire annegati che non tornare nei campi libici» – sono 57 provenienti dal Bangladesh, 38 dall’Iraq, 31 dalla Tunisia, 13 dall’Iran, 9 dall’Egitto, 2 dalla Russia, 2 dal Sudan, 2 dal Pakistan, uno dal Gambia. Dopo le forte polemiche contro la Lega e l’intero Governo per quanto riguarda la posizione impassibile di chiusura dei porti, stamane interviene anche l’altro vicepremier Luigi Di Maio che sottolinea come «Abbiamo richiamato la guardia costiera libica perché ci aspettiamo da loro i salvataggi in mare». Durante la stessa intervista a Rtl 102.5, Di Maio ha poi avuto l’occasione di ritornare – per l’ennesima volta – sullo scontro a distanza con la Francia di Macron vista sempre più come il nemico da attaccare su diversi fronti, migranti, Europee, e anche economia. Dopo aver accusato l’Eliseo di “colonizzare” l’Africa, il leader M5s non si placa «Per far restare gli africani in Africa basta che i francesi stiano a casa loro. La Francia cominci ad aprire i porti. I migranti li portiamo a Marsiglia finché non la smettono di stampare a Lione la moneta per l’Africa».