Giuseppe Gullotta, oggi 60enne, è vittima di uno dei più grandi errori giudiziari italiani. L’uomo ha infatti trascorso ben 22 anni in carcere da innocente, accusato erroneamente della strage di Alcamo Marina nella quale persero la vita due giovani carabinieri. Il duplice omicidio si consumò il 26 gennaio 1976 e Gullotta era appena maggiorenne quando fu arrestato e condannato all’ergastolo. Dopo aver trascorso 22 anni in galera, arrivò l’assoluzione ma oggi Giuseppe chiede un maxi risarcimento di 66 milioni di euro. E’ questa la cifra contenuta nell’atto che i suoi legali, gli avvocati Baldassare Lauria e Pardo Cellini hanno depositato al tribunale di Firenze citando l’Arma dei carabinieri per responsabilità penale. L’uomo, come rammenta Repubblica.it, fu assolto da ogni accusa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria e tre anni fa gli fu riconosciuto un risarcimento pari a 6 milioni di euro, con una provvisionale di 500mila euro. Denaro che, seppur importante, non gli restituirà comunque i 22 anni di vita che Gullotta ha perso per sempre, trascorsi in carcere da innocente.
GIUSEPPE GULLOTTA, CHIESTO MAXI RISARCIMENTO
Nel 1976 Giuseppe Gullotta era appena un ragazzino. Faceva il muratore ma sognava di entrare a far parte della Guardia di Finanza. Tutti i suoi sogni, però, furono distrutti per sempre il 13 febbraio di quell’anno, quando fu prelevato dai carabinieri e portato in caserma. Qui fu legato mani e piedi a una sedia e picchiato, minacciato di morte e insultato. Solo dopo dieci lunghe ore, ormai “sporco di sangue, lacrime, bava e pipì”, decise di confessare quelli che i carabinieri gli urlavano, pur di porre fine a quell’incubo. Gullotta venne così accusato del duplice assassinio di due militari e solo dopo molti anni riuscì a dimostrare la sua innocenza, nel processo di revisione celebrato a Reggio Calabria, dove è stato assolto con formula piena solo il 13 febbraio 2012, 36 anni dopo il suo arresto. Ora la richiesta del maxi risarcimento. L’avvocato Lauria, alla Nazione ha spiegato: “È la prima volta in duecento anni di storia che l’Arma dei carabinieri viene citata per responsabilità penale. Ci sono due aspetti che sono contenuti nell’atto depositato: il primo riguarda la responsabilità dello Stato per non aver codificato negli anni il reato di tortura. Il secondo profilo è quello che attiene agli atti di tortura posti in essere in una sede istituzionale (la caserma dei carabinieri) da personale appartenente all’Arma che ha generato un gravissimo errore giudiziario”. Il legale ha ricordato come la stessa Cassazione disse di rivolgersi all’Arma per il risarcimento del danno subito per le torture.