Sembrava una banale infiammazione alla gola ma il giorno dopo un uomo di Napoli, il 49enne napoletano Alberto Mazzola Turco, è rimasto vittima di un arresto circolatorio. Il legale della famiglia, ospite a Storie Italiane su Rai Uno, ha dichiarato:”La gravissima anomalia che noi constatiamo è che il paziente è arrivato al triage ad un determinato orario e che l’orario della visita è 8 minuti dopo l’arrivo al triage. Questo è quanto dice la cartella clinica redatta dal Cto che fa fede fino a querela di falso”. Pronta la replica di Salvatore Buono, che ha affermato:”Se lei continua a leggere però troverà scritto che le manovre di rianimazione sono avvenute immediatamente. Il paziente è arrivato già in condizioni gravissime di arresto cardiocircolatorio, nessuno ha perso tempo a compilare cartelle. Otto minuti per noi che lavoriamo nell’emergenza sono un’eternità, è impossibile che siano trascorsi senza che venisse prestato soccorso ad un paziente cianotico e in quelle condizioni”. (agg. di Dario D’Angelo)



MORTO PER MAL DI GOLA A NAPOLI, LE PAROLE DELLA MOGLIE

Alberto Mazzola Turco è morto a seguito di un’infiammazione alla gola. Il 49enne di Napoli è scomparso da un momento all’altro, e sulla vicenda è stata aperta un’indagine per capire si vi sia una responsabilità da parte dei soccorsi intervenuti. A denunciare l’episodio, risalente allo scorso mese di luglio, è stata la moglie del defunto, Raffaella Di Donna, presente stamane negli studi di Storie Italiane, su Rai Uno: «Mio marito aveva un banale mal di gola, ma ogni giorno peggiorava sempre più e ad un certo punto ha iniziato a far fatica a respirare ed è diventato cianotico: a quel punto ho chiamato l’ambulanza». E qui la vicenda assume i contorni del giallo se non del grottesco e tragicomico: «Viene inviata un’ambulanza non idonea – prosegue la donna – senza la paletta abbassa lingua e senza la pila per ispezionarla, nonostante avessi avvisato del problema. Abbiamo dovuto cercare noi un cucchiaio per permettere ai medici di controllargli la gola».



MAL DI GOLA: 49 ENNE MORTO A NAPOLI

A quel punto, nell’incertezza generale, al paziente viene assegnato un codice giallo e si decide per il ricovero al Cto: un altro mistero visto che il Cardarelli è a circa un chilometro di distanza dall’abitazione dei Turco: «Io e mio figlio ci mettiamo dietro l’ambulanza, che poi perdiamo per il traffico. Quando arriviamo in ospedale mi danno la fede di mio marito dicendomi che in ambulanza è morto a causa di un arresto cardiorespiratorio non l’ho visto più». La donna chiede giustizia e cerca risposte alle numerose domande che si è posta in questi ultimi mesi: «È intollerabile avvisare il 118 – le parole del legale della famiglia – che c’è un uomo che sta soffocando e viene inviata un’ambulanza non idonea. E’ inoltre intollerabile che siano stati attesi 16 minuti per cercare un cucchiaio per ispezionare la gola invece che portare subito il paziente all’ospedale. E’ infine intollerabile che sia stato portato in un ospedale non più vicino, passando davanti al Cardarelli e arrivando al Cto: sono trascorsi 44 minuti da quando l’ambulanza è arrivata a casa e il paziente è arrivato in ospedale». Salvatore Buono, responsabile del reparto di rianimazione del Cto di Napoli replica: «Il paziente è giunto da noi in gravissime condizioni, l’arresto è avvenuto in ambulanza, e il paziente è stato subito sottoposto a rianimazione. Le manovre di rianimazione sono avvenute immediatamente e la cartella compilata successivamente: in quelle condizioni nessuno ha perso tempo». Solo le indagini appureranno eventuali negligenze e soprattutto di chi.

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