Nella giornata di ieri il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, è volato a Genova per ricordare la morte dell’operaio e sindacalista Guido Rossa, ucciso in un agguato delle Brigate Rosse esattamente 40 anni fa. E’ stata un’occasione in cui il capo dello stato ha voluto ribadire la necessità di riportare in Italia per scontare la giusta pena, tutti quei condannati che sono scappati all’estero, pensiero condiviso da molti esponenti politici a cominciare dal ministro dell’interno Matteo, Salvini: «Coloro che sono fuggiti devono scontare la pena – dice il presidente della Repubblica – perché l’impegno delle istituzioni non può fermarsi finché non sia compiuta giustizia». Al termine della commemorazione gli operai di ArcelorMittal hanno voluto donare una scultura allo stesso presidente, un’opera realizzata in acciaio con la sagoma di un lavoratore (con tanto di caschetto azzurro di sicurezza), e due pezzi meccanici prodotti dalla stessa maxi officina. Una scultura interamente realizzata e assemblata a mano da parte di due operai della ditta genovese, gli stessi che tra l’altro nel 2017 regalarono a papa Francesco un pastorale in acciaio durante la visita all’acciaieria Ilva. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MATTARELLA A GENOVA PER GUIDO ROSSA: I COMMENTI POLITICI

Nel giorno del ricordo di Guido Rossa, sindacalista ucciso 40 anni fa dalle Br, campeggiano per le strade di Genova alcune scritte contro la vittima del terrorismo e a favore delle Brigate Rosse. Sdegno sui social network per l’episodio, con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha chiesto la prosecuzione della caccia a tutti coloro che si sono macchiati di crimini simili. Anche il mondo politico ha voluto ricordare Rossa, a partire dalla dem Chiara Gribaudo: «Con il cuore a Genova per i 40 anni dalla morte di Guido Rossa. Il terrorismo è stato sconfitto anche da chi, per i diritti dei lavoratori, ha lottato con le armi giuste della democrazia e del sindacato. Felice che Maurizio Martina abbia portato l’abbraccio della nostra comunità». Queste le parole di Teresa Bellanova: «Oggi Genova ricorda Guido Rossa che il 24 gennaio del 1979, 40 anni fa, moriva per mano delle Br. Sindacalista, delegato di fabbrica, comunista. Veniva giustiziato perché aveva scelto di dire no al terrorismo e sì alla democrazia. Quel delitto segnò la fine delle Br». Infine, la denuncia di CGIL: «Scritte indecenti stamattina contro Guido Rossa operaio dell’Ilva di Genova iscritto a Cgil e Pci assassinato il 24/01/ ‘79 dalle Br di cui oggi si celebra il 40mo anniversario. Fatto grave come troppi in questi mesi che ci allarma e dovrebbe preoccupare tutto il paese». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



MATTARELLA A GENOVA PER IL RICORDO DEL SINDACALISTA

Quaranta anni fa moriva ucciso dalle Brigate Rosse il sindacalista iscritto al Pci Guido Rossa, operaio dell’Italsider, e in occasione del memoriale il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è giunto a Genova dove ha tenuto una cerimonia di ricordo e commemorazione all’interno dell’ex stabilimento Ilva. Ricordando pur senza citarlo direttamente, il recente caso di Cesare Battisti, il Capo dello Stato ha in qualche modo “seguito” l’appello rivolto dal Ministro Salvini in merito al ritorno in Italia dei tanti terroristi già condannati ma in fuga o in Francia o in Sud America: «L’impegno delle istituzioni non può dirsi del tutto concluso, non può fermarsi l’azione delle istituzioni finché non sia compiuta giustizia. Coloro che si sono sottratti alla fuga, all’esecuzione della pena, devono scontare la pena comminata. Perché la democrazia è condizione delicata la cui cura è affidata alle istituzioni ma non in misura minore ai cittadini in tutti i luoghi». Mattarella ha poi ricordato gli anni bui che precedettero e seguirono l’orrendo delitto di Guido Rossa, «Ancora ci chiediamo come sia potuto accadere ed è un interrogativo attuale per una democrazia che voglia saper vivere e affrontare le proprie contraddizioni, per impedire che forze oscure avvertano nuovamente la tentazione di tornare all’attacco».



IL DELITTO GUIDO ROSSA 40 ANNI FA

Il 24 gennaio 1979, alle ore 6.35 del mattino, l’operaio dell’Italsider di Genova Guido Rossa esce di casa come ogni giorno per recarsi al lavoro: ad attenderlo però un commando delle Brigate Rosse composto da Riccardo Dura, Vincenzo Guagliardo e Lorenzo Carpi, gli sparano e lo uccidono sul colpo. Il sindacalista iscritto al Pci fu il primo ad essere colpito dalle Br in pieni anni di piombo e di fatto segnò – con questo atroce delitto – un cambio di passo e un raffreddamento dei “rapporti” tra i partiti di sinistra, il Pci, gli intellettuali e gli stessi terroristi delle Brigate Rosse. Guido Rossa aveva denunciato proprio nella sua Italsider un collega operaio, Francesco Berardi, che aveva distribuito volantini propagandistici delle Br e dopo la testimonianza al processo il gruppo terroristico gli giurò morte: il sindacato offrì per alcuni mesi a Rossa una scorta, formata da operai volontari dell’Italsider, ma lo stesso Rossa in seguito rinunciò. Nell’anniversario dei 40 anni dal delitto politico, alcune scritte indegne e incivili sono apparse anche questa mattina Salita Santa Brigida a Genova, altro luogo storico per il terrorismo: lì lo scorso 8 giugno 1976 le Brigate Rosse uccisero Francesco Coco, Procuratore generale di Genova, e i due uomini della scorta. Le scritte ritrovate citano «Guido Rossa infame»: pochissime parole scoperte dalla Digos il giorno della commemorazione di Mattarella a pochi chilometri da lì, un’altra pagine indegna di questa lunga campagna d’odio che sembra non finire anche dopo la sconfitta delle Brigate Rosse.