Importanti operazioni, quelle svolte oggi rispettivamente a Catania e Palermo da parte dei Carabinieri del Noe, il Nucleo operativo ecologico. Nell’ambito delle normali attività di controllo in alcuni comuni che fanno parte dell’estensione del parco dell’Etna, oggi i militari hanno proceduto al sequestro di una cava di materiale basico-lavico in località Casellazza, nel comune di Nicolosi (Catania). All’interno della suddetta cava erano in corso delle operazioni di escavazione di materiale basaltico destinato ad impianti di frantumazione della zona e la stessa appartiene alla zona “d” del parco dell’Etna ovvero è sottoposta a speciale vincolo naturalistico e paesaggistico che ne impedisce ogni tipo di attività, compresa quella estrattiva. Dalle indagini è stato possibile appurare la totale assenza da parte dell’azienda che stava operando all’interno, delle dovute autorizzazioni. Da qui la denuncia a carico del titolare della stessa ditta e di un dipendente e il sequestro di un escavatore dotato di martello pneumatico. Nell’ultimo anno i carabinieri del Noe di Catania avevano già eseguito nell’area Etnea il sequestro di cinque aziende, otto cave abusive, tre impianti di frantumazione e produzione di calcestruzzi privi di autorizzazioni oltre che numerosi escavatori, pale e camion usati per tali attività illecite.



OPERAZIONE NOE A PALERMO: DUE DENUNCE

Al lavoro oggi anche i carabinieri del Noe di Palermo (con la collaborazione dei militari di Marsala) che hanno sequestrato un impianto di trattamento di rifiuti destinato alla produzione di compost. Il provvedimento è scattato in seguito alle indagini dei militari avviate nel giugno dello scorso anno e relative all’efficienza del processo di trattamento dei rifiuti presso l’impianto in oggetto. Secondo quanto emerso, infatti, il processo di lavorazione ed il trattamento dei rifiuti sarebbe risultato nullo dal momento che non veniva di fatto prodotto alcun tipo di compost e/o ammendante. Tutte le aree dell’impianto inoltre sono state trovate colme di rifiuti tale da rendere inibita qualunque modalità di trattamento, con evidenti straripamenti di percolato verso l’esterno a scapito di suolo e sottosuolo. Due le denunce eseguite per reati legati alla gestione di rifiuti speciali pericolosi e non in assenza di autorizzazione, all’esecuzione di operazioni di gestione di rifiuti con danni all’ambiente circostante e all’illecita gestione di rifiuti speciali che portano all’emissione di gas tali da molestare le persone.

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