Amanda Knox ha riservato alla pagina del suo blog il suo commento in merito alla decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha stabilito la presenza di violazioni dei suoi diritti, condannando per questo l’Italia. “Sono grata per la loro saggezza nel riconoscere la realtà delle false confessioni e la necessità di riformare i metodi di interrogatorio della polizia”. La Knox non ha potuto non ringraziare tutti coloro che in questi anni, da tutto il mondo, hanno espresso la loro vicinanza: “Non avrei potuto sopravvivere a tutto questo senza il vostro sostegno”, ammette. Quindi ha ripercorso l’intera vicenda, dall’omicidio dell’amica e coinquilina Meredith Kercher a quanto da lei subito: “Ero sotto shock e mi sono offerta volontaria per aiutare la polizia perugina in ogni modo possibile. Ma non erano interessati al mio aiuto. Erano determinati a spezzarmi”, dice oggi. Quindi ricorda il trattamento riservatole, gli interrogatori fiume senza un avvocato, gli schiaffi presi in testa, la determinazione degli inquirenti italiani a non crederle. “Mi fidavo di queste persone. Erano adulti. Erano autorità. E mi hanno mentito. Mi hanno mentito che c’erano prove fisiche della mia presenza sulla scena del crimine […] Mi hanno minacciato di trent’anni di prigione se non ricordavo quello che volevano che ricordassi. Infine, nel delirio che mi hanno fatto passare, non sapevo cosa credere. Ho pensato, per un breve momento, che forse avevano ragione. Forse avevo un’amnesia”, aggiunge ancora. Solo dopo tanta sofferenza e otto lunghi anni è arrivata l’assoluzione. Oggi, finalmente, si chiude per lei un incubo definito da uno dei suoi legali come un gravissimo errore giudiziario, uno dei peggiori in Italia. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“IL PIÙ GRANDE ERRORE GIUDIZIARIO ITALIANO”
Amanda Knox ha accolto quasi in lacrime la notizia relativa alla decisione della Corte europea dei diritti che ha condannato il nostro Paese per violazione dei diritti della difesa della ragazza. Come rivela l’agenzia di stampa Ansa, Amanda, che ora si trova a Seattle con il fidanzato, ha appreso della decisione della Corte di Strasburgo collegata via Skype con uno dei suoi legali, l’avvocato Carlo Dalla Vedova, senza riuscire a trattenere le lacrime di commozione. Al suo legale si è detta “sollevata” poichè è finalmente giunta la conferma che i suoi diritti sarebbero stati violati. A commentare la notizia anche l’avvocato Dalla Vedova che sempre all’Ansa ha dichiarato: “E’ stato il più grande errore della storia giudiziaria italiana degli ultimi 50 anni, considerando anche il clamore mediatico suscitato dalla vicenda”. A detta del legame, quanto accaduto ha rappresentato un danno enorme per la ragazza americana. A commentare la notizia anche l’altro avvocato difensore della Knox, Luciano Ghirga, per il quale quella di Strasburgo “è una decisione importante”. Lo stesso ha aggiunto che “E’ stato infatti affermato il principio che è stato violato il diritto di difesa di Amanda Knox”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
INSORGONO I SOCIAL
La notizia riguardante la condanna dell’Italia da parte della Corte europea di Strasburgo, che ha obbligato la nostra nazione a versare nelle tasche di Amanda Know 20mila dollari (circa 19 mila euro) per aver violato i diritti della difesa, ha di fatto monopolizzato il dibattito sui social. Su Twitter è uno degli argomenti più discussi e sono molti coloro che hanno voluto esprimere il proprio pensiero sulla vicenda, a dire il vero, quasi tutti contrari alle sentenza della Cedu. Valentino Pellini ad esempio scrive: «Pagare #AmandaKnox quella cifra come risarcimento morale!? Ma siamo pazzi!? Io non le darei neanche un centesimo, non importa se la si è vista innocente dalla giustizia, io nei suoi occhi vedo solo una freddezza da spietata ma calcolatrice assassina di Meredith!». Questo invece il pensiero di Jacopo Vannucci: «Che giocatrice #AmandaKnox…se non fanno ricorso l’#Italia le deve pure quasi € 20.000 di risarcimento per danni morali…». Simile il cinguettio di Stefano Colombo: «Tirare di mezzo i diritti umani di una bugiarda come #AmandaKnox (colpevole o meno che sia) mi sembra ridicolo. Ci manca le diano un risarcimento, già camperà alla grande per libro/film sulla morte di Meredith». Infine scrive così Monia Pompilio: «Conosco la storia solo attraverso tv e giornali e potrei essermi fatta una idea sbagliata, però la sensazione che rimane è che #AmandaKnox l’abbia fatta franca». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
AMANDA KNOX, ITALIA CONDANNATA A RISARCIRLA
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha condannato l’Italia per aver violato i diritti della difesa di Amanda Knox nell’ambito del processo per la morte di Meredith Kercher. Come riportato da La Repubblica, nel merito di un ricorso presentato dall’americana, assolta insieme all’ex fidanzato Raffaele Sollecito per il delitto di Perugia, che ha visto un’unica condanna per l’ivoriano Rudy Guede, la Corte ha ravvisato l’assenza di legali e interpreti durante l’interrogatorio del 6 novembre 2007. Secondo quanto stabilito dai giudici europei, “Amanda Knox è stata interrogata il 6 novembre 2007 alle 5.45 in assenza di un avvocato” quando erano già state formulate accuse penali nei suoi confronti. Il governo italiano, secondo la Corte, non ha “fornito prove per dimostrare che esistessero circostanze eccezionali per giustificare tale assenza, e questa non abbia irrimediabilmente minato l’equità dell’intera procedura”. Il diritto alla difesa è stato dunque violato anche perché l’interprete presente, per sua stessa ammissione, ha giocato un ruolo che è andato oltre i limiti dell’interpretazione.
AMANDA KNOX, ITALIA CONDANNATA DA CORTE STRASBURGO
Vista la condanna stabilita dalla Corte di Strasburgo, Amanda Knox riceverà dallo Stato italiano di 18.400 euro di risarcimento. Come riportato da La Repubblica, la ragazza americana, che adesso vive a Seattle insieme al fidanzato, ha appreso la decisione del tribunale europeo in collegamento via Skype con uno dei suoi legali, l’avvocato Carlo Dalla Vedova. Amanda sarebbe quasi scoppiata in lacrime e avrebbe commentato:”Spero che sia l’ultima vicenda giudiziaria legata a questa storia…Sono sollevata perché è stato confermato che sono stati violati i miei diritti di difesa”. Amanda aveva anche denunciato di aver subito dei maltrattamenti dalla polizia in sede di interrogatorio ma la Corte Europea dei Diritti Umani ha stabilito che “ci sono prove insufficienti per concludere che questi si siano verificati” e quindi ha decretato che non vi è stata violazione. Infine la Corte ha sancito che la Knox è stata informata prontamente delle accuse a suo carico il 19 giugno 2008, sia in italiano che in inglese, e che dunque il suo ricorso su questo punto è da ritenersi manifestamente infondato.