Sono stati resi noti altri dettagli in merito agli arresti avvenuti nelle scorse ore in Val d’Aosta, per infiltrazioni mafiose della ‘ndrangheta. Sedici le persone finite in manette, tutte accusate dei reati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, tentato scambio elettorale politico-mafioso, estorsione tentata e consumata, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e ricettazione di armi e favoreggiamento personale, in alcuni casi aggravati dal metodo mafioso. Oltre a persone di spicco della malavita, sono finite in manette anche alcuni esponenti della politica locale, come Marco Sorbara, consigliere regionale della Vallée, all’epoca dei fatti assessore, Monica Carcea, altra consigliere regionale, e un consigliere di Aosta, Nicola Prettico. «Forse adesso la gente la smetterà di dire che in Piemonte non c’è la ‘ndrangheta. Un motivetto che abbiamo sentito per molto tempo, ma che continua ad avere un certo seguito», le parole del procuratore generale, Francesco Enrico Saluzzo, in occasione della conferenza stampa sulla maxi operazione. Secondo gli inquirenti, le elezioni sarebbero state influenzate proprio dalle infiltrazioni della mafia calabrese. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
’NDRANGHETA AD OSTA: 16 ARRESTI
Operazione anti ‘ndrangheta condotta quest’oggi dai carabinieri di Aosta. I militari dell’arma hanno potuto mettere le proprie mani sul boss Bruno Nirta, detto la bestia sia per la sua costituzione, sia per i suoi metodi feroci e spicci. Come ricorda l’edizione online del Corriere della Sera, si tratta del rampollo della cosca di San Luca, Nirta-Scalzone, famosa per la strage di Duisburg in cui morirono sei persone nell’agosto del 2017, senza che però lo stesso Bruno venisse coinvolto. Bruno è l’erede del fratello Giuseppe, assassinato in Spagna nel 2008, ed era al vertice di un’organizzazione criminale con base appunto in Valle d’Aosta, dedita al traffico di stupefacenti fra Torino e la Spagna. In carcere sono finiti anche Monica Carcea, assessore comunale di Saint-Pierre (Aosta), Nicola Prettico, consigliere comunale di Aosta, e infine, il consigliere regionale Marco Sorbara, anche se non è ben chiaro quale sia il loro coinvolgimento nella vicenda. Immediate le ripercussioni sulla politica valdostana, con i lavori dell’assemblea regionale che sono stati sospesi: «Vista la gravità dei fatti di cui siamo venuti a conoscenza – le parole della presidente del Consiglio Emily Rini – la conferenza dei capigruppo ha deciso di sospendere i lavori al fine di consentire di avere ulteriori informazioni in merito». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
’NDRANGHETA AD OSTA: 16 ARRESTI
Nuovo colpo alla ‘ndrangheta quello inferto dalle forze dell’ordine: è in corso l’operazione “Geenna”, arresti e perquisizioni tra Piemonte e Valle d’Aosta per numerosi esponenti di spicco della criminalità organizzata calabrese. Come sottolinea Stretto Web, è in corso dalle prime ore del mattino l’operazione dei Carabinieri del Ros e del Gruppo di Aosta per l’esecuzione dei provvedimenti cautelari emessi su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino nei confronti di un sodalizio ‘ndranghetistico operante in Valle d’Aosta e riconducibile alla famiglia Nirta-Scalzone di San Luca. Grazie alle indagini effettuate negli ultimi mesi, le forze dell’ordine hanno potuto ricostruire le infiltrazioni della criminalità nel tessuto economico-imprenditoriale, ma non solo: scoperto un giro di narcotraffico tra Spagna e Italia.
‘NDRANGHETA: OPERAZIONE “GEENNA”, ARRESTI E PERQUISIZIONI
L’operazione è estesa anche alla Calabria, al Piemonte, alla Lombardia, alla Sicilia e alla Liguria, con gli investigatori che hanno accertato che «la ‘ndrangheta era operativa con una propria stabile struttura ad Aosta, infiltrando pesantemente il tessuto economico, sociale e politico della regione». E’ stato registrato «uno scenario di pervasiva infiltrazione mafiosa nel tessuto economico-imprenditoriale a partire dal 2014», con gli indagati che erano coinvolti inoltre nell’importazione di ingenti partite di cocaina tra Spagna, Calabria e Piemonte. Un altro colpo alla criminalità organizzata calabrese, dopo il blitz delle forze dell’ordine di fine dicembre: i clan del Crotonese erano pronti a scatenare un nuovo scontro mafioso per il controllo del territorio, ma la maxi operazione della Polizia di Stato ha evitato il peggio.